1.               15 gennaio 2000 - sabato

ORLANDO SU MONTEPELLEGRINO: A MARZO RIAPRE LA PANORAMICA

di D.P. - Giornale di Sicilia

 

2.               17 gennaio 2000 - lunedì

FUNIVIA PER MONTEPELLEGRINO UN ALTRO NO: LA LEGGE LO VIETA

Giornale di Sicilia

 

3.               23 gennaio 2000 - domenica

MASTER EURO MEDITERRANEO AL CERISDI.

L'OBIETTIVO È FORMARE NUOVI DIRIGENTI

di Roberto Puglisi - Giornale di Sicilia

 

4.               26 gennaio 2000 - mercoledì

PROVINCIA, SOSTEGNO DI ESPERTI DI AMBULATORIO ANTIUSURA

Giornale di Sicilia

 

5.               26 gennaio 2000 - mercoledì

L'USURA È IN CRESCITA

di Daniela D'Amico - OggiSicilia

 

6.               28 gennaio 2000 – venerdì

CERISDI: SI CONCLUDE LO STAGE PER I KOSOVARI

Giornale di Sicilia

 

7.               1° febbraio 2000 - martedì

UN LABORATORIO SOCIALE NEL KOSOVO

PALERMO       E.F.

 

3 febbraio 2000 – giovedì

ARTE, IL PETROLIO SICILIANO

 LOGGIATO del museo "Salinas" che si affaccia su via Roma a Palermo è bello da mozzare il fiato. Peccato, però, che se ne accorgano in pochi: appena 37 mila visitatori in tutto il '99 per un incasso di 165 milioni lira più, lira meno. Siamo lontanissimi non solo dai moloch del settore come gli Uffizi di Firenze che fa un milione e mezzo di visitatori l'anno, ma anche da musei comparabili come quello Egizio di Torino (430 mila visitatori nell'ultimo anno) o il museo Capodimonte di Napoli che nel '99 ha attirato 227 mila visitatori. ……………………………………..E, alla fine, la gestione di palazzo Ziino è stato assegnato proprio ad Ingegneria per la Cultura e a "La Cascina", che tra l'altro ha anche preso la gestione dei servizi di ristorazione del Cerisdi, il centro di formazione della Regione diretto da padre Ennio Pintacuda. Quanto basta perché si faccia strada un dubbio: e se palazzo Ziino più che un affare fosse un ingresso "politico" nel business dei beni culturali? ……………………

di Enrico Del Mercato – La Repubblica pag. 7

 

8.               6 febbraio 2000 - domenica

MAI VISITE A CASTELLO UTVEGGIO. LA REGIONE: NON HA ATTRATTATIVE

Giornale di Sicilia

 

9.               22 febbraio 2000 - martedì

AIUTI ALLE IMPRESE, TAGLI ALLE ASSOCIAZIONI. ECCO IL BILANCIO IN CANTIERE ALL'ARS

Intervista di Emanuele Lauria - Giornale di Sicilia

 

10.           22 febbraio 2000 - martedì

TAGLI SU ENTI E SCUOLE DI FORMAZIONE

di Carmelo Lopapa - La Repubblica

 

11.           29 febbraio 2000 - martedì

PROGETTO MIT

Giornale di Sicilia Padre Ennio Pintacuda

 

12.           29 febbraio 2000 - martedì

PROFESSIONISTI DEI SISTEMI DI QUALITA'

PROGRAMMA Giornale di Sicilia       Padre Ennio Pintacuda

 

13.           3 marzo 2000 - venerdì

PANORAMICA DI MONTEPELLEGRINO. L'APERTURA SLITTA A FINE MESE

di D.P. - Giornale di Sicilia

 

14.           4 marzo 2000 - sabato

PROVINCIA, LAVORO E FORMAZIONE

La Repubblica

 

15.           4 marzo 2000 - sabato

LABORATORIO ANTIUSURA, ORARI E RECAPITI TELEFONICI

OggiSicilia

 

16.           5 marzo 2000 - domenica

PROVINCIA, ECCO GLI ORARI DELL'AMBULATORIO ANTIUSURA

Giornale di Sicilia

 

17.           12 marzo 2000 – domenica

PIANOFORTE, magari, non è accordatissimo. Ma per l'occasione può andare: Giuseppe Cappellani accenna qualche nota, Giuseppe Ferrante abbozza ricordi di gioventù con Anna Maria Abramonte: «Avevo una voce da tenore~». Ore 15 di ieri, Villa Niscemi, anticamera dell'ufficio del sindaco: a volere essere cattivi si potrebbe dire una sonata d'addio, dal momento che i tre assessori in vena di languori musicali sono proprio quelli che, da lì a qualche minuto, riceveranno la comunicazione ufficiale della loro estromissione dalla giunta. Invece, è un preludio. La pacata ouverture della giornata decisiva per la nascita dell'Orlando bis. Il sindaco ha convocato la sua (ex) giunta per spiegare chi, come e perché deve interrompere la sua esperienza da assessore e lasciare la poltrona ai nuovi. A giudicare dal quadretto con pianoforte, però, il clima è disteso. Laura Iacovoni Cassarà, che se ne è già andata sbattendo la porta la scorsa settimana, non c'è. Gli altri amministratori della giunta Orlando se ne stanno sul terrazzo a consolare l'ansia da possibile defenestrazione con l'incipiente primavera. Le tre "vittime designate", invece, improvvisano al piano. Chissà se hanno già fiutato che, alla fine, toccherà proprio a loro. Cioè ai tre il cui sacrificio costa poco o nulla in termini di equilibri politici. Giuseppe Cappellani, per esempio, era arrivato sulla poltrona di assessore al bilancio sull'onda della sua esperienza da burocrate regionale, lontano dalle tessere, quanto vicino a padre Ennio Pintacuda, a quei tempi ancora ascoltato consigliere del sindaco. L'addio di Abramonte e Ferrante è scontato non scomoderà equilibri di partito e coalizione. Ovvio, però, che queste motivazioni non abbiano fatto neppure capolino nell'ora e mezzo di riunione tra il sindaco e la giunta uscente. Piuttosto, Orlando ha illustrato un paio di «criteri» per scegliere chi portarsi dietro nell'esecutivo cittadino che chiude «la stagione dei solisti». Così il sindaco ha spiegato che Emilio Arcuri, Alberto Mangano e Alessandra Siragusa restano al loro posto perché rappresentano la stagione della "Primavera" e stanno al governo della città sin da quando lui sfidava Craxi, Andreotti e Forlani pur di fare la giunta col Pci a Palermo………………………………………..

di Enrico Del Mercato – La Repubblica sez. Palermo prima pagina

 

 

 

18.           14 marzo 2000 - martedì

ORLANDO PRESENTA LA NUOVA GIUNTA: CON I PARTITI UN'ALTRA PRIMAVERA

di Rino Canzoneri - Giornale di Sicilia

 

19.           17 marzo 2000 - venerdì

GEMELLAGGIO CON SPAGNA E GRECIA, LA PROVINCIA SI TUFFA NELL'EUROPA

Giornale di Sicilia

FLAVIO GUZZONE

 

20.           18 marzo 2000 - sabato

NO ALL'AUTANASIA DELLE APT

La Sicilia NINO URZI

 

21.           20 marzo 2000 – lunedì

LA PROCURA di Catania ha fatto arrestare due magistrati di Messina accusati di concorso in associazione mafiosa, due giudici di primo piano nella repressione della mafia. Uno, Giovanni Lembo, di 55 anni, in magistratura dal ' 72, aveva guidato l’indagine contro la mafia di Barcellona Pozzo di Gotto, e aveva fama di uomo deciso e preciso: in 48 ore aveva risolto un omicidio e in due settimane concluso un processo con rito abbreviato facendo condannare un mafioso a trent' anni. L' altro, Marcello Mondello ormai a fine carriera, iscritto nel registro degli indagati nell' ottobre scorso, aveva preferito smettere la toga con cui era arrivato a presiedere una sezione della Corte di appello. SONO in corso gli interrogatori su vicende in cui sono coinvolti pentiti, ex presidenti di squadre di calcio, professori universitari, docenti in medicina. Una storia al momento non ricostruibile con chiarezza ma con personaggi da inferno mafioso. C' è un pluriassassino pentito, Giuseppe Chiofalo, cui, secondo l' accusa, sarebbe stata concessa un' eccessiva libertà di movimento. Capo di una cosca di Terme Vigliatore, sterminò i boss della vecchia guardia eseguendo di persona gli assassinii perché, diceva, la faccenda gli "dava molto piacere". Seminò discordia nella mafia catanese di Nitto Santapaola colpendo gli industriali edili Costanzo che Santapaola considerava come suoi protetti. Finito in carcere nell' 88 subì le vendette dei suoi rivali mafiosi che gli uccisero un figlio e nel ' 92 l' avvocato di fiducia Pietro Di Benedetto. A questo punto, con quattro ergastoli addosso pensò che era il caso di pentirsi con Giovanni Lembo e fece bene il suo lavoro di delatore nel processo che vide quattrocento mafiosi processati a Messina. Ora la Procura di Catania ha ipotizzato per il giudice Lembo i reati di concorso esterno nell' organizzazione mafiosa, abuso di ufficio e falso ideologico. In parole chiare: il giudice avrebbe concesso al Chiofalo di tenere rapporti con la mafia in tal modo mettendo a rischio la collaborazione di altri pentiti. Un giro infernale di violenza e di corruzione in cui il boss Mimmo Cavò, dovendo fare una cortesia al presidente del Messina calcio che aveva in gran dispetto il cronista sportivo Mino Licordari lo fece sistemare con quattro colpi di pistola alle gambe e all' addome. La biografia del pentito Giuseppe Chiofalo sembrerebbe dar ragione al presidente della Commissione antimafia, l' on. Del Turco, secondo cui i pentiti non sono "né santi né eroi". Un giorno o l' altro il presidente Del Turco dovrà pure mettersi d' accordo con i giudici inquirenti che giudicano essenziale alla repressione il contributo dei pentiti. Ma questa divergenza di opinione fra politici e magistrati non è uno dei tanti segni che fanno pensare a uno scrittore della storia mafiosa come Saverio Lodato che negli ultimi anni c' è stata se non una resa all' onorata società certo un minor impegno. Tanti segni, apparentemente minori ma significativi. Alla festa dell’Unità del 1998 la parola mafia scompare, basta con i dibattiti, le conferenze a cui partecipavano i Falcone, gli Orlando, i Caselli, i Pintacuda. La sinistra non è più in prima fila nella lotta alla criminalità organizzata? Forse intimamente lo è ancora ma non le piace ostentarlo, non le piace che il suo governo in Italia e all' estero abbia fra i suoi punti programmatici quello della lotta ai delinquenti. Ci sono ben altre mete, altri impegni: la flessibilità, la lotta all' inflazione. Anche il presidente della Comunità europea Prodi è piuttosto evasivo sulla mafia. Conviene all' Italia ricordarla nel consesso internazionale? Non parliamo del capo dell’opposizione che da sempre sostiene che battere la grancassa sulla mafia è volersi fare del male. Si forma silenziosamente, automaticamente quello che sarà chiamato "lo scudo" romano. Uno scudo di gomma su cui rimbalzano parole …………………Oggi il sottotitolo dell’ultimo libro di Saverio Lodato è: "C’era una volta la lotta alla Mafia!". Per la politica italiana questa lotta è diventata troppo lunga, troppo rischiosa. I cadaveri nelle strade del Sud sono diminuiti, ma quelli negli armadi sono sempre più ingombranti.

di Giorgio Bocca – La Repubblica prima pagina

 

22.           20 marzo 2000 – lunedì

UN CLAN DI COGNATI TENTATI DALLA POLITICA

Il Giornale                     D.A.

 

23.           1° aprile 2000 - sabato

PADRE PINTACUDA FORMALMENTE È IN PENSIONE

 

24.           1° aprile 2000 - sabato

NOI, PRESIDI MANAGER DELUSI DA QUESTI CORSI

La Repubblica               C.D.

 

25.           2 aprile 2000 - domenica

PROVINCIA RINNOVATI I CONTRATTI E PADRE PINTACUDA IN PENSIONE

Il Mediterraneo

 

26.           2 aprile 2000 - domenica

NUOVO SEGRETARIO GENERALE, PADRE PINTACUDA IN PENSIONE

OggiSicilia

 

27.           5 aprile 2000 - mercoledì

I PRESIDI MANAGER DELUSI DAI CORSI

La Repubblica   ANTONINO BANACASA

 

28.           7 aprile 2000 - venerdì

A LEZIONE DI TEMPO PER IMPARARE A PRODURRE MEGLIO

Il tempo, che rompicapo. Ci sono sbattuti contro super cervelli e sfaccendati. Era e resta un mistero appena rischiarato da un paio di bagliori: la definizione di tempo oggettivo (fuori di noi) che, scorrendo, tutto stritola; la teoria del tempo soggettivo (dentro di noi) che si incunea nelle nostre teste piegandosi agli umori del corpo e della psiche. Così giorno dopo giorno, mentre attorno aumenta la polvere dell'erosione, viviamo il tempo lungo della noia, il tempo infinito del dolore, il tempo illusorio della felicità, il tempo gioioso della contentezza, il tempo contorto dell'enigma. Tanti orologi quante sono le teste. Alla faccia del calendario che va, uguale per tutti. Trentacinque studiosi (economisti, manager, fisici, sociologi, antropologi), provenienti da tutto il mondo, si confrontano, da mercoledì a domenica all'Addaura, sul "ruolo del tempo nelle attività economiche". È stata l'Isida, battistrada a livello nazionale nello studio del tempo, a metterli insieme per offrire al management le riflessioni a 360 gradi su un aspetto così importante della produzione industriale.……………………….Morello ha studiato la percezione del tempo in Sicilia analizzando 10 mila proverbi e cronometrato i tempi di alcuni comportamenti nelle quattro città più grandi; è arrivato alla conclusione che il "tempo siciliano" privilegia la saggezza e l'esperienza umana più che l'aspetto economico. «Nell'Isola - dice il sociologo Ennio Pintacuda - manca la concezione protestante del tempo come valore. Purtroppo, si lavora e si agisce senza alcuna misura del rendimento. Ma bisogna stare attenti a non deificare i ritmi manageriali. Non si deve tenere conto solo delle esigenze degli ingranaggi industriali ma anche di quello che c'è dentro la testa degli uomini». ……………………………………………….

di Tano Gullo - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

29.           14 aprile 2000 - venerdì

MONTEPELLEGRINO, SI RIAPRE LA PANORAMICA MA SOLO DI GIORNO

Giornale di Sicilia          GI.CA.

 

30.           14 aprile 2000 - venerdì

FINO A GIUGNO DALLA SANTUZZA. DOM. L'INAUGURAZIONE

D.G. OggiSicilia

 

31.           15 aprile 2000 - sabato

MONTEPELLEGRINO, IL CERISDI APRE AL PUBBLICO L'UTVEGGIO

Giornale di Sicilia

 

32.           15 aprile 2000 - sabato

MONTEPELLEGRINO SI RIAPRE LA STRADA PER IL SANTUARIO

Il Mediterraneo

 

33.           16 aprile 2000 - domenica

LA PANORAMICA LIBERATA

La Repubblica

 

34.           17 aprile 2000 - lunedì

TAGLIATO IL NASTRO DELLA PANORAMICA. MONTEPELLEGRINO NON È PIU' ISOLATO

Giornale di Sicilia

RINO CANZONIERI

 

35.           17 aprile 2000 - lunedì

È STATA RIAPERTA IERI A PALERMO LA PANORAMICA DI MONTEPELLEGRINO

La Sicilia

 

36.           25 aprile 2000 - martedì

PALERMO, RIPESCATO ALLA CALA IL CADAVERE DI UN SACERDOTE

Gazzetta del Sud           M.C.

 

37.           25 aprile 2000 - martedì

ANNEGATO NELLE ACQUE DELLA CALA IL SACERDOTE SCOMPARSO

Il Mediterraneo

 

38.           25 aprile 2000 - martedì

IL SACERDOTE SCOMPARSO TROVATO MORTO ALLA CALA

La Repubblica

 

39.           25 aprile 2000 - martedì

PADRE NINO UCCISO DAL MALE OSCURO

La Sicilia L.Z.

 

40.           25 aprile 2000 - martedì

SUICIDA IL PRETE SCOMPARSO

ELVIRA TERRANOVA OggiSicilia

 

41.           27 aprile 2000 - giovedì

IL CERISDI, SEMPRE PIU' AL SERVIZIO DEL FUTURO

Giornale di Sicilia

 

42.           11 maggio 2000 - giovedì

SPORCIZIA NELLA RISERVA, NESSUNO SE NE OCCUPA

di CARLA NICOLICCHIA OggiSicilia

 

43.           24 maggio 2000 - mercoledì

UN LUNGO APPLAUSO ALLE 17:58 DAVANTI ALLA CASA IN CUI ABITAVA GIOVANNI FALCONE IN VIA NOTARBARTOLO

 Niente sigle e cartelli di associazioni sotto l'albero Falcone. Per la prima volta, dalla stagione della mobilitazione civile del '92, "Palermo Anno Uno", il coordinamento della società civile, non c'è. Almeno ufficialmente. Molti dei trecento palermitani che si sono ritrovati in via Notarbartolo sono infatti inseriti in gruppi e associazioni. Ma all'appuntamento di ieri pomeriggio sono voluti arrivare come singoli cittadini. L'unico documento ufficiale, letto da Luisa Capitummino, delle Acli, alle 17,58 - l'ora in cui avvenne la strage di Capaci - porta 135 firme di studenti, professionisti, intellettuali, sacerdoti. «Oggi, a otto anni da quella strage, occorre più che mai ricordare - recita il documento - occorre guardare al futuro, interrogarci su come è cambiata la mafia, quali sono i suoi nuovi interessi e occorre soprattutto interrogarci di nuovo sul ruolo che oggi svolgono le istituzioni, la magistratura, le forze dell'ordine e la società civile». Quest'anno, sotto l'albero Falcone, non ci sono proclami. I politici in prima fila, pronti a farsi riprendere in primo piano da telecamere e fotografi, certo non mancano. Ma a parlare è solo il documento firmato dai 135 palermitani. Ed è un invito senza retorica: «È oggi quanto mai attuale il problema della mafia economica, con tutti i pericoli di connivenze tra Cosa nostra e politica e pezzi della pubblica amministrazione. Ecco perché occorre recuperare un ruolo di presenza, di denuncia, di testimonianza, di proposta da parte della società civile e delle istituzioni». È l'anniversario della riflessione: sotto l'albero Falcone non ci sono i familiari del magistrato assassinato, della moglie, degli agenti della scorta. Alle 17,58 hanno preferito ritrovarsi in cattedrale dove padre Salvatore Napoleone e padre Ennio Pintacuda hanno celebrato una messa in ricordo di tutte le vittime della mafia. In chiesa c'erano soprattutto tantissimi magistrati, poliziotti, carabinieri e finanzieri. Le uniche parole sono state quelle dell'omelia che ha invitato tutti a prendere ad esempio il lavoro e il sacrificio di chi non c'è più. Al termine della messa, ci sono soltanto saluti affettuosi: Louis Freeh, il capo dell'Fbi, che per tutta la cerimonia ha stretto fra le mani un rosario in religiosa preghiera, abbraccia le sorelle di Falcone, Maria e Anna. Orlando e Bianco mettono per un momento da parte le rivalità politiche e si scambiano sorrisi. Poi, il ministro dell'interno si avvicina a Vincenzo Agostino e alla moglie, i genitori del poliziotto assassinato nell'89 insieme a Ida Castellucci: «È undici anni che aspettiamo giustizia», dice la madre vestita ancora a lutto.

di Salvo Palazzolo – La Repubblica sezione Palermo pag. 5

 

 

44.           24 maggio 2000 - mercoledì

L'IMPEGNO DEL MINISTRO PER MAGISTRATI A PALERMO

di Alessandra Ziniti - La Repubblica pag. 13

 

45.           31 maggio 2000 - martedì

Palermo, Seminario:

” Sviluppo socioeconomico delle comunità albanesi della provincia di Palermo.

Prospettive sui rapporti organizzativi e commerciali con i paesi d’origine: Albania e Kosova”

 

46.           1° giugno 2000 - giovedì

L'AMBASCIATORE DELLA ALBANIA: PIU' ATTENZIONE PER I BALCANI

Giornale di Sicilia

 

47.           2 giugno 2000 - venerdì

UN CAVALIERE DI CALATAFIMI LO COSTRUI' NEGLI ANNI VENTI E MORI' PRIMA DELL'APERTURA

Giornale di Sicilia

 

48.           4 giugno 2000 - domenica

CASTELLO UTVEGGIO IN TANTI A VISITARLO; FATECI APRIRE ANCHE NEI WEEK-END

Giornale di Sicilia M.R.

 

49.           13 giugno 2000 - martedì

STRADA APERTA FINO AL 26 GIUGNO

La Repubblica

 

50.           16 giugno 2000 - venerdì

DARIO VENDUTO DALLA MAMMA: SI, LI HO FATTI PRENDERE TUTTI IO

La Repubblica

 

51.           22 giugno 2000 - giovedì

IL D.J. DIACO: DA PINTACUDA A FERRARA GRAZIE A MARTELLI

Corriere della Sera         MARCO DAMILANO

 

52.           23 giugno 2000 - venerdì

MONTEPELLEGRINO, LAVORI AL VIA E LA PANORAMICA SARA' CHIUSA

Giornale di Sicilia M.R.

 

53.           23 giugno 2000 - venerdì

MONTE PELLEGRINO, NUOVI LAVORI SULLA STRADA E DIVIETO D'ACCESSO FINO AL 10 AGOSTO

Chiude nuovamente la panoramica per Montepellegrino e montano le polemiche. Dal 26 giugno, infatti, verrà chiusa al transito via Monte Ercta, la strada che da Mondello consente di salire in cima. Un provvedimento che il comune ha adottato per consentire l’ultimazione dei lavori di consolidamento. ………………Dal divieto sono esclusi anche i pullman del Cerisdi (Centro di ricerche e studi direzionali) per i quali sono state previste delle fasce orarie di transito dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 7, dalle 9 alle 9.30 e dalle 12 alle 13. Inoltre, per non intaccare il Festino dedicato alla Santuzza, il provvedimento verrà sospeso dall' 8 al 16 luglio per consentire il transito dei mezzi verso il santuario di Santa Rosalia. Nonostante le autorizzazioni il Cerisdi ha ugualmente deciso di sospendere almeno fino a settembre le visite al Castello Utveggio, che recentemente era stato aperto al pubblico. «E' un peccato ha detto il presidente Pintacuda che si debba fermare un’iniziativa che in sole tre settimane ha visto oltre mille visitatori del Castello e delle nostre strutture». Duro il commento del deputato regionale Ds Gianfranco Zanna. «Non capisco ha detto perché il Comune ad aprile non ha voluto dire che i lavori non erano terminati che si sarebbe dovuto chiudere la strada un’altra volta. È una decisone grave che frenerà molti visitatori in estate». L'assessore ai Lavori Pubblici Franco Miceli ricorda che la chiusura era stata preannunciata e che i lavori saranno ultimati entro il 10 agosto. (fa. vi.)

di Fa. Vi. - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

54.           23 giugno 2000 - venerdì

LA SANTUZZA DI NUOVO ISOLATA

GIO.A. OggiSicilia

 

55.           1° luglio 2000 - sabato

SVILUPPO LOCALE, UNA NUOVA MARCIA DI UN MOTORE COMPLESSIVO PER IL CONTINENTE EUROPEO

  QUADERNI CONSIEL        Padre Ennio Pintacuda

 

56.           8 luglio 2000 - sabato

IL TURISMO COME FONTE DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE PER LA SICILIA E I PAESI DELL'AREA DEL MEDITERRANEO

Invito    COMUNE DI GERACI SICULO     SINDACO A. PISCITELLO

 

57.           9 luglio 2000 - domenica

PREMIO GIOVANI BONSIGNORE

CONCORSO    Giornale di Sicilia       CERISDI

 

58.           11 luglio 2000 - martedì

PREMIO GIOVANI BONSIGNORE

CONCORSO    Gazzetta del Sud         CERISDI

 

59.           12 luglio 2000 - mercoledì

PREMIO GIOVANI BONSIGNORE

CONCORSO    Giornale di Sicilia       CERISDI

 

60.           13 luglio 2000 - giovedì

PREMIO GIOVANI BONSIGNORE CONCORSO

La Sicilia CERISDI

 

61.           14 luglio 2000 - venerdì

PREMIO GIOVANI BONSIGNORE CONCORSO

Corriere della Sera         CERISDI

 

62.           20 luglio 2000 - giovedì

VIA LIBERA PER MONTEPELLEGRINO; PANOARAMICA MAI PIU CHIUSURE

 i Marco Romano - Giornale di Sicilia

 

63.           23 luglio 2000 - domenica

A 40 ALL'ORA SULLA PANORAMICA RIAPERTA

di Marco Romano - Giornale di Sicilia

 

64.           5 agosto 2000 - sabato

GRANDI PROGETTI IN CORSO PER IL PUBBLICO E IL PRIVATO

Intervista           QUOTIDIANO DEL SAB.  FABIO MESSINA

 

65.           2 settembre 2000 - sabato

PROVINCIA IN FESTA         PROGRAMMA          PROVINCIA REGIONALE DI PALERMO

 

66.           6 settembre 2000 - mercoledì

SI PARLERA' di politica, è ovvio. Ma tra un dibattito sulla legge elettorale e un briefing sulle norme che regolano l'erogazione dei contributi dell'Unione europea ci saranno anche lezioni di storia del teatro e guide pratiche alla "lettura" di un dipinto. Gli uomini di Forza Italia vanno a scuola. Di amministrazione e di buone letture, perché - come spiega Gianfranco Micciché - «chi vuol far parte di una vera classe dirigente deve anche avere letto un bel po' di libri». ……………………………………………Ancora in corso, invece, i contatti con altri probabili docenti ai corsi di formazione organizzati da Forza Italia: dovrebbe esserci, per esempio, anche padre Ennio Pintacuda, il gesuita che fu consigliere spirituale e politico di Leoluca Orlando e che ora guida la scuola di formazione del Cerisdi. Da Forza Italia assicurano che i docenti scelti non saranno necessariamente di area centrodestra e, soprattutto, affinano il programma dei prossimi appuntamenti di studio e di ritiro. ……………………………..

di Enrico Del Mercato – La Repubblica sezione Palermo prima pagina

 

67.           12 settembre 2000 - martedì

CADE UN MACIGNO, PANORAMICA CHIUSA. MONTEPELLEGRINO DI NUOVO ISOLATO

di D.P. - Giornale di Sicilia

 

68.           12 settembre 2000 - martedì

PANORAMICA CHIUSA PER FRANA

di Laura Nobile - La Repubblica

 

69.           13 settembre 2000 - mercoledì

MONTEPELLEGRINO, RIMOSII I SASSI, RIAPERTA DA IERI LA STRADA PANORAMICA

La Repubblica

 

70.           15 settembre 2000 – venerdì

BORSE DI STUDIO PER LAUREATI. INTESA TRA IL CERISDI E LA TIM

Giornale di Sicilia

 

71.           15 settembre 2000 – venerdì

FORZA ITALIA SEMINARIO CON PALESTRA

TUTTI in ritiro in montagna per parlare di Agenda 2000, ma anche per seguire lezioni di storia del teatro e di critica dell'arte. E, magari, per concedersi il sollazzo della sauna e dell'idromassaggio. Cominciano oggi alla Milocca di Castelbuono i seminari di formazione per i quadri dirigenti di Forza Italia ideati e voluti dal leader siciliano del partito Gianfranco Micciché. La prima due giorni di ritiro è dedicata ad Agenda 2000, ma nel programma sono state inserite anche le "lezioni" del direttore artistico del teatro Biondo Pietro Carriglio e del critico d'arte Francesco Gallo. Tutto perché - come dice - Gianfranco Micciché la cui relazione aprirà oggi il seminario, lo scopo è di «formare una classe dirigente più preparata, più colta e più unita». Certo, due giorni nell'eremo a parlare di Agenda 2000 e di teatro, possono rischiare di diventare pesanti. E, allora, nel programma dei lavori gli ideatori del convegno hanno anche inserito spazi per le passeggiate e soprattutto una seduta - fissata per stasera alle 20,30 - in palestra. Con l'aggiunta di sauna e idromassaggio. Oltre ai docenti d'eccezione come Carriglio e Gallo, all'appello forzista hanno risposto alti funzionari, professionisti, docenti universitari e anche padre Ennio Pintacuda ex consigliere spirituale e politico di Leoluca Orlando. Il sacerdote fa parte del comitato scientifico che presiede ai seminari di Forza Italia. Con lui anche Angelo Cuva, il capo di gabinetto di Cristaldi, Pasquale Hamel, il rettore di Catania Ferdinando Latteri, il professor Vincenzo Li Donni. Tra i relatori del seminario funzionari regionali come Antonio Piceno e Bartolo Vienna, dirigenti del tesoro come Massimo Macchiarella e direttori dell'Ars come Giovanni Tomasello.

La Repubblica sezione Palermo pag. 3

 

72.           16 settembre 2000 - sabato

IN RITIRO PER STUDIARE TEATRO ED ARTE. GLI AZZURRI DI SICILIA TORNANO A SCUOLA

 

 

di Emanuele Lauria - Giornale di Sicilia

 

73.           16 settembre 2000 – sabato

AL MILOCCA DI CASTELBUONO LA PRIMA GIORNATA PER RITIRO PER GLI AMMINISTRATORI.

E I SEMINARISTI DI FORZA ITALIA SNOBBANO PALESTRA E MASSAGGI

IL CORSO È INIZIATO CON UN LIBRO POI LEZIONI DI STORIA DELL'ARTE E TEATRO

A scuola di teatro e pittura, «chiavi, anche quelle, per interpretare la realtà». Momenti di socializzazione «perché una buona squadra nasce così». Per ogni seminarista un giallo di Santo Piazzese in regalo: «Senza aver mai letto un libro non si potrà mai amministrare bene». E sono troppe le case dei politici in cui non c'è neanche una libreria, sottolinea il coordinatore Gianfranco Micciché. Una lezione di teatro del direttore artistico del Biondo, Pietro Carriglio, «perché in fondo - dice il maestro - la politica è un po' teatro». Arriva pure padre Ennio Pintacuda che intrattiene sindaci, assessori regionali e presidenti di provincia sull'importanza della formazione in politica. Si parla anche di Agenda 2000, ma il tormentone di questi tempi è solo il pretesto per la singolare iniziativa lanciata da Forza Italia con la due giorni «Un luogo per pensare» che si concluderà oggi al Milocca di Castelbuono. Fallisce, a sorpresa, l'appuntamento di fine giornata in calendario: «palestra con sauna e idromassaggio». Gli amministratori hanno infatti preferito socializzare in maniera più tradizionale. Invitata al seminario, primo appuntamento di una serie forse mensile, una ristretta schiera di 25 amministratori. Sono soprattutto sindaci: c'è la Vicari di Cefalù, unica donna del ritiro, ma anche i primi cittadini di Siracusa, l'ex deputato Bufardeci, e quelli di Termini, Carini, San Cataldo, Barrafranca, Adrano. I presidenti delle province di Agrigento e di Ragusa (attesi per oggi il palermitano Musotto e il catanese Scapagnini). L'idea è partita da Micciché: «Dobbiamo crescere, oggi la classe dirigente non ha il livello culturale adeguato a gestire la cosa pubblica. Forza Italia si vuole distinguere: dobbiamo essere più preparati, anche più colti. È un atto di umiltà, per il quale ci prenderanno anche in giro, ma noi ci siamo posti almeno il problema, gli altri ancora no. Spero che ci possano imitare». Ai seminaristi fa un regalo personale, è un invito alla lettura: "La doppia vita di Monsieur Laurent" di Santo Piazzese, «un giallo scritto bene da un siciliano, perché l'importante è leggere, comunque». Il primo ospite a intrattenere i convegnisti è il direttore artistico del Teatro Biondo, Carriglio. La sua lezione lascia i forzisti estasiati: «È stata bellissima», commenta la Vicari. L'incontro sui beni culturali con il critico d'arte Francesco Gallo, professore di storia dell'arte all'Accademia di Palermo, viene rinviato ad oggi, lui intanto partecipa ai lavori. E spiega: «L'arte è una chiave per interpretare tutta la realtà, dunque anche la politica. E credo che una grande forza politica debba considerare proprio elemento portante la cultura». Nel pomeriggio arriva anche il gesuita Pintacuda, membro del comitato scientifico del seminario. Chiaro il messaggio: «Ci troviamo nella fase delicata delle fluttuazioni politiche dopo la partitocrazia. Occorre insistere sulla formazione dei leader, perché oltre al carisma ci vogliono i contenuti». Niente di più appropriato per un partito che ha fatto dell'immagine, finora, la sua forza principale. A organizzare questo seminario e i prossimi che seguiranno è il giovane avvocato Angelo Cuva, presidente della neonata associazione "Prima pietra": «Contiamo di diventare il polmone culturale di Fi in Sicilia», spiega. Nel comitato scientifico dei seminari c'è anche il professore Pasquale Hamel, capo di gabinetto del presidente dell'Ars Cristaldi e già promotore di altre iniziative targate Forza Italia: «Sono uno storico d'area - ammette - e partecipo con entusiasmo. Occorre formare la classe politica: lo sa che ci sono parlamentari regionali che mi hanno chiesto se Milan Kundera era un giocatore della Repubblica Ceca?». Tra una riflessione e l'altra c'è anche il tempo per una battuta d'attualità. E in particolare sulla polemica scoppiata attorno al progetto di sanatoria: «Se finora non siamo intervenuti - spiega Micciché - è perché vorremmo capire. Oggi non siamo in grado di esprimerci. Di certo, il problema non potrà essere risolto abbattendo 250 mila case, ma neanche con la devastazione dell'ambiente. E siccome abbiamo bisogno di confrontarci anche con gli ambientalisti, chiederò al segretario di Legambiente Realacci di venire a parlare al prossimo seminario. Dopo, forse, potremmo lavorare a una soluzione del problema».

di Carmelo Lopapa - La Repubblica sezione Palermo pagina 2

 

74.           16 settembre 2000 - sabato

FORZA ITALIA: NON PIU' PARTITO VIRTUALE MA RADICATO NEL TERRITORIO

di Lillo Miceli – La Sicilia

 

75.           20 settembre 2000 - mercoledì

PROVINCIA, COOP SOTTO INCHIESTA, UN INDAGATO ACCUSA CONSIGLIERI

Giornale di Sicilia          R.AR.

 

76.           26 settembre 2000 - martedì

GIOVANI: LAVORO E FORMAZIONE

Giornale di Sicilia

 

77.           5 ottobre 2000 - giovedì

A JESUIT'S ENDLESS FIGHT AGAINST OMERTA'

HERALD TRIBUNE INTERNATIONAL    ELISA CECCHI

 

78.           12 ottobre 2000 - giovedì

DIETROFRONT PINTACUDA

L'ESPRESSO

 

79.           12 ottobre 2000 - giovedì

UNO SHOW PER IL CCD

Giuseppe Drago in veste di leader politico e Simona Tagli in veste di madrina. Insieme, con una inedita accoppiata (almeno in Sicilia) tra la politica e lo spettacolo, animeranno il primo meeting siciliano del Ccd che si apre domani e che si concluderà domenica a Villa Oliva a Santa Flavia. Il tema della convention è "I valori al centro della società", uno slogan che sottolinea, qualora ce ne fosse ancora bisogno, l'estrazione postdemocristiana del partito capitanato da Pierferdinando Casini. Fitto il carnet degli interventi …………………………………….Dopo gli spettacoli e la discoteca, sabato si torna a parlare di "Valori al centro della società postmoderna Governare la trasformazione". Interverranno, fra gli altri, il presidente della Provincia Francesco Musotto e padre Ennio Pintacuda. …………………………

La Repubblica sezione Palermo pag. 5

 

80.           20 ottobre 2000 - venerdì

IL NETWORK DELLA FORMAZIONE NEL BACINO DEL MEDITERRANEO

QUOTIDIANO DEL SAB.

 

81.           20 ottobre 2000 - venerdì

EUROMEDITERRANEAN MASTER

QUOTIDIANO DEL SAB.

 

82.           26 ottobre 2000 - giovedì

FORMAZIONE A PALAZZO COMITINI

Gazzetta del Sud

 

83.           27 ottobre 2000 - venerdì

DIRITTO ENTI LOCALI

Giornale di Sicilia

 

84.           27 ottobre 2000 - venerdì

DA TIM SETTE BORSE DI STUDIO AL MASTER EUROMEDITERRANEO

Giornale di Sicilia

 

85.           9 novembre 2000 - giovedì

BRITISH AIRWAYS, QUATTRO MESI POSITIVI. I PASSEGGERI SONO OLTRE SETTANTAMILA

Giornale di Sicilia          GAETANO LA MANTIA

 

86.           12 novembre 2000 - domenica

1 MASTER EUROMEDITERRANEO          BORSE DI STUDIO

Corriere della Sera         CERISDI

 

87.           12 novembre 2000 - domenica

USURA, APPELLO DEL PAPA ALLE BANCHE

Corriere della Sera         GIULIANO GALLO

 

88.           12 novembre 2000 - domenica

1 MASTER EUROMEDITERRANEO          BORSE DI STUDIO

Corriere della Sera         CERISDI

 

89.           12 novembre 2000 - domenica

USURA, APPELLO DEL PAPA ALLE BANCHE. FATE DI PIU' PER AIUTARE LE VITTIME

Giornale di Sicilia

 

90.           15 novembre 2000 - mercoledì

Alle 17 a Castello Utveggio si inaugura l'anno accademico del Cerisdi. Dopo l'indirizzo del presidente Ennio Pintacuda, interverranno il ministro delle telecomunicazioni Salvatore Cardinale, il sottosegretario agli Esteri Franco Danieli, il professore Roberto La Galla dell'Università di Palermo e Raffaello Fellah del Centro Mediterraneo.

La Repubblica sezione Palermo

 

91.           15 novembre 2000 - mercoledì

L'ORLANDO PALADINO DEL NULLA

AMICA di Giancarlo Perna

 

 

92.           28 novembre 2000 - martedì

Domani alle 9 nella sala videoconferenze della Telecom, in via Ugo La Malfa, apertura dei lavori della sesta Giornata della qualità. Interverranno Giuseppe Costanzo, Ennio Pintacuda, Liliane Barda, Bruno Soresina, Giuseppe Bianchi e Claudio Provetti. I lavori giovedì si sposteranno a Palazzo Ziino, in via Dante. 

La Repubblica sezione Palermo pag. 28

 

 

93.           29 novembre 2000 - mercoledì

QUATTRO GIORNI SULL’AIDS, GLI ESPERTI TRA I DETENUTI

La Repubblica

 

94.           29 novembre 2000 - mercoledì

QUATTRO GIORNI SULL’AIDS, GLI ESPERTI TRA I DETENUTI

La Repubblica

 

95.           7 dicembre 2000 - giovedì

TELEFONATE TRA IL BOSS E SERVIZI. FRATTINI: OCCORRE INDAGARE

Giornale di Sicilia

 

96.           8 dicembre 2000 - venerdì

IL BLITZ DELLA SOCIETÀ CIVILE

Arrivano alla spicciolata, si salutano come chi non si incontra da tempo, ricordano i giorni passati, come fossero compagni di scuola: le assemblee a Palazzo delle Aquile, i lenzuoli dell'antimafia, i cortei gonfi di slogan. Accadeva appena otto anni fa, eppure sembra essere passata un'eternità. In mezzo c'è stato Leoluca Orlando. «E niente che assomigliasse a una società civile organizzata», si accenna a mezza voce quasi col timore che il compagno a cui lo stai dicendo la pensi diversamente. Ma quando si scopre che non è così, arriva un sorriso ironico liberato. Eccola qui la società civile palermitana che torna a incontrarsi dopo otto anni per iniziativa di alcuni suoi esponenti. «Ma non siamo il comitato elettorale di nessuno, meno che mai di Emilio Arcuri», precisa più d'uno. Eppure, le ipotesi di candidatura del vicesindaco di Orlando e di Franco Piro restano in cima ai discorsi che si sentono più di frequente nei dietro le quinte dell'incontro. Ufficialmente, però, niente. Anche perché la legge sugli enti locali, votata mercoledì notte dalla Regione, ha rimesso in gioco tutto: una cosa era votare a giugno, un'altra, come sarà, votare a novembre. «La ricreazione è finita»: tocca a uno dei più intelligenti critici (da sinistra) di Orlando suonare la campanella alla società civile, il professore Alfio Mastropaolo, ex assessore alla Cittadinanza della sua giunta, adesso docente di Scienza della politica a Torino. Dalle battute iniziali della convention pomeridiana al centro stampa di viale del Fante si svela subito l'ombra che aleggia neanche tanto di nascosto: Leoluca Orlando. «E non si può parlare di futuro senza guardare al passato», accenna Mastropaolo. «Anni buoni ma non perfetti, città cambiata ma non del tutto». «Io stimo Orlando, ma diciamolo, ha una personalità debordante»: è questo il momento più liberatorio che Mastropaolo offre alla platea di 120 persone. I toni si fanno tesi: gli orfani di Orlando, quelli che lo hanno sostenuto in strada all'inizio degli anni Novanta e che poi si sono visti inghiottiti dal suo presenzialismo, adesso chiedono di ritornare a essere società civile, il popolo della sinistra palermitana. Mastropaolo abbandona i toni dello studioso e si lancia in quelli del tribuno: «Scongelare la società civile è una necessità». Incoraggia il suo uditorio: «Anche senza Orlando avete buone possibilità di farcela». Per il momento non resta che fare ad alta voce l'elenco degli assenti, «quelli - dice Mastropaolo - che ad Orlando hanno comunque dato molto». Vengono scanditi i nomi di Palermo Anno Uno, del Coordinamento antimafia, della rivista Segno, del Centro Impastato, del Centro San Saverio, il giornale L'Ora che chiuse nel 1992, la scuola di formazione politica di padre Ennio Pintacuda, «quando Pintacuda era dei nostri - accenna il professore - poi chissà perché è passato dall'altra parte». I discorsi scorrono, gli slogan pure. Al tavolo della convention che si è ribattezzata «Promemoria Palermo» ci sono gli organizzatori: Rosanna Pirajno, Salvatore Savoia e Giuseppe Barbera. Alla spicciolata arriva quasi tutta la squadra di Orlando. Il più puntuale, ad apertura di incontro, è Giovanni Ferro. Poi Alessandra Siragusa e Antonello Cracolici. Emilio Arcuri arriva per ultimo, ingresso sorridente e immancabili strette di mano da prossimo candidato. C'è l'entourage che in questi anni ha sostenuto Orlando, Giulia Randazzo e Ferruccio Barbera. Qualcuno distribuisce l'ultimo numero di "InformaPalermo", curato dall'assessorato Informazione del sindaco. «Ci conviene rivendicare l'esperienza Orlando e proseguire in continuità nonostante ciò che non è andato bene», suggerisce Mastropaolo. In platea ascoltano attenti intellettuali, esponenti di associazioni e movimenti. Ci sono lo scrittore Roberto Alajmo, Pino Toro di Città per l'Uomo, Giuseppe Di Lello, Simona Mafai, Santi Rizzo, Letizia Battaglia, Nino Lo Bello, Paolo Viola, Antonio Restivo, l'avvocato Vincenzo Gervasi, il giudice Gioacchino Scaduto. Poi i quadri cittadini dei Ds, il segretario dell'Anci Sicilia, il professore Andrea Piraino che suggerisce di distinguere fra «società civile e società attiva: è questa a cui forse bisogna appellarsi». "Promemoria" ha iniziato a tessere la sua rete su Internet (www.promemoriapalermo.com). Gli slogan richiamano il cammino di otto anni fa. E sul sito c'è la foto di Falcone a ricordare che le parole chiave della campagna elettorale devono essere: «Contro la destra e i comitati d'affari». «Se non tornate insieme - avverte Mastropaolo - la città sarà riconsegnata a loro».

di Salvo Palazzolo - La Repubblica sezione Palermo pag.2

 

97.           14 dicembre 2000 - giovedì

E I PRETI ANTIMAFIA ACCUSANO I POLITICI

«Sono opportunisti». Don Turturro contro il procuratore Tinebra

Di riti se ne intendono, ma adesso sono i preti a dire che si rischia di ridurre l'antimafia solo ad una «celebrazione». E tanti di loro che hanno indossato le tonache dei chierici antiboss, pur con voci diverse, a volte stonate, preferiscono lanciare allarmi fuori dal tendone dell'Onu, come fa don Luigi Ciotti attaccando i partiti, «quelli che si tengono dentro persone espressione di illegalità». Dopo le inaugurazioni e l'ufficialità internazionale del primo giorno scatta anche una polemica tutta italiana contro «una politica più preoccupata dell'estetica che dell'etica del suo agire». Bordata dura, quella di don Ciotti, che evita di far «nomi e cognomi» con questi primi tuoni, echeggiati al convegno parallelo tenuto fra i padiglioni dei Cantieri culturali, perfino contro la caricatura di «un'antimafia opportunista». Ma il vero boato arriva a fine mattinata quando conquista il microfono don Paolo Turturro, il prete con scorta e parrocchia di fronte all' Ucciardone, presidente dell'«Associazione dipingi la pace», pronto a far guerra per salvare, dice, una Palermo in rovina «da quando hanno mandato via Caselli per un accordo e un favore a Berlusconi e D' Alema, per fare terminare gli attacchi della magistratura...». E don Paolo, con il quale Caselli passò l'ultimo giorno dei suoi sette anni palermitani, un po' confusionario, come un vulcano in eruzione, scarica lava infuocata contro tutto e tutti. Ce n' è pure per Sergio D' Antoni: «Gira nel mio quartiere, al Borgo Vecchio, dicendo di avere la benedizione di Andreotti». E ce n' è per il cardinale Ruini: «È terribile che il Papa, da grande ingenuo, parli per sua bocca». Ma diventa un bersaglio pure il procuratore della Repubblica di Caltanissetta Gianni Tinebra perché il sacerdote lancia sospetti che lasciano di sasso la platea dei Cantieri: «Non potrà venire nulla di buono da quella Procura, è amico del boss Farinella...». Tutti sbalorditi, a cominciare dal presidente dell'Antimafia Beppe Lumia e dal commissario antiracket Tano Grasso. E pare che don Ciotti voglia tirare la tonaca a Turturro quando, appena fuori dal salone, raccomanda: «Bisogna cercare la verità, ma bisogna essere documentati». Insomma, non tutti condividono i toni, seppure la rivolta contro i luoghi comuni e i riti accomunino vecchie e nuove figure della Chiesa più impegnata. È il caso di padre Ennio Pintacuda, rimasto nel suo «Centro di eccellenza» in cima alla città, un tempo consigliere spirituale del sindaco Orlando, oggi scettico davanti alla kermesse dell'Onu: «In fondo, è solo un convegno. Mancano i capi di Stato, mi pare che ci siano solo quelli di Polonia ed Albania, e dagli Usa mi sarei aspettato una delegazione corposa. Non c' è nemmeno Louis Freeh, il capo del Fbi che viene per gli anniversari di Falcone ma che non vedo qui in questi giorni. Forse è un segno di sfiducia...». E da un'altra trincea scuote il capo padre Baldassare Meli, il paladino della disperata Albergheria: «È singolare vedere qui riuniti per la pace tanti Paesi, gli stessi che vendono le armi...». La politica? «Anch' io non sono tenero con i partiti. Non ce n' è uno che possa essere considerato un punto di riferimento, da destra a sinistra. E se vogliono solo fare convegni per portare avanti questo o quello io non ci sto più». Che parli anche di Orlando il sacerdote che è stato consulente esterno del sindaco? «Beh, che cosa si è fatto? Non vedete che le case della vecchia Palermo continuano a crollare anche oltre gli alberi piantati per non fare vedere le macerie?».

di Felice Cavallaro - Corriere della Sera pag. 10

 

98.           16 dicembre 2000 - sabato

Palermo, 16-18 dicembre

3° Christmas Workshop

 

99.           21 dicembre 2000 - giovedì

SERIO, NOMINA E VELENI

Il giallo si è risolto soltanto nel tardo pomeriggio. Quando il presidente della Regione Vincenzo Leanza ha firmato il decreto di nomina di Guglielmo Serio, proposto dall'assessore agli Enti Locali Girolamo Turano, a commissario di Palermo. Nessuna sorpresa, dunque, ma la partita all'interno del Polo delle Libertà è tutt'altro che chiusa. Bisognerà adesso trovare l'accordo sui due - molto più probabilmente tre - vicecommissari che affiancheranno Serio in questi undici mesi di amministrazione a Palazzo delle Aquile. Ne vuole uno An, che punta sul direttore dell'assessorato regionale al Turismo Agostino Porretto, fedelissimo del deputato regionale (ed ex assessore) Nino Strano. Ne pretende un altro il Cdu, e Cuffaro non si muove di un millimetro sulla designazione di Salvatore Rocca. Ma bisognerà fare i conti con i dantoniani, per nulla disposti a rinunciare a un proprio uomo al Comune alla vigilia di importanti scadenze elettorali. Come riportare il sereno nel centrodestra? Il presidente Leanza ci ha pensato a lungo, e anche per questo la firma al decreto di nomina di Guglielmo Serio è slittata di ventiquattr'ore. Poi, salomonicamente, ha capito che forse per il momento è meglio prendere un po' di tempo. Dunque, via libera all'ex presidente del Tar e del Consiglio di giustizia amministrativa. Pausa di riflessione, invece, per i suoi vice. Alla fine, però, sarà costretto a piegarsi ai diktat dei partiti di maggioranza. E quindi sarà meglio preparare una stanza in più per accogliere il quartetto che traghetterà Palermo fino alla scadenza elettorale del prossimo mese di novembre. Per nulla intimorito dalle polemiche suscitate dalle sue prime interviste, Serio ha proseguito anche ieri il suo tour di contatti con la città. Visita di ossequio al Cerisdi, accolto a braccia aperte da padre Ennio Pintacuda. Nuove dichiarazioni ai giornali con tanto di frecciatine velenose all'ex sindaco Leoluca Orlando. Spalle ben coperte per il neocommissario, che continua a incassare elogi e complimenti da parte del Polo: «E' stato prescelto unicamente in base alle sue competenze tecniche», ribadisce l'assessore Turano. «L' ultima parola spetta ai cittadini: a loro il compito di valutare la competenza del nuovo commissario, ma solo al termine del mandato», ha continuato l'assessore. «E comunque nessuno pensi che questa nomina sia frutto di favoritismi politici». Applaude anche il deputato di An Enzo Fragalà, amico personale del commissario: «La nomina di Serio segnerà una svolta per la città». Chi non ci sta, invece, è il capogruppo dei Ds al Consiglio comunale Luigi Gerbino: «Speravamo che il dottor Serio si approcciasse al delicato incarico che lo attende con lo spirito di chi svolgerà funzioni commissariali e non di esponente politico di una fazione ben precisa. Ma - sottolinea Gerbino - la cosa più grave è quanto sta accadendo intorno alla nomina dei vicecommissari, oggetto di uno squallidissimo gioco spartitorio tra le forze del centrodestra, i cui big fanno a gara nello sponsorizzare questo o quel campione del peggiore sottobosco burocratico regionale». Duro anche il commento del democratico Manlio Mele: «I partiti del centro non volevano Serio, ma Forza Italia lo ha imposto a tutti i costi. Questo vuol dire che alla Regione c'è un governo monocolore e che il centro conta poco o nulla».

di Lucio Luca - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

100.        21 dicembre 2000 - giovedì

SI È INSEDIATO IL COMMISSARIO SERIO

di Maria Teresa Conti - La Sicilia

 

101.        21 dicembre 2000 - giovedì

COMUNE DI PALERMO DA OGGI IL COMMISSARIO AL LAVORO

di Lillo Miceli – La Sicilia

 

102.        30 dicembre 2000 - sabato

AL CERISDI TRE GIORNATE DI INCONTRI

Intervista           Giornale di Sicilia

 

103.        30 dicembre 2000 - sabato

PADRE PINTACUDA ROMPE IL SILENZIO

Intervista di Lillo Miceli - La Sicilia

 

104.        3 gennaio 2001 - mercoledì

RIMESSO IN LIBERTA' PRESIDENTE COOP

Giornale di Sicilia          CR.G.

 

105.        12 gennaio 2001 - venerdì

SERIO: ORLANDO HA FATTO SALTARE IN ARIA PALERMO

Il Giornale         STEFANO ZURLO

 

106.        17 gennaio 2001 - mercoledì

FAZIO: TASSI PIU' BASSI CONTRO L' USURA

Corriere della Sera         DINO MARTINARO

 

107.        17 gennaio 2001 - mercoledì

I VESCOVI: LE LOTTERIE FAVORISCONO GLI STROZZINI

Corriere della Sera         D.MART-

 

108.        17 gennaio 2001 - mercoledì

L' USURA NON È INVINCIBILE: FAZIO CHIEDE SFORZI STRAORDINARI ALLE BANCHE

Giornale di Sicilia          R.G.VC.

 

109.        17 gennaio 2001 - mercoledì

MUTUI USURAI, L' ABI TENDE LA MANO

Giornale di Sicilia

 

110.        17 gennaio 2001 - mercoledì

DENUNCIARE GLI USURAI PER BATTERLI

La Stampa         MARIA CORBI

 

111.        24 febbraio 2001 - sabato

PADRE SORGE FONDA UN PARTITO E LO COLLOCA NEL CENTROSINISTRA

  Giornale di Sicilia

 

112.        24 febbraio 2001 - sabato

CHIESA E PARTITI, APPELLO DI TONINI: INGERENZE? SOLO UN EQUIVOCO

di Orazio La Rocca - La Repubblica

 

113.        24 febbraio 2001 - sabato

IL NON PARTITO DI PADRE SORGE

La Stampa         MARCO TOSATTI

 

114.        1° marzo 2001 - giovedì

CASTELLO UTVEGGIO:

PALERMO E IL SUO MARE IN UNA MOSTRA CURATA DALLA GALLERIA D' ARTE MODERNA      NOTA STAMPA CERISDI- FAI

 

115.        10 marzo 2001 - sabato

LA GIORNATA FAI DI PRIMAVERA A CASTEL UTVEGGIO

PROGRAMMA FAI

 

116.        11 marzo 2001 - domenica

ALLA SCOPERTA DEL CASTELLO

Castel Utveggio, Monte Pellegrino e il suo parco saranno i protagonisti della quarta "Giornata di Primavera" iniziativa che si terrà sabato e domenica prossimi. Ad annunciarlo è stata Emanuela Tortorici, capo delegazione del Fai di Palermo, insieme con il presidente regionale Vincenzo Calefati di Canalotti e padre Ennio Pintacuda, presidente del Cerisdi, il centro di studi e ricerche che ha sede proprio a Castel Utveggio. E così nelle giornate di sabato e domenica prossimi, dalle 10 alle 16, senza interruzione, sarà possibile ammirare le cento stanze del castello, fatto edificare dall' imprenditore della belle époque Michele Utveggio negli anni Trenta, ad opera dell’architetto Giovan Battista Santangelo……….

di Paola Nicita – La Repubblica sezione Palermo pag. 10

 

117.        15 marzo 2001 - giovedì

Una sera di primavera del 1934, il cammino che dalle falde del Monte Pellegrino giunge sino a Castello Utveggio era illuminato da centinaia di fiaccole, che punteggiavano di piccole luci i fianchi della montagna. Si inaugurava con una festa sontuosa il più sfarzoso ed elegante grande albergo in stile liberty della città, con cento stanze, giardino, piscina e una vista spettacolare su Palermo. La grande torre rosa di Castello Utveggio, adagiata sul primo pizzo di Monte Pellegrino, è il monumento che quest' anno sarà possibile scoprire, sabato e domenica, grazie alla quarta edizione della "Giornata di primavera", l’iniziativa del Fondo ambiente italiano, sostenuta in tutta Italia da "la Repubblica" e Wind. All' inaugurazione della due giorni dedicata all' Utveggio, che ospiterà anche due mostre, una di foto e un’altra di dipinti, saranno presenti Emanuela Tortorici, capo delegazione Fai di Palermo, padre Ennio Pintacuda, presidente del Cerisdi, la scuola di specializzazione che ha sede proprio nel castello, e Vincenzo Calefati di Canalotti. ……………………………..

di Paola Nicita – La Repubblica sezione Palermo pag. 9

 

118.        20 marzo 2001 – martedì

Sull' altare di San Michele Arcangelo anche i sacerdoti provano imbarazzo. Cosimo Scordato, Ennio Pintacuda e Nino Fasullo, preti e amici di famiglia, celebrano i funerali di Renato Fiandaca rimasto vittima, a 24 anni, di un incidente tutto da chiarire lungo la panoramica per Monte Pellegrino. Sollievo al dolore, fede, speranza sono parole che si infrangono sugli occhi muti del padre, Giovanni Fiandaca, docente di diritto penale, considerato il massimo studioso della materia in Italia, della madre Maria, insegnante all' Einaudi, e del fratello Gianluca, in piedi nella prima fila della chiesa. Dietro ci sono i parenti e i tanti amici del giovane e del professore Fiandaca, la giovane fidanzata di Renato, i colleghi della madre. Ci sono politici come Pietro Folena, i magistrati della Procura di Palermo e della giudicante come Francesco Ingargiola, professori universitari di Giurisprudenza e Scienze politiche. C' è il procuratore Pietro Grasso….

La Repubblica sezione Palermo pag. 6

 

119.        30 marzo 2001 – venerdì

CHE SUCCEDE NEL MONDO DELLA SCUOLA

L' episodio del seminario «antisemita» al Liceo "Garibaldi", al di là delle polemiche e delle prese di posizione anche violente del mondo politico, esige una riflessione più ponderata e meno di superficie, con l’intento di capire ciò che sta accadendo nel mondo della scuola, tra i giovani, prima di emettere facili sentenze di condanna inutili e forse persino dannose e controproducenti. Dicendo ciò non intendo giustificare in alcun modo il più piccolo atteggiamento antisemita o di intolleranza religiosa, culturale o etnica verso chicchessia, che devono, sempre, essere combattuti e respinti. Altra cosa è porre l’esigenza di misurare le proprie coscienze con i fatti della storia, disporre di strumenti di analisi e di indagine che consentano di apprendere ciò che è stato, ciò che avvenuto, magari per non incorrere negli errori/orrori del passato. Se questa ricerca è condotta con serietà scientifica, con onestà intellettuale e con rigore, magari anche con l’aiuto di docenti e di esperti, può fare solo bene ed essere un valido contributo per la crescita culturale delle muove generazioni. Si è parlato, anche a sproposito, di un tentativo di giustificazione dell' antisemitismo, espressione locale di quel processo - assai più generale - di revisionismo della storia, nato in Germania, tendente a minimizzare se non addirittura a negare la persecuzione ebraica e quindi l' olocausto.
Se questo atteggiamento giustificatorio o di ridimensionamento delle responsabilità del genocidio esiste e trova udienza in certi ambienti, non deve però farci desistere da quell' impegno di verifica e di studio ancora più ampio che si è sperimentato su grandi questioni del passato, remoto e recente. Solo alcuni esempi, l’Inquisizione, il rapporto tra cristiani ed ebrei nella storia della Chiesa, il Risorgimento italiano, la condanna di Galilei. L' anno giubilare è stato per la Chiesa cattolica non solo un grande atto di spiritualità e di fede, ma una grande occasione per mettere in discussione atteggiamenti del proprio passato, rendere verità, riabilitare grandi figure segnate da giudizi ingiustamente severi e chiedere perdono. Aver condannato le aberrazioni e la violenza dell’Inquisizione, aver chiesto perdono al popolo ebraico per le persecuzioni che hanno costellato in Europa i rapporti tra maggioranze cattoliche e minoranze ebraiche nei secoli, ha palesato con decisione l’odierna tendenza della Chiesa a rimettere in discussione una storia codificata e irrigidita su schemi che avevano radici lontane nel tempo. Un segno davvero imponente della capacità della Chiesa di aprirsi all' umanità tutta, di comprendere le ragioni degli altri, di difendere il valore del dialogo ecumenico tra le grandi religioni monoteiste per sostenere il cammino dell’uomo verso un futuro di pace e di fratellanza. La chiesa ha dimostrato, in questo caso, un «laicismo culturale» che in altri soggetti si è perduto. Viviamo in una società pluralista, o almeno definita tale, e non dobbiamo dimenticarlo. In democrazia le opinioni contano tutte, se è ammesso il confronto. Non bisogna aver paura di questo. Bisogna invece domandarsi quali strumenti di verifica oggi la scuola riesce a fornire ai ragazzi per decodificare la realtà, esprimere scelte e giudizi, muoversi nella vita. La scuola è oggi in crisi proprio per l’incapacità di offrire agli studenti quegli strumenti di criticità che prima le ideologie in un modo o nell' altro assicuravano. Il bisogno di punti di riferimento, la necessità di costruire un proprio percorso di crescita e di maturazione è quello che i ragazzi di oggi pongono a una scuola che ha perso di vista la sua funzione principale: la preparazione culturale dei giovani. Il ruolo dei docenti è sempre più ridotto a conseguire risultati predeterminati dall' alto, che poco hanno a che fare con la domanda di sapere e di istruzione che i giovani d' oggi richiedono, creando delusioni, incomunicabilità e distacco. Nell' era delle comunicazioni, della globalizzazione delle informazioni, della facilità di accesso alle notizie, questo vuoto può sembrare anche paradossale ma invece esiste e produce effetti poderosi. La funzione dell’educatore non può essere sostituita dalle macchine. Il dialogo tra docente e studente nell' apprendimento è fondamentale, lo scambio comunicativo interpersonale è decisivo per la crescita comune di insegnati e studenti. Non è un caso che la maggioranza dei giovani esprima oggi giudizi di estraneità verso le istituzioni e la politica, che si lasci sedurre da atteggiamenti di immaturità e di irresponsabilità: la negatività e il disvalore che impregnano costantemente i messaggi rivolti al pubblico trovano un immediato riverbero proprio nelle generazioni più giovani. La forza persuasiva dei mezzi di comunicazione è assai più forte della parola dell’insegnante. Quei ragazzi del liceo "Garibaldi" sono, su un piano culturale, sicuramente più vivi di tanti loro coetanei. La ricerca della verità storica non può essere di parte, non deve avere un colore politico, deve trovare l’impulso di tutti, nel confronto democratico libero e condiviso.

di Ennio Pintacuda - La Repubblica sezione Palermo prima pagina

 

120.        3 aprile 2001 - martedì

Sarà il Cerisdi a occuparsi della formazione dei dipendenti del Comune. È questo il proposito espresso dal commissario straordinario Guglielmo Serio, che ieri ha ricevuto il presidente del Centro ricerche e studi direzionali, padre Ennio Pintacuda. Il commissario ha manifestato la volontà dell’amministrazione comunale, che fa parte del consiglio di amministrazione del Cerisdi, di avviare, attraverso una convenzione, un progetto di formazione per il personale comunale. È un’iniziativa che prevede un piano di attività formativa attraverso seminari organizzati dall' istituto che ha sede a Castello Utveggio e riguardanti l'approfondimento di materie giuridiche attinenti al diritto amministrativo e all' organizzazione della pubblica amministrazione.

La Repubblica sezione Palermo pagina 2

 

 

121.        20 aprile 2001 - venerdì

SECONDA EDIZIONE " OSSERVATORIO SULLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE "

PROGRAMMA L.U.P.- REGIONE SICILIA

Castello Utveggio

Seminario:” Riforma della pubblica amministrazione

 

122.        20 aprile 2001 - venerdì

ASPETTI NORMATIVI E FINANZIARI

PROGRAMMA PROJECT FINANCING       10 e seg.

 

123.        21 aprile 2001 - sabato

"Quale Sud nell' Europa unita" è il titolo del forum in programma domani alle 9 al Castello Utveggio organizzato dall' International Inner Wheel.

Introdurrà Ennio Pintacuda.

La Repubblica sezione Palermo pagina 10

 

124.        24 aprile 2001 - martedì

IL CERISDI, UN CAPOSALDO DELLA NUOVA SICILIA

Giornale di Sicilia

 

125.        5 maggio 2001 - sabato

GIOVANI E POLITICA QUALI RAPPORTI?

PROGRAMMA COMUNE DI PRIZZI                      IL SINDACO LUIGI VALLONE

 

126.        5 maggio 2001 - sabato

GIOVANI E POLITICA, TAVOLA ROTONDA

Giornale di Sicilia

 

127.        5 maggio 2001 - sabato

PINTACUDA E SORGE: DOPO I CONTRASTI LA PACE

Giornale di Sicilia          M.R.

 

128.        24 giugno 2001 - domenica

VIOLENZA SESSUALE, LA NUOVA REALTA' DEL TERZO MILENNIO

POLIZIA STATISTICA          23 e seg.          FRANCESCO TIARI

 

129.        25 giugno 2001 - lunedì

LE COOP SOCIALI ALLA PROVINCIA. UN PERITO" ECCO I FONDI NERI"

Giornale di Sicilia          R.AR.

 

130.        26 giugno 2001 - martedì

L' ADDIO AALE " PRIMAVERE DI PALERMO "

La Stampa                     Pierluigi Battista

 

131.        27 giugno 2001 - mercoledì

L' AMICO DI UN TEMPO

PINTACUDA E L' EX ALLIEVO: ORLANDO PAGA LE PROMESSE NON MANTENUTE

Chi si arrampica per i tornanti di Monte Pellegrino, in cima, può scegliere fra il santuario di Santa Rosalia, da secoli patrona dei palermitani, e il «santuario» del Cerisdi, la scuola per manager governata da Ennio Pintacuda, il gesuita un tempo «patrono» di Leoluca Orlando. Le spesse mura del castello sono da tempo invalicabili per chi cerca notizie e commenti sul divorzio fra il protagonista della «primavera» palermitana e il suo consigliere spirituale. E nel giorno dell'ennesima sconfitta dell'ex pupillo il padre-presidente preferirebbe tacere ancora. «Che mi metto a parlare di Leoluca, adesso?». Parliamo della fine dell'«orlandismo». «Non è più tempo di Messia che promettono e non realizzano. Orlando crolla per questo». Ci sono nuovi Messia? «Nonostante una società sempre più disincantata, resta intatta la suggestione di messianismo. Si vede in politica, nelle manifestazioni religiose, nella cultura. Ma tutti si aspettano veri Messia. Mosè promise e condusse il suo popolo verso la terra promessa». Orlando ha illuso il suo popolo? «Si sono rotti i ghiacciai dei vecchi partiti, il consenso fluttua, il popolo crede nei Messia, ma altrettanto velocemente li punisce quando non vede risultati concreti. È legge. E lo dico a tutti». Anche ai nuovi Messia? «Anche ai dirigenti di Forza Italia riuniti poco prima del voto per una lezione a Castelbuono. Il nuovo Messia deve realizzare in fretta». Parla di Berlusconi? «Parlo di Berlusconi e, in Sicilia, di Cuffaro. Parlo di chi promette». Quali promesse non ha mantenuto Orlando? «Il problema riguarda il centrosinistra che ingloba anche Orlando. È mancata la terra promessa. Lui è vittima, complice, artefice dell'illusione». Quando scattò il distacco fra lei e Orlando? «Quando si capì che non si realizzavano i progetti per il centro storico, per i quartieri periferici, fermandosi all' "immagine" e producendo lo spreco di un patrimonio preziosissimo come quello della Rete». Quale la lezione per i nuovi «Messia»? «L’ho detto a Castelbuono. Quando alle parole non seguono fatti concreti il popolo se ne accorge e diventa crudele nel suo consenso: spazza via tutto con una rapidità che talvolta non si riesce nemmeno a controllare». Ed ora? «Non ci resta che aspettare le "risposte" concrete del centrodestra. Come ha detto Cuffaro, bisogna sapere riflettere, togliere i veleni, e ricostruire la Sicilia nel tempo del federalismo e delle riforme». Ai perdenti cosa dice? «Calmatevi, riflettete, ogni stagione ha le sue fasi. Per alcuni è il tempo della serenità, dello studio e anche del pentimento rispetto a quel che avrebbero potuto realizzare e non hanno realizzato». Guardi che Orlando vuole rifare un'altra Rete. «Rifletta. Chi ha dietro? Non ha più gli appoggi di prima, i consigli di prima...». E nemmeno il consigliere di un tempo.

di Felice Cavallaro - Corriere della Sera pag. 10

 

132.        28 giugno 2001 - giovedì

SUGLI ABUSIVI IL REBUS DELLE RUSPE

PRIMI a sperare sono i proprietari delle case abusive di Licata. …………………………………………………L' intesa con la Chiesa. Non solo un assessorato, sul piatto dei buoni rapporti con la Conferenza episcopale siciliana. Nell' incontro di un’ora avuto ieri in Curia con il cardinale Salvatore De Giorgi, Cuffaro ha annunciato alcune iniziative: un organismo permanente «di collegamento tra Chiesa cattolica e mondo politico», ma anche la creazione al piano terra di tutti gli assessorati di un ufficio accoglienza disabili che avrà il compito di garantire i diritti delle categorie svantaggiate. Dal cardinale De Giorgi ha ricevuto l’invito a «non sprecare una lira» e a «spendere quanto è spendibile in favore dei più deboli». Poi Cuffaro si è spostato al Castello Utveggio dove ha incontrato il presidente del Cerisdi, padre Ennio Pintacuda, preannunciando il rafforzamento del rapporto di collaborazione tra la Regione e il centro ricerche. ……………………………………………………………………

di Carmelo Lopapa - La Repubblica sezione Palermo pag. 3

 

133.        28 giugno 2001 - giovedì

CUFFARO: CHIEDERO' IL RISPETTO DELLO STATUTO

di Lillo Miceli – La Sicilia

 

134.        28 giugno 2001 - giovedì

Domani alle 9,30 a Castello Utveggio avrà luogo il convegno finale del progetto Informalavoro, dal titolo "Il terzo settore per lo sviluppo dell’occupazione". Interverranno Padre Ennio Pintacuda, presidente del Cerisdi e Francesco Musotto, presidente della Provincia regionale di Palermo.

La Repubblica sezione Palermo pag. 10

 

135.        7 luglio 2001 - sabato

INCONTRO TRA CUFFARO E PINTACUDA AL CERISDI

QUOTIDIANO DI SICILIA

 

136.        8 luglio 2001 - domenica

PINTACUDA IL GESUITA SOCIOLOGO

L' EMINENZA GRIGIA DI DESTRA E SINISTRA

ERA lì, con gli stessi occhialoni da professore americano anni Sessanta che porta adesso, quando i giovani di Palermo scoprivano la contestazione sessantottina. E c’era, con la sua faccia da gesuita, non ascetico ma mollemente arabo, quando, sotto la sua regia, cominciava la stagione politica della Primavera. C' era ai tempi delle rivolte, e c' è adesso che il Grande Maestro della Storia sta riavvolgendo il nastro. Stop. Indietro. Giulio Andreotti, assolto, è sempre lì. Calogero Mannino, assolto, scalda il cuore di chi sogna di rifare la Dc. Figurarsi se tutto questo può impressionare padre Ennio Pintacuda, il sociologo gesuita che Francesco Cossiga voleva spedire in Sudamerica, l’ex consigliere spirituale e politico di Orlando «furioso», il prete che teorizzò e teorizza le virtù del trasversalismo in politica: «Guardi che io, da quando nel '69 sono tornato, sono costantemente immerso nelle vicende palermitane. E, soprattutto, non mi allontano mai d' estate. Perché qui gli eventi determinanti accadono d' estate». Anche in un’estate come questa, nella quale lui osserva l’ennesima contorsione della Storia dalla finestra del suo studio di presidente del Cerisdi, il centro di formazione della Regione che guida ormai da tre anni («L’ho trovato con debiti di oltre due miliardi e l’ho portato in attivo»). Alle 11 del mattino padre Ennio Pintacuda ha già letto i giornali che raccontano dell’assoluzione di Mannino, della festa dei suoi amici vecchi e nuovi sotto la casa del leader. Lui si appoggia a Giambattista Vico e a Sant' Agostino: «Forse a Palermo e nel Paese si sta realizzando una legge della Storia, quella dei corsi e dei ricorsi. Sta succedendo qualcosa che può smarrire, sia per il ritorno di alcuni personaggi politici, sia per l’applicazione di norme nei processi che possono sembrare ballerine. Per esempio, mi ha sorpreso il fatto che in talune sentenze, tra il primo e il secondo grado, ci sono state interpretazioni diverse per fatti uguali. Mi riferisco, per esempio, alla vicenda di padre Frittitta, prima condannato e poi assolto sempre sulla base della valutazione dell’esercizio del suo ministero. Ecco, questo può confondere». Lui lo aveva già detto, ricordando un’altra estate: «Sì, nell' omelia che feci nello scorso agosto per commemorare il procuratore Costa mi sembrò giusto ricordare ai magistrati che bisogna impegnarsi con professionalità nello studio. Ero molto impressionato dalla sentenza Frittitta. Ecco, oggi che è passato il tempo dei lenzuoli e dei sit-in, la società chiede ai giudici di legittimarsi con lo studio, con la professionalità. Facendolo con coraggio, senza fughe. Ecco, io vedo che Caselli è andato via. Questo è stato percepito come un lasciare sguarnita la postazione. Ma io l’ho detto, tutto questo, a Caselli». Sì, perché padre Pintacuda i protagonisti degli ultimi trent' anni di Storia siciliana li ha visti tutti da vicino. E tutti, o quasi tutti, gli hanno chiesto consigli, suggerimenti. Dall' ex segretario regionale della Dc Rosario Nicoletti - suicida nell' 84 - («Mi affidò quelli che riteneva i giovani di maggior talento: Sergio D' Antoni, Vito Riggio e Luigi Cocilovo»), fino al barone rosso dei Ds Vladimiro «Mirello» Crisafulli: «Quando cadde il secondo governo Capodicasa alla Regione, mi cercò. Mi chiese di agire presso Forza Italia per arrivare a un governo delle larghe intese. E Forza Italia era disponibile. Poi qualcuno bloccò tutto. Probabilmente favorendo anche questo risultato elettorale del 13 maggio in Sicilia, che è stato clamoroso». Non lo dice, ma il potere gli piace. Gli piace leggerlo, indirizzarlo, osservarne evoluzioni e contorsioni. Squilla il telefono. All' altro capo del filo c' è l’ex presidente della Rai - ai tempi dei fasti socialisti - Enrico Manca. Poi chiamano dal Consiglio comunale: «Avete approvato il bilancio? Bene». Si è gesuiti anche per questo. Per il gusto raffinato, balzacchiano, del potere. Lui i gesuiti li conobbe al suo paese, Prizzi, dove è nato 68 anni fa. «Venivano a fare gli esercizi spirituali nelle case. Avevano un prestigio intellettuale enorme». E lui, che aveva già letto quasi tutto Dostoevskij e molto Tolstoj, entrò a 17 anni nel Noviziato della Compagnia di Gesù a Bagheria. «Cominciai ad appassionarmi alla psicoanalisi. Leggevo Freud e Cesare Musatti». La passione vera, però, era quella per la sociologia. E, in quegli anni, chiunque volesse frequentare quel territorio della conoscenza doveva passare per gli Stati Uniti. Padre Pintacuda arriva a New York nel '67 e ci resta per due anni a studiare sociologia politica alla New York University. Ovviamente quando arriva lui (che si è laureato in Teologia nel giorno in cui moriva Papa Giovanni), la storia sta fissando una delle immagini simbolo del Novecento: «Era il periodo della contestazione giovanile. Era il periodo in cui vennero uccisi Martin Luther King e Bob Kennedy. Andai al funerale di Kennedy, quando uccisero Luther King ci dissero di non uscire di casa: c’era la rivolta dei neri, gli stranieri rischiavano. La contestazione giovanile negli Usa mi ubriacò, mi entusiasmò». Venne, però, il momento di tornare. A Palermo si apriva l’Isas, centro di studi sociali. Era il 1969, cominciavano gli anni delle estati decisive. La prima fu una bella estate. Scoppiava anche a Palermo la rivolta giovanile: «Circa diecimila giovani occupavano scuole e università. Decisi che c' era materiale per una ricerca sociologica. Io credo che il primo seme di quella che sarebbe stata la Primavera di Palermo fu piantato lì». Ma sarebbero arrivate anche le estati tragiche, di sangue. Come quella in cui la mafia fece saltare in aria il consigliere istruttore Rocco Chinnici: «Avevamo creato insieme il centro studi Cesare Terranova, mi ricordo alle riunioni i giovanissimi Giovanni Falcone e Giacomo Conte. Con Chinnici giravamo per le scuole, tenevamo conferenze. È stato lui a creare l’immagine della magistratura impegnata a Palermo. Un grande magistrato. Uno che amava dire: "I miei libri sono le mie sentenze"». Corsi e ricorsi. Anche in quegli anni c’era un baluginio di rivolta morale. E di nuova politica. E anche allora il gesuita con la faccia da arabo era lì. Legò con Achille Occhetto, impegnato nell' incontro con la Dc. Soprattutto fece da levatrice, all' inizio degli anni Ottanta, a un movimento dal nome semplice e bello: "Città per l’Uomo". «Quel movimento lo sostenne soprattutto il cardinale Salvatore Pappalardo, quando avallò il documento che dava via libera alle candidature dei cattolici anche fuori dalla Dc». Sentite un po' cosa significava, allora, tutto questo: «Una domenica mi telefonò Salvo Lima. Voleva incontrarmi immediatamente, proprio perché intendeva bloccare la presentazione della lista di Città per l’Uomo. Io chiamai Pappalardo, che mi suggerì: "Di' loro quello che dico io: sono iniziative dei laici, noi non c' entriamo". Lima venne a casa mia con Mario D' Acquisto. Il quale, lucidamente, capì cosa stesse per succedere: se si fanno queste liste - disse - nasce la distinzione tra la Dc degli onesti e quella dei disonesti». Le liste si fecero, come tante altre cose. Si fece, per esempio, la «giunta anomala» di Leoluca Orlando con dentro il Pci. Si fece, soprattutto, la Rete. Lui, Orlando lo conosce praticamente da sempre. Dell' amicizia tra i due si è scritto quasi tutto: «Quando Francesco Cossiga chiese ai miei superiori di trasferirmi, Luca andò a pranzo con i vertici della Compagnia di Gesù. Fece per me più di quanto avrebbe fatto un figlio». Della rottura del loro sodalizio si sa poco o nulla. Hanno detto che padre Pintacuda si sarebbe adontato per non aver ricevuto neppure un incarico di consulenza. Lui racconta: «La mia vera delusione è stata l’amministrazione della città. Aveva tempo e soldi per fare di Palermo una vera città moderna, efficiente. Gli hanno nuociuto il gruppo di cui si è circondato e poi il massacro della Rete. Glielo dissi: "Sei il maggiore responsabile dello stato in cui è ridotta la Rete". Una volta, a casa mia, gli consigliai di ristrutturare la giunta, di scegliere Alfredo Galasso come vicesindaco. Ci lasciammo con me che gli dicevo: "Stai ballando sul precipizio", e lui che mi rispondeva: "Aiutami a non cadere"». Poi solo un biglietto di congratulazioni firmato dall' ex sindaco quando l’antico consigliere venne nominato presidente del Cerisdi. Ma tutto si era già consumato: «Gianfranco Miccichè, quando si candidò a sindaco, mi chiese consigli sul programma. Glieli diedi. Dicevano che non aveva speranze, sfiorò il ballottaggio». Soprattutto nacque un nuovo sodalizio. «La mia nomina al Cerisdi fu proposta da Giuseppe Provenzano, che conosco fin da ragazzo, il quale sposò il mio progetto euromediterraneo che avevo esposto a Filaga. Poi la nomina venne sostenuta anche da Cristaldi». Adesso il gesuita che sta sempre dove succede qualcosa di importante conserva rapporti buoni a sinistra (con Galasso e con Franco Piro) e a destra: con Renato Schifani, con Mario Ferrara, con Enzo Galioto. Per lui è ancora l’ora del trasversalismo: «Lo dissi a Filaga: puntare sugli uomini»

di Enrico del Mercato - La Repubblica sezione Palermo prima pagina

 

137.        22 luglio 2001 - domenica

LA STORIA VERA DEL COSTRUTTORE DEL CASTELLO IN CIMA A MONTE PELLEGRINO

30 e seg. LELIA COLLURA

 

138.        28 luglio 2001 - sabato

ASPETTI GIURIDICI E SOCIALI DEL MOBBING

Invito    PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA

 

139.        29 luglio 2001 - domenica

IL GESUITA PINTACUDA: IL MOBBING ESISTE ANCHE NEI CONVENTI

Gazzetta del Sud           ALESSANDRO BONGIORNO

 

140.        29 luglio 2001 - domenica

RAGUSA, NO AL MOBBING VARATO IL REGOLAMENTO

Giornale di Sicilia          MARCELLO DI GRANDE

 

141.        29 luglio 2001 - domenica

C' È MOBBING PURE IN CHIESA

RAGUSA - Il gesuita Ennio Pintacuda (nella foto), ieri a Ragusa alla presentazione del regolamento antimobbing della Provincia, ha invitato i vescovi a prestare attenzione su quanto accade anche nei monasteri. «Nel sistema ecclesiastico - ha detto - non mancano casi di mobbing perpetrati dai superiori gerarchici». «Se si vogliono difendere gli ultimi - ha concluso Pintacuda - anche dinanzi a queste realtà non si può voltare la faccia all' indietro e bisogna avere il coraggio di verificare, indagare, aiutare, intervenire».

La Repubblica pag. 23

 

142.        29 luglio 2001 - domenica

PINTACUDA: MOBBING IN CONVENTO?

La Sicilia GIORGIO LIUZZO

 

143.        1° agosto 2001 - mercoledì

FRAU IM SCHATTEN. DIE TRAGODIE DER HANNELORE KOHL

  DER SPIEGEL          128 e seg.

 

144.        1° agosto 2001 - mercoledì

GESUITI, UNO DI QUA E UNO DI LA

SETTE  31-32   MICHELE BRAMBILLA

 

145.        2 agosto 2001 - giovedì

È CADUTO GIU' L' ORLANDISTA

SETTE  AGOSTINO GRAMIGNA

 

146.        3 agosto 2001 - venerdì

GIUNTA: CUFFARO ASSEGNA LE DELEGHE

 di Emanuele Lauria - Giornale di Sicilia

 

147.        30 agosto 2001 - giovedì

Accordo tra il Cerisdi e l’assessore Noè. L' assessore regionale all' Industria, Marina Noè, ha incontrato il presidente del Cerisdi, Ennio Pintacuda, per portare avanti il programma di formazione delle imprese disposto dalla Regione. Si tratta di un progetto per la formazione degli imprenditori. L' assessorato, inoltre, si servirà del Cerisdi per la formazione dei suoi dirigenti e funzionari. 

La Repubblica sezione Palermo pag. 4

 

148.        4 settembre 2001 - martedì

È STATO PRESENTATO DAL MINISTRO PRESTIGIACOMO REGOLAMENTO REDATTO DALLA PROVINCIA DI SIRACUSA

SICILIA TEMPO

 

149.        10 settembre 2001 - lunedì

STORIA DEL MOVIMENTO SINDACALE IN SICILIA DAL 1944-1949

INCONTRO

 

150.        14 settembre 2001 - venerdì

POLIZZIOTTO IN CELLA PER FAVOREGGIAMENTO

di Francesco Massaro - Giornale di Sicilia

 

151.        14 settembre 2001 - venerdì

COPRIVA I KILLER, POLIZZIOTTO IN MANETTE

L' ORA  CLAUDIO VACANTI

 

152.        14 settembre 2001 - venerdì

SCORTAVA I MAGISTRATI MA AIUTAVA I LATITANTI

La Repubblica   Francesco Viviano

 

153.        14 settembre 2001 - venerdì

ARRESTATO UN POLIZZIOTTO, PROTEGGEVA LATITANTE

La Sicilia LEONE ZINGALES

 

154.        20 settembre 2001 - giovedì

ASPETTERO' ANCORA POCHE ORE POI DOVRO' FARE DI TESTA MIA

Ora basta. Mancano due mesi alle elezioni, questo balletto non può più andare avanti. Sono disposto ad aspettare ancora fino alla fine della settimana, poi farò di testa mia». Francesco Musotto è a Bruxelles per la sessione del Parlamento europeo e per inaugurare la mostra fotografica «Paesaggi siciliani» promossa, proprio in queste sale, dalla Provincia. È a Bruxelles, ma il suo cuore e la sua testa sono, impossibile non accorgersene, in Italia. A Palermo, innanzitutto, e a Roma dove si gioca una parte importante della partita che dovrà decidere se sarà lui a correre come sindaco per la Casa delle libertà. Ride, scherza, lavora. ………………………………………………Lei è stato definito l’ultimo dei non democristiani. Può essere questo l’ostacolo? Magari unito a una certa indipendenza, a un approccio che non sempre rientra nelle logiche di partito? «Certo, sono sempre stato considerato un laico, per questo padre Pintacuda non mi ha mai visto di buon occhio, fin dai tempi della scuola. E anche ora non credo certo che abbia cambiato opinione su di me. D' altra parte neanche io dimentico chi è lui. ………………………………………………………………………………………

di Barbara Saporiti - La Repubblica sezione Palermo pag. 3

 

155.        21 settembre 2001 - venerdì

Corriere della Sera

 

156.        30 settembre 2001 - domenica

FORMAZIONE DELLE IMPRESE. AL VIA IL PROGETTO MEDITERRANEO

Giornale di Sicilia

 

157.        2 ottobre 2001 - martedì

P. PINTACUDA RESTITUISCE VISITA AL PRESIDENTE CUFFARO

Comunicato stampa

 

158.        3 ottobre 2001 - mercoledì

CUFFARO: RELIGIONI MONOTEISTE SI INCONTRERANNO AL CERISDI

Giornale di Sicilia

 

159.        3 ottobre 2001 - mercoledì

USURA: SINDACO DI TAORMINA CONVOCA RIUNIONE CONTRO INFLAZIONI

La Sicilia

 

160.        8 ottobre 2001 - lunedì

GIUSTIZIA E UTOPIA          INCONTRO  IL CIRCOLO DEL BELICE

Padre Ennio Pintacuda

 

161.        10 ottobre 2001 - mercoledì

RETE DI MANAGEMENT NEL MEDITERRANEO

Giornale di Sicilia          Padre Ennio Pintacuda

 

162.        13 ottobre 2001 - sabato

ATTACCO A USA/2   RICERCA       ANSA.IT

 

163.        13 ottobre 2001 - sabato

FORUM INTERNAZIONALE SULLE PROBLEMATICHE DEI PAESI NEL BACINO DEL MEDITERRANEO-RICERCA CRESOMED, CRESCITA SOSTENIBILE NEL MEDITERRANEO, CONDOTTA DAL CERISDI PER IL MINISTRO DELLA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA   FORUM          CERISDI

 

164.        13 ottobre 2001 - sabato

ARRIVANO I 400 NUOVI VIGILI" IN STRADA CONTRO IL TRAFFICO "

Giornale di Sicilia          GI.CA

 

165.        13 ottobre 2001 - sabato

SERIO CERCA UNA POLTRONA

Il 20 dicembre dello scorso anno, alle sette e un quarto di sera, Guglielmo Serio s'insediava a Palazzo delle Aquile. Nominato dalla Regione, prendeva il posto - nei panni di commissario straordinario - di Leoluca Orlando, che aveva abbandonato la poltrona di primo cittadino per candidarsi alle Regionali. Ora, dopo quasi un anno di amministrazione della città, dopo il 25 novembre (o il 9 dicembre in caso di ballottaggio) il commissario straordinario lascerà la sede di Villa Niscemi al nuovo sindaco. Cosa farà a quel punto Serio? Sono in molti a chiederselo, nei palazzi della politica e non solo……………………………………………………………. L' incarico di cui in queste ore si parla con maggiore insistenza è quello di commissario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, il posto per intendersi occupato dal '99 da Tano Grasso. E che comporta anche la presidenza del comitato per le vittime dell’estorsione e dell’usura, che ha il compito di esaminare le richieste di accesso al Fondo di solidarietà. La conferma dell’attendibilità dell’ipotesi arriverebbe, questa almeno è la convinzione dei più, dall' evento in programma per venerdì 26 proprio a Palazzo delle Aquile: un forum su racket e usura organizzato dal Comune in collaborazione con la Libera università della politica di padre Pintacuda. Un convegno a cui Serio tiene molto e per capirlo basta scorrere l’elenco degli invitati e la scaletta degli interventi. I lavori saranno introdotti proprio dal commissario straordinario e tra gli ospiti ci saranno, oltre a Pintacuda, il sottosegretario all' Interno Antonio D' Alì, il ministro La Loggia, il viceministro Micciché, il sindaco di Siracusa Bufardeci. …………..

di Barbara Saporiti - La Repubblica      sezione Palermo pag. 3

 

166.        19 ottobre 2001 - venerdì

LA CONTINUITA' ASSISTENZIALE PER LA CENTRALITA' DEL PAZIENTE

CONVEGNO   ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI CARDIOLOGI OSPEDALIERI- SOCIETA' ITALIANA MEDICINA GENERALE   

 

167.        20 ottobre 2001 – sabato

Follini: la sinistra offende il senso dello Stato. Ridotte le scorte ai preti in lotta con il crimine

I Ds insorgono: un aiuto alla mafia la rimozione di Grasso

«Mano tesa alla mafia». Questo, secondo Luciano Violante, il messaggio che arriva dal governo di centrodestra. L’ex presidente della Camera lancia l'accusa intervenendo alla conferenza stampa indetta dai Ds per protestare contro la rimozione di Tano Grasso da Commissario antiracket e punta il dito su alcune iniziative di governo: la legge sulle rogatorie, la proposta di estendere il patteggiamento ai reati punibili con l'ergastolo, la depenalizzazione del falso in bilancio, la drastica riduzione delle scorte ai magistrati. Da ultimo la sostituzione di Tano Grasso all' antiracket: «Al suo posto viene nominato il prefetto Gennaro Monaco, un eccellente funzionario. Ma per i mafiosi la rimozione di Grasso è un messaggio». Stesse preoccupazioni al Csm, che ieri ha chiesto al Viminale di fare marcia indietro sui tagli alle scorte. Il messaggio, secondo il segretario nazionale di Magistratura democratica, Claudio Castelli, «è che i magistrati di Palermo sono isolati». Contro la rimozione di Grasso insorge la Federazione delle associazioni antiracket: «Mai avremmo pensato che un incarico così delicato potesse ridursi a merce di scambio politico». Suscita scalpore a Palermo la revoca delle misure di protezione per alcuni sacerdoti impegnati contro la mafia, come Ennio Pintacuda, Paolo Turturro e Gino Sacchetti. ……………………………………….

di Claudio Lazzaro - Corriere della Sera pag. 16

 

168.        20 ottobre 2001 – sabato

I PROCURATORI SI TAGLIANO LA SCORTA PUGLISI CHIEDE UN’INCHIESTA INTERNA

Non vogliono essere dei privilegiati. Il procuratore della Repubblica di Palermo Pietro Grasso «rinuncia» a tre dei cinque uomini di scorta che il Comitato ordine pubblico e sicurezza ha risparmiato dall' operazione «tagli», il procuratore generale Salvatore Celesti «si accontenta» di un solo uomo a tutela sui due a lui assegnati. E invia al prefetto Renato Profili una dettagliata relazione per evidenziare l’esigenza di misure di sicurezza per ogni singolo magistrato. È l’ultimo atto della polemica sulla riduzione dei servizi di scorta varata due giorni fa anche a Palermo in esecuzione di una direttiva del Viminale. ………………………Confermata la revoca di ogni servizio di sicurezza a carico dell’ex ministro della Difesa Sergio Mattarella e di alcuni sacerdoti, come Ennio Pintacuda, Paolo Turturro, Gino Sacchetti. ……………………………..

di Alessandra Ziniti – Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

169.        20 ottobre 2001 – sabato

Un regalo a Cosa Nostra? Il messaggio che la mafia percepisce è quello della mano tesa

Dopo la rimozione di Tano Grasso da commissario antiracket e antiusura, Luciano Violante e Massimo Brutti denunciano una strategia all'interno del governo. Strategia che, dicono, «oggettivamente favorisce la criminalità» e chiedono la revoca del decreto. Sulla questione intervengono anche gli esponenti della Margherita mentre il Csm, che nei prossimi giorni ascolterà il procuratore generale Salvatore Celesti, lancia l'allarme sull'«indebolimento» della lotta al crimine e si prepara a chiedere al governo di fare marcia indietro sui tagli alle scorte dei magistrati di Reggio Calabria e Palermo. Il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza ha deciso ieri di togliere la scorta anche ai preti-simbolo della lotta alla mafia come Ennio Pintacuda, Paolo Turturro, Gino Sacchetti e all'ex ministro della Difesa, Sergio Mattarella, fratello del presidente della Regione Sicilia assassinato da Cosa Nostra nel 1980. «E' un fatto di inaudita gravità. Mentre Bush cita il pericolo mafia quale termine di paragone per quello derivante dal terrorismo, in Italia - sbotta il giudice togato del Movimento per la giustizia, Armando Spataro - si pensa evidentemente il contrario». …………………………………………

di Gabriele Rizzardi - il Tirreno prima pagina

 

170.        21 ottobre 2001 – domenica

PERSONALITA' SOTTO TUTELA

De Mita, Andreotti, D' Antoni: chi sarà toccato dalla rivoluzione delle scorte? "D' ora in poi le scorte saranno assegnate a termine? Speriamo, perché' c’è chi ci ha fatto l’abbonamento a scapito di altri con più urgenti necessità ...". Il giro di vite sulle scorte a giudici e politici, annunciato nei giorni scorsi da una circolare emessa dal Viminale, è stato accolto con cautela da agenti di polizia, carabinieri e fiamme gialle della finanza addetti al delicato compito di proteggere personalità. ……………………………………………….Il vero problema, anche in termini economici, è rappresentato però dalle scorte per le personalità in visita. Sotto questa accezione passano personalità di vario rango, compresi prelati. Si va dall' ex ministro Carlo Vizzini agli ex sindaci Ignazio Messina (Sciacca) e Italo Falcomata' (Reggio Calabria) oppure vicesindaci come Gianfranco Bettin (Venezia), passando per senatori come Renato Schifano o Costantino Garraffa. Ma ad essere scortato è perfino un funzionario della Zanussi, un certo Maurizio Castro. Nutrito poi il drappello di personalità religiose, tra cui don Ciotti, don Gelmini, don Paolo Turturro, padre Pintacuda, il cardinale di Napoli Michele Giordano, quello di Bologna Biffi, don Cesare Lo Deserto della Regina Pacis di Lecce. Su questo fronte, nonostante precise disposizioni emanate in passato da ministri come Gerardo Bianco, continua poi anche la costosa prassi dell’accompagnamento delle personalità oltre i confini della provincia della capitale. È un sistema che comporta conti a volte esorbitanti dovuti al livello di pernottamento utilizzato dalle personalità scortate. Con questa matassa ingarbugliata e con le nuove necessità che nascono alla luce degli avvenimenti in corso, con nuovi e urgenti presidi da coprire, dovrà fare i conti a breve scadenza la sede delegata alle scelte, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.

P. Br. - Corriere della Sera

 

171.        23 ottobre 2001 - martedì

DIALOGO INTERCULTURALE E RELIGIOSO

CONVEGNO ROTARY CLUB INTERNETIONAL

Padre Ennio Pintacuda

 

172.        24 ottobre 2001 - mercoledì

PINTACUDA E L' EPARCA FERRARA: SI AL CONFRONTO TRA LE RELIGIONI

Giornale di Sicilia

 

173.        24 ottobre 2001 - mercoledì

FONDAZIONI, VARATO LO STATUTO DI " PALERMO CONTRO L' USURA "

Giornale di Sicilia

 

174.        25 ottobre 2001 - giovedì

PADRE PINTACUDA DENUNCIA: HO SUBITO ALCUNE MINACCE

Giornale di Sicilia

 

175.        25 ottobre 2001 - giovedì

PINTACUDA: SONO STATO MINACCIATO

L' ORA  5          DANIELA D'AMICO

 

176.        25 ottobre 2001 - giovedì

IL FASCINO DISCRETO DELL' USURA

PER quasi la metà degli studenti palermitani l’usura è una via percorribile. Anche se solo l’8 per cento degli allievi di uno dei principali licei, il Vittorio Emanuele, afferma decisamente di potere ricorrere a prestiti con interessi usurari, ben il 40 per cento è indeciso e non esclude a priori l’eventualità di potersi rivolgere a un «cravattaro». Il dato emerge da un’indagine svolta dall' Ambulatorio provinciale antiusura e che sarà presentata domani alle 16 a Palazzo delle Aquile nel corso del forum "Usura e racket: cosa si è fatto, cosa resta da fare", organizzato dal Comune. Lo studio, pubblicato con il contributo della Provincia, è stato condotto su un campione di 300 studenti che frequentano due istituti palermitani, il liceo classico Vittorio Emanuele e il centro di formazione professionale Gesù Adolescente, e quattro scuole della provincia, l’Ipsia Corbino e il liceo scientifico San Saverio di Partinico, l’Ipsia D' Acquisto e il liceo Scaduto di Bagheria. Sono i ragazzi che vivono in città i più possibilisti. Alla domanda «se dovessi svolgere un’attività commerciale o imprenditoriale o artigianale, ritieni di potere ricorrere a prestiti con interessi da usura?», rispondono «non so» quattro alunni su dieci del Vittorio Emanuele e 44 su cento degli allievi dell’istituto di formazione professionale. Qui un 12 per cento risponde addirittura «sì», mentre appena il 44 per cento scarta perentoriamente il ricorso agli strozzini. In provincia, la quota di incerti scende al 34,4 per cento, mentre sale al 56,6 per cento, poco più della metà, il numero di chi direbbe «no» agli usurai anche in caso di difficoltà. Da questo spaccato i giovani appaiono ancora più esitanti nel denunciare l’ipotetico strozzino. Lo segnalerebbero alle autorità, nel caso in cui ne fossero vittima, solo il 32 per cento di tutti gli studenti interpellati a Palermo. Ancora meno, il 27,5 per cento, in provincia. Resterebbero indecisi sul da farsi circa un terzo del campione: il 29 per cento degli studenti palermitani e il 31,6 per cento di quelli della provincia. Questo nonostante il giudizio negativo espresso nei riguardi dell’usuraio, che per il 70 per cento degli intervistati è equiparato al mafioso e solo per un 10 per cento, concentrato nella scuola professionale di Partinico, è giudicato più accettabile di un membro di Cosa nostra. In generale, poi, gli studenti dimostrano una conoscenza sufficiente del fenomeno. Circa il 50 per cento dei giovani ritiene che l’usura sia gestita in massima parte dalla criminalità organizzata. Nell' indagine si distingue solo la scuola professionale di Palermo, in cui appena il 20 per cento ritiene che l’usura sia controllata dalla malavita organizzata. «La conoscenza del fenomeno c' è - dice padre Ennio Pintacuda, presidente dell’Ambulatorio provinciale - ma l’incertezza di molti giovani è legata a una certa diffidenza nei confronti del sistema bancario, se non delle istituzioni. Non bisogna comunque scoraggiare i giovani disoccupati che vogliano intraprendere un’attività imprenditoriale. Il mio consiglio è non fare il passo più lungo della gamba». Nel corso della presentazione del forum sono stati presentati i dati sulle denunce per usura in Italia (la Sicilia è prima con 520 segnalazioni). Ma per Pintacuda è stata anche l’occasione per denunciare la sua difficoltà nell' operare senza scorta, E per rivelare di avere ricevuto minacce e «avvertimenti». Un clima pesante che vede al centro «usurai e usurati eccellenti». Il gesuita ha aggiunto di avere a che fare, da una ventina di giorni, con un «caso insospettabile di imprenditore taglieggiato», che risponde all' identikit di un «ristorante di lusso». Il commissario Guglielmo Serio ha proposto di vincolare agli obiettivi stabiliti dalla legge i contributi erogati a ogni imprenditore in virtù dei patti territoriali: «In questo modo si eviterebbe che finissero nelle mani degli usurai».

di Isabella Napoli - La Repubblica sezione Palermo pag. 5

 

177.        25 ottobre 2001 - giovedì

ESPERTI E ISTITUZIONI A CONFRONTO PER STUDIARE LE STRATEGIE CONTRO STROZZINI E RACKET DEL PIZZO

La Sicilia CHIARA DI SALVO

 

178.        26 ottobre 2001- venerdì

USURA E RACKET: COSA SI È FATTO, COSA RESTA DA FARE

INCONTRO     CITTA' DI PALERMO                     PROF. PIETRO LUIGI MATTA

 

179.        26 ottobre 2001- venerdì

USURA E RACKET, FORUM

Giornale di Sicilia

 

180.        27 ottobre 2001 - sabato

POLIZZIOTTI DI QUARTIERE CONTRO GLI USURAI

Giornale di Sicilia          LUIGI SARULLO

 

181.        27 ottobre 2001 - sabato

PADRE SORGE: LA PRIMAVERA È FALLITA PER COLPA DI ORLANDO

Intervista           L' ORA                       SIMONE DI STEFANO

 

182.        27 ottobre 2001 - sabato

USURA, QUANDO A PRATICARLA SONO DISTINTI IMPRENDITORI

La Sicilia CHIARA DI SALVO

 

183.        3 novembre 2001 - domenica

CONFRONTO A TRE, SORRISI A COLPI BASSI

IL SONDAGGIO Ulivo in testa Francesco Crescimanno, candidato del centrosinistra, in testa con il 48 per cento. Dietro di lui Francesco Musotto, con il 30 per cento, e Diego Cammarata con il 12 per cento. Staccati Carmine Mancuso e Roberto Miranda entrambi col 5 per cento. Sono i risultati, fino a ieri sera, del sondaggio via internet sul sito www.ilsindacodipalermo.it. ………………………Tocca a Cammarata il primo affondo polemico: «È inutile che prendiate le distanze da Orlando. Il centrosinistra è il prosecutore della sua esperienza amministrativa. E che dire di Musotto che tra i suoi sostenitori conta oggi personalità fino a ieri fedelissime di Orlando?». Musotto non ci sta e alza la voce: «Non puoi fare questi discorsi. E allora padre Pintacuda con chi sta oggi? E non è stato uno dei sostenitori della prima ora di Orlando?». Mentre Crescimanno precisa: «Orlando ha avuto indubbi meriti e porteremo avanti le parti migliori del suo programma. Ma certo da altre scelte prenderemo le distanze». ………………………………………………………………

di Barbara Saporiti – La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

184.        14 novembre 2001 - mercoledì

QUELL' AGENTE APPARTIENE ALLA BANDA

Giornale di Sicilia          F.MA

 

185.        15 novembre 2001 - giovedì

MA TU, A CHI CHIEDERESTI SCUSA?

SETTE  82 e seg.          AGOSTINO GRAMIGNA

 

186.        22 novembre 2001 - giovedì

NON C' È ACCORDO SUGLI EMANDAMENTI: BLOCCATA ALL' ARS LA MANOVRA FINANZIARIA

di Emanuele Lauria - Giornale di Sicilia

 

187.        22 novembre 2001 - giovedì

TROPPE RICHIESTE DI CONTRIBUTI A SALA D' ERCOLE SALTA LA MANOVRA

DAI e dai alla fine la coperta si straccia, tirata di qua con 200 milioni per la manifestazione sportiva nel Messinese e tirata di là con il mezzo miliardo per il Parco d' Orleans. All' Ars succede che le risorse si esauriscono, ………………………………Il governo propone di incrementare di un miliardo lo stanziamento in favore del centro Ettore Majorana di Zichichi e di un miliardo anche quello in favore del Cerisdi di padre Pintacuda. Su sollecitazione del presidente Cuffaro l’assessore Pagano fa lievitare di cento milioni il contributo per l’istituto teologico di Palermo. ……………………………………………..

di Carmelo Lopapa - La Repubblica sezione Palermo pag. 4

 

 

188.        23 novembre 2001 – venerdì

PER I PROSSSIMI TRE ANNI CORSI DI FORMAZIONE DEL PERSONALE

Padre Ennio Pintacuda ieri mattina ha incontrato a Roma il presidente del Senato Marcello Pera: lo ha invitato all' inaugurazione dell’anno accademico del Cerisdi, in programma lunedì pomeriggio, e lo ha informato del fatto che il centro studi di Castel Utveggio curerà la formazione dei dipendenti del Comune. «Questa iniziativa - dice Pintacuda - è per me un sogno che si avvera, mi ha fatto rivivere la stagione della Primavera di Palermo». L' accordo tra il Cerisdi e l' amministrazione comunale non ha scatenato le stesse emozioni in quegli esponenti del centrosinistra che, chi più chi meno, hanno creduto al progetto della Primavera orlandiana: «Questo accordo per la formazione dei comunali - dice Antonello Cracolici, segretario regionale dei Ds - è l' ennesimo colpo di teatro farsesco che si concede il commissario Guglielmo Serio: in un anno ha fatto tanto per gli altri, cioè i suoi amici, e adesso pensa per sé dato che è stato docente dello stesso Cerisdi». Il centro studi presieduto da Ennio Pintacuda è finito in primo piano nei pensieri di Serio fin da quando il commissario straordinario s' è insediato al Comune: già il 4 febbraio scorso veniva annunciata l’adesione di Palazzo delle Aquile al Cerisdi, domenica scorsa - in una lettera aperta ai palermitani su "Repubblica" - il commissario non mancava di ricordare che «anche la formazione dei dipendenti è stata curata e sono stati previsti appositi corsi presso il Cerisdi». Corsi che, sottolinea Ennio Milazzo, già dirigente dell’ufficio società miste del Comune e attualmente assessore provinciale al Lavoro, «sono stati programmati senza la necessaria copertura finanziaria. Ogni cosa appare poco trasparente e sicuramente illegittima in questa storia». Rincara la dose Giusto Catania, segretario regionale di Rifondazione comunista: «Il provvedimento del commissario Serio a vantaggio del Cerisdi fa il paio con quello, quasi analogo, disposto dalla Regione siciliana. Se tutto questo accade nella fase finale delle elezioni comunali non possiamo che parlare di operazioni allettante per il Polo e inaccettabile per tutti i cittadini liberi». Secondo Ninni Terminelli, consigliere uscente dei Ds, «la formazione del personale sarebbe dovuta essere appannaggio del nuovo sindaco il quale, invece, troverà una convenzione frettolosa e ispirata a criteri la cui individuazione non sarebbe certamente spettata a una gestione commissariale che ha portato Palermo indietro di dieci anni». Guglielmo Serio replica contrattaccando: «È vero, ho tenuto delle conferenze al Cerisdi, ma non sono mai stato pagato. Non accetto questo genere d' insinuazioni. Il Cerisdi fa parte di un piano triennale di formazione che lo impegnerà, allo stato dei fatti, solo per un anno e per una spesa da parte del Comune di 945 milioni. La formazione della quale mi sono fatto carico non è altro che uno degli sviluppi del nuovo regolamento dell’amministrazione che ho curato: l’ultimo risale al 1980 e nessun sindaco, in precedenza, se n' era fatto carico. Per un mese ho portato avanti la concertazione con i sindacati e sono stati proprio loro a chiedermi di occuparmi della formazione».

di M. L. - La Repubblica sezione Palermo pag. 4

 

189.        24 novembre 2001 - sabato

 CERISDI - PERA INAUGURA LUNEDÌ L' ANNO ACCADEMICO

Sarà il presidente del Senato, Marcello Pera, ad inaugurare solennemente lunedì, l’anno accademico del Cerisdi, il Centro di ricerche e studi direzionali diretto da padre Ennio Pintacuda.

brevi di Carmelo Lopapa - La Repubblica sezione Palermo pag. 8

 

190.        25 novembre 2001 - domenica

TUTTI A LEZIONE I 5600 COMUNALI. UN MILIARDO PER L' AGGIORNAMENTO

di Rino Canzoneri - Giornale di Sicilia

 

191.        25 novembre 2001 - domenica

I CANTIERI CULTURALI AFFIDATI AL BIONDO

Teatro Biondo avrà a disposizione i Cantieri culturali alla Zisa, li avrà per quattro anni - c’era una richiesta iniziale di nove - e potrà utilizzarli naturalmente per allestire spettacoli ma anche per un laboratorio di scenografia che tornerà utile pure al Comune. …………………………………Serio ha firmato anche un protocollo d' intesa con la Libera università della politica di Filaga, diretta da padre Ennio Pintacuda, per un impegno finanziario di 100 milioni. Cinquanta milioni, invece, costerà alle casse del Comune il protocollo d' intesa raggiunto con la fondazione Whitaker; …………………..

di M.L. - La Repubblica sezione Palermo pag. 5

 

192.        26 novembre 2001 - lunedì

LA GIUSTIZIA COME FONDAMENTO DELLO SVILUPPO E DELLA PACE

Invito    CERISDI- REGIONE SICILIANA 

 

193.        27 novembre 2001 - martedì

IL PRESIDENTE DEL SENATO PERA AL VARO DELL' ANNO ACCADEMICO

Giornale di Sicilia

 

194.        27 novembre 2001 - martedì

PERA BACCHETTA POLITICI E MAGISTRATI

La Repubblica

 

195.        27 novembre 2001 - martedì

PINTACUDA: L' ESITO NON MI SORPRENDE. L' EX SINDACO HA SPRECATO UN PATRIMONIO

«Quando penso ai cento milioni per il Cerisdi, quelli concessi nei giorni scorsi dal Comune di Serio, mi viene da pensare a cosa ci attende per il futuro». È una delle prime battute al vetriolo di Francesco Musotto dopo aver appreso della vittoria al primo turno di Cammarata. A capo del Cerisdi c' è Padre Pintacuda. Tra lui e il presidente della Provincia non corre buon sangue. Da tempo. Ma c' è di più. «Credo che il suo ruolo non sia estraneo alla manovra che alla fine ha portato alla mia esclusione dalla corsa a sindaco» confessava ai suoi fino a ieri mattina Musotto. Il padre gesuita ha preferito commentare i risultati. «I risultati non sono tali da sorprendere - dice - La tragedia di Leoluca Orlando, che si riflette sul centrosinistra, è quella di essersi circondato di collaboratori non validi. Di aver sprecato un patrimonio. Di non essersi attenuto agli accordi di risanamento del centro storico e del recupero delle periferie». Se proprio deve dare un consiglio al nuovo sindaco che eredita il patrimonio orlandiano, Pintacuda non ha dubbi: «A Cammarata indico come priorità il risanamento del centro storico e il recupero delle periferie».

La Repubblica sezione Palermo pag. 4

 

196.        27 novembre 2001 - martedì

PERA BACCHETTA POLITICI E MAGISTRATI

Una «lezione» su politica e giustizia, con qualche stoccata polemica ai protagonisti della contesa sul caso Taormina: l’ha tenuta Marcello Pera, filosofo e presidente del Senato, ieri al Castello Utveggio per inaugurare l’anno accademico del Cerisdi, il Centro ricerche e studi direzionali, presieduto da padre Ennio Pintacuda. Secondo Pera, «per la giustizia, tema particolarmente caldo, occorre una doppia moratoria: quella delle dichiarazioni e quella delle invasioni di campo». Il presidente del Senato ha tracciato un excursus storico, partendo da Platone per giungere fino a Kant e alla democrazia liberale. Nella sua prolusione, Pera ha ricordato una citazione del filosofo greco, laddove ammonisce ciascuno «a svolgere il proprio ruolo e ad adempiere al proprio compito». «Non sappiamo - ha detto ironicamente l’intellettuale eletto nelle liste di Forza Italia - se avesse voluto riferirsi a qualche politico e a qualche magistrato italiano...». Nel corso della cerimonia, il presidente della Regione, Totò Cuffaro, ha riproposto "I colloqui mediterranei", l’iniziativa promossa da Giorgio La Pira negli anni Sessanta. «In un momento così delicato - ha detto Cuffaro - per le sorti dell’intera umanità, ho chiesto di riportare in auge l’iniziativa voluta da La Pira, che ho avuto modo di anticipare al presidente Ciampi».

La Repubblica sezione Palermo pag. 8

 

197.        27 novembre 2001 - martedì

DELL' UTRI: QUI IL CENTROSINISTRA HA CHIUSO

Intervista           La Stampa                   Aldo Cazzullo

 

198.        28 novembre 2001 - mercoledì

ULIVO ALLO SBANDO: È UNA CATASTROFE

  GIORNALE DI SICLIA        Alessandra Turrisi

 

199.        28 novembre 2001 - mercoledì

MA LUI ORMAI APPARTIENE ALLA STORIA

Padre Pintacuda, oggi è ricomparso Orlando sulla scena politica. «Sì? E che cosa ha detto?». Sostanzialmente che i dirigenti del centrosinistra hanno sbagliato tutto e dunque devono dimettersi. «E perché, egli che cosa ha indovinato?». Che cosa ha sbagliato, invece, secondo lei l’ex sindaco e fondatore della Rete? «Guardi su Orlando uso un’espressione: "it belongs to the age". Ormai tutto questo appartiene alla storia». Una storia buona o cattiva? «Ci sono stati momenti esaltanti, peccato che siano stati sprecati. Non tutto, però, è andato perduto. Non dite che la città ha voltato le spalle alla Primavera. Noi, per esempio, siamo rimasti». Perché, Orlando è scomparso? «Scusi, ma lei lo vede?». Che futuro politico immagina per lui? «L' unico futuro di Orlando che mi interessa è quello della sua serenità. Mi interessa esclusivamente l’aspetto umano. Desidererei che Orlando acquistasse serenità».
Intanto, il Polo ha conquistato anche Palermo e Diego Cammarata è il nuovo sindaco. Dicono che in tutto questo c' è anche il suo zampino. È vero? «Zampino che brutta espressione. Tuttavia, penso che per i miei rapporti con la città, per le delusioni che ho patito, per il tentativo che sto facendo di lavorare per un governo che dia alla città sviluppo, ho esercitato un influsso per le speranze di questa città». Musotto dice che lei ha ostacolato la sua candidatura a sindaco per il centrodestra. «Espressioni arbitrarie e senza fondamento. Di lui dico solo: Signore perdona loro perché non sanno quello che fanno. Mi auguro che il perdono sia foriero di ravvedimenti. Io, comunque, glielo do in anticipo il perdono. Prima del ravvedimento». Marcello Dell' Utri dice che lei adesso sembra il fondatore di Forza Italia. Perché? «Guardi, paternità me ne hanno attribuite molte. E qualcuna ce l’ho: il centro studi sociali dei gesuiti, Filaga. Se vogliamo, chi ha recepito le mie idee è un mio figliolo. Non so se Forza Italia si ispira alle mie idee, forse sì perché hanno accettato il progetto Euromediterraneo. Spero che mantengano questo rapporto con le mie idee e non mi costringano un giorno ad affacciarmi al balcone per cercare il figliolo che è andato via. Comunque, quelli di Forza Italia mi chiedono consigli: a livello locale e a livello nazionale». Dell' Utri dice anche che lei ha cambiato idea sulla giustizia. È vero? «Non sono arroccato sulle mie posizioni e posso cambiare idea. Ho cambiato idea, per esempio, sul modo di gestire alcune realtà politiche come il Comune di Palermo. Ma anche sul modo in cui talune indagini vengono eseguite. Io continuo a chiedermi come, in base alle stesse motivazioni, padre Frittitta sia stato prima condannato e poi assolto». Berlusconi dice che Tangentopoli altro non è stata se non una guerra civile condotta da una parte politica. Lei è d'accordo, oppure teme di venire strumentalizzato? «Guardi, del desiderio di legalità molto è rimasto e molto è stato strumentalizzato producendo la crisi che ha spazzato tutto. Il fatto che la magistratura ha avuto i suoi martiri non significa che si possono assolvere tutti i giudici che possono avere premuto troppo in una loro visione che era di parte». Tornando alle elezioni, perché, secondo lei, la città ha voltato le spalle a Orlando e alla Primavera? «L' altra sera all' inaugurazione dell’anno del Cerisdi c' erano oltre 400 persone. Io sono un testimone della Primavera e un simbolo della lotta alla mafia e a me la città non ha voltato le spalle, mi segue. La città volta le spalle a personaggi che hanno tradito la Primavera». Chi ha tradito? Orlando? «Non faccio nomi. È un fenomeno complesso che non riguarda solo Orlando. Io sono ancora qui, molti sono andati via. Ma niente nomi». Adesso c' è Cammarata. Non dirà che è un erede della Primavera orlandiana? «Le scommesse di Cammarata devono essere il centro storico e le periferie. Cammarata mi è venuto a trovare e gli ho detto proprio questo: io sul centro storico e sulle periferie ho avuto le ferite sanguinanti per le quali ho rotto con Orlando. Figurarsi se faccio sconti a lei su questo». Perché la Sicilia vota in massa per il centrodestra? «Perché sente molto il messianismo. La Sicilia ha una tendenza alla salvezza, però è apocalittica: come esalta, così spazza via. È successo con la Rete». E la sinistra perché è ridotta ai minimi termini? «Perché non ha avuto umiltà davanti ai fatti. Io legittimai il Pci, lo portai al governo della città. Peccato, hanno sprecato tutto».

intervista di Enrico del Mercato - La Repubblica sezione Palermo prima pagina

 

200.        28 novembre 2001 - mercoledì

PINTACUDA: LEOLUCA È FINITO DA QUANDO NON MI ASCOLTA

PALERMO. Padre Pintacuda non è affatto sorpreso del nuovo successo elettorale dalla Cdl: «L'onda lunga continua a favorire la coalizione di maggioranza nel Paese e alla Regione. Il centrosinistra paga lo scotto di non avere leader capaci di dialogare tra loro. Chi semina vento, raccoglie tempesta», gesuita, ancora considerato, a torto o a ragione, l’ideologo della Rete, si risente, però, quando si cerca di spostare l'asse della discussione sul suo ex pupillo, Orlando, ormai ai margini della scena politica: «Il suo precipizio è iniziato quando ha finito di ascoltarmi. È da quel momento - dice senza falsa modestia - che è cominciato il crollo di tutto. Cioè, da quando non hanno più avuto la disponibilità di ascoltare chi e in grado di esaminare i processi della politica. La tragedia di Orlando, che si riflette in tutto il centrosinistra, è di essersi circondato di collaboratori non validi, di avere sprecato un patrimonio». Un solo consiglio manda il gesuita al nuovo sindaco di Palermo, Cammarata: «Gli suggerisco come priorità il risanamento del centro storico e il recupero delle periferie». Padre Pintacuda ignora le battute malevole di chi guarda con sospetto il suo dialogo con i dirigenti del centrodestra che lo hanno voluto alla guida del Cerisdi: «C’è un dialogo con chi ha iniziato una fase di ricostruzione. Il Cerisdi? Ora è una grande scuola per la formazione di eccellenza, aperta a tutti i Paesi del Mediterraneo. Lunedi è venuto il presidente del Senato, Pera, a tenere la prolusione per l'avvio del nuovo anno accademico. Che si vuole di più? Io sono sempre stato al di sopra delle parti e trasversale». Ma la politica italiana continua a vivere in una situazione di «fluttuazione». È un momento in cui bisogna essere vigili sia sul piano dell’economia sia su quello della giustizia. Un consenso «a prescindere, può portare alla fine, com'è accaduto alla Rete e alla Lega». Quindi, bisogna formare dei leader che si circondino di persone capaci, in grado di ascoltare e di mettersi, se necessario in discussione. Il successo dei partiti eredi dell'ex dc? «Quanti si sono concentrati nel centro possono dare un grande contributo, con capacità di guida, alla polarizzazione del sistema politico. L'esperienza D'Antoni conferma le mie teorie».

di Lillo Miceli – La Sicilia

 

201.        29 novembre 2001 – giovedì

L’UNIONE FA LA FORZA

Ecco il rap della sinistra post-elettorale. Orlando contro tutti, tutti contro Orlando. Crescimanno contro i partiti, i partiti contro Crescimanno. Mastella contro Cardinale, Cardinale contro Cusumano, Cusumano e Scozzari contro Piscitello. Arcuri e Siragusa contro Cracolici, Cracolici contro Zanna, Zanna contro Licciardi. Giannopolo contro Crisafulli, Crisafulli contro Fava, Fava contro. Forgione, Catania e Di Lello contro chi è sprovvisto di falce e martello. Nuccio batte Mangano per abbandono. Pippo Russo contro la Rete, la Rete è Pintacuda, Pippo Russo contro Pintacuda. Bavera contro Cecchi, Cecchi contro Amleto. Bobo Craxi contro Stefania Craxi. La società civile contro. Mattarella, Violante, Ayala, Cocilovo: non pervenuti. Prossime puntate del serial elettorale "La sinistra verso la scissione dell’atomo": Ciprì contro Maresco, Umberto Santino contro sé stesso.

La Repubblica sezione Palermo pag. 7

 

202.        2 dicembre 2001 - domenica

Cerisdi - Il cardinale De Giorgi in visita da Pintacuda

Il cardinale Salvatore De Giorgi in visita domani alla scuola di eccellenza di Castello Utveggio. «Nei prossimi mesi - dice padre Ennio Pintacuda, presidente della scuola - il Cerisdi sarà impegnato a proseguire il cammino di dialogo e confronto fra le religioni monoteiste del Mediterraneo».

brevi - La Repubblica sezione Palermo pag. 6

 

203.        13 dicembre 2001 - giovedì

CHE SANTO, PADRE ENNIO        

L' ESPRESSO   PETER GOMEZ

 

204.        13 dicembre 2001 - giovedì

PINTACUDA DUE, IL RITORNO

Intervista           Panorama        81        Padre Ennio Pintacuda

 

205.        13 dicembre 2001 - giovedì

GIORNATA DELLA QUALITA'

PROGRAMMA COMITATO SCIENTIFICO: Padre Ennio Pintacuda

 

206.        16 dicembre 2001 - domenica

MA IO VI DICO: FATE I NOMI

Articolo             1         

 

207.        Palermo, 16-18 dicembre

4° Christmas Workshop

 

208.        19 dicembre 2001 - mercoledì

LA SICILIA IN CERCA DI UN NUOVO MESSIA

L'Unità

 

209.        4 gennaio 2002 - venerdì

PRIZZI, UNA DONNA UCCISA DI 84 ANNI: DELITTO PER RAPINA. È STATA BASTONATA

di Virgilio Fagone - Giornale di Sicilia

 

210.        4 gennaio 2002 - venerdì

IL SINDACO: AUMENTA LA CRIMINALITA' NELLA ZONA

di Virgilio Fagone - Giornale di Sicilia

 

211.        28 gennaio 2002 – lunedì

Viminale, tolte le scorte a 114 magistrati e 11 politici

Sono 750 gli uomini tolti dal servizio scorte e impiegati in altri servizi. A quattro mesi dall' entrata in vigore della circolare del ministro dell'Interno Claudio Scajola che imponeva una riduzione del 30 per cento, il Viminale traccia il bilancio dell'operazione. Si scopre così che sono ben 114 i magistrati che hanno perso qualsiasi tipo di protezione, 11 i politici. Tagli drastici anche per ciò che riguarda il livello di sorveglianza. Tranne pochissimi casi, tutte le toghe hanno perso la seconda macchina mantenendo soltanto la tutela semplice o doppia. Il caso più eclatante, che tante polemiche ha provocato, è certamente quello del pubblico ministero Ilda Boccassini. Ma non è l'unico. La mannaia di questori e prefetti si è abbattuta in tutta Italia e non solo per i giudici. L’ex pubblico ministero antimafia Olga Capasso ha perso la tutela dopo essere stata trasferita all' ispettorato del ministero della Giustizia, Maurizio Costanzo si è visto diminuire il numero degli uomini che lo proteggevano dopo l'attentato del 1993, numerosi assessori e diplomatici sono rimasti senza neanche l'autista armato. A Palermo tutti i magistrati, tranne i capi degli uffici, hanno soltanto la tutela, mentre non sono più protetti i sacerdoti minacciati dalla mafia, fra i quali padre Ennio Pintacuda, Paolo Turturro, don Gino Sacchetti, oltre all' ex ministro Sergio Mattarella. «Basta con i privilegi» ha ordinato Scajola, e nelle ultime settimane ha disposto che tutti i dispositivi di sicurezza vengano «rivisitati» ogni tre mesi. Non solo. A meno che non ci siano esigenze contrarie, gli uomini di scorta dovranno indossare la divisa. Anche su questo ci sono state numerose proteste, ma la linea del Viminale non è cambiata. «Dobbiamo tagliare», ha più volte dichiarato il ministro. Così è stato. A Roma gli uomini recuperati sono stati 170, una ventina i magistrati che hanno perso la protezione, cinque i politici. Quasi dimezzato il numero degli altri (diplomatici, sindacalisti, imprenditori) scortati: si è passati da 90 persone a 58. Tagli sostanziosi anche a Palermo, con un riutilizzo di 192 agenti. Fino al 15 settembre (data di entrata in vigore della circolare) i giudici scortati erano 108, ora sono 91. Segna invece un «meno due» la voce che riguarda i politici. A Milano si è passati da 22 magistrati a 18, ma è salito il numero di coloro che dalla tutela sono passati alla scorta: da 2 a 4. Tra loro il pubblico ministero Stefano Dambruoso, titolare delle indagini sul terrorismo islamico. A Reggio Calabria la riduzione della protezione per magistrati e politici è stata pari al 50 per cento: da 30 a 14 per i primi, da 2 a 1 per gli altri. Sono 73 gli uomini da allora impiegati in altri servizi. Altri 42 sono stati recuperati a Catania, dove hanno perso scorta o tutela 5 giudici e 2 politici. «La riduzione delle scorte - sottolineano al Viminale - si è resa necessaria anche per far fronte all' emergenza terroristica, che ci ha costretti ad aumentare la sorveglianza per gli obiettivi sensibili: 3.600 persone per 1.600 luoghi».

Fiorenza Sarzanini - Corriere della Sera pag. 12

 

212.        23 gennaio 2002 - mercoledì

Un signore molto colto che sta alla sinistra come Montanelli stava al fascismo, ha letto le statistiche sul trasformismo dei rappresentanti della passata legislatura: duecentoventi eletti dal popolo hanno cambiato casacca politica. E non può trattenersi sulla qualità etica della politica italiana. «In Inghilterra una sola volta un deputato conservatore passò coi laburisti, e ancora se ne dibatte con furore». E subito ricorda il suo stupore nel sentire Ferdinando Adornato, giustizialista della prima ora, che parla alla Camera per i nemici dei giudici e contro la sinistra. «Un bellissimo discorso perché lui la conosce bene: il segno della destra è la barbarie, il segno della sinistra è l’imbroglio intellettuale, per questo hanno tanti intellettuali». La rassegna scivola naturalmente sui cavalieri dell’ideale nostrani. «Se su questo dovessi scrivere un libro lo intitolerei con l’assessore Costa: "Sarò il comunista della giunta Cammarata"». E non può tacere del gesuita Pintacuda «che fu chiamato dai giornali sociologo di fama internazionale». Era il padre giustizialista del giustizialismo estremo orlandiano e oggi senza un battito di ciglio è passato al centrodestra. «E senza che nessuno si indigni, senza una atto di contrizione». Giusto in generale, ma verso Pintacuda tutto questo non è generoso. Lui si è ritirato a dirigere il Cerisdi di Castello Utveggio. Cioè su un pizzo di montagna, come gli eremiti penitenti.

di Maurizio Barbato - La Repubblica pag. 35

 

213.        30 gennaio 2002 - mercoledì

Padre Ennio Pintacuda assume la sua residenza anagrafica in via Giacomo Longo

 

214.        11 febbraio 2002 - lunedì

SETTIMANA DELLA FAMIGLIA

Invito - ROTARY CLUB INTERNETIONAL

 

215.        22 febbraio 2002 - venerdì

DOPO L' ULIVO VOTERETE IL GABBIANO

L' ESPRESSO   61        SANDRO MAGISTER

 

216.        23 febbraio 2002 - sabato

GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

Invito    ROTARY CLUB INTERNETIONAL          GIOVANNI GODINO

 

217.        26 febbraio 2002 - martedì

UTVEGGIO E CERISDI

INCONTRO     CEPU             RESP.CEPU ANTONELLA GIANNOLA

 

218.        7 marzo 2002 - giovedì

NON LAVORO E FACCIO MIRACOLI

L' ESPRESSO   PETER GOMEZ- GIUSEPPE LO BIANCO

 

219.        7 marzo 2002 - giovedì

GLI ESCLUSI

Intervista           MOVIMENTI SINISTRA E DINTORNI

29-31     UGO PEROLINO

 

220.        9 marzo 2002 - sabato

I CROCIATI PENTITI DELL' ANTIMAFIA

AER      Il Giornale       60 e seg.          ANDREA TORNELLI

 

221.        10 marzo 2002 - domenica

SI, ADESSO IL DIBATTITO SI

di Enrico del Mercato - La Repubblica

 

222.        16 marzo 2002 - sabato

Forum su "Internazionalizzazione del Mediterraneo". P. Ennio Pintacuda Presidente del CERISDI partecipa al Forum volto a Palazzo D'Orleans. Discussa l'importanza strategica del Bacino del Mediterraneo

nell'era della Globalizzazione. Tra le varie personalità invitate vi erano il Viceministro dell'Economia- On. Gianfranco Miccichè, il Viceministro delle attività produttive - On. Adolfo Urso, il Sindaco di Palermo-Avv. Diego Cammarata e l'Ambasciatore del Marocco-Aziz Mekouar.

 

223.        27 marzo 2002 - mercoledì

ARTICOLO 18, PINTACUDA CONTRO SORGE SCOPPIA LA POLEMICA TRA GESUITI

Giornale di Sicilia

 

224.        28 marzo 2002 – giovedì

ETERNI RIVALI

ARTICOLO 18, DUELLO TRA GESUITI PINTACUDA CONTRO SORGE: «NIENTE STRALCIO», «SBAGLIATO»

Articolo 18, duello tra gesuiti Pintacuda contro Sorge: «Niente stralcio», «Sbagliato»

MILANO - Si erano lasciati litigando, su Orlando e sulla «primavera» palermitana. Si ritrovano litigando, su lavoro e articolo 18. Bartolomeo Sorge ed Ennio Pintacuda, gesuiti con la passione per la politica, non riescono mai a trovarsi d’accordo. Così se il primo, oggi lontano dalla Sicilia e direttore della rivista Aggiornamenti sociali, chiede al governo di fare un «passo indietro e di stralciare l'articolo 18», il secondo, rimasto a Palermo a presiedere il Cerisdi, centro di formazione per manager, e a collaborare con l'Amministrazione Provinciale (giunta di centrodestra), ribatte sicuro: «Nessun passo indietro, sarebbe sbagliato ritrarsi in questo momento». Sempre uno contro l'altro, i due gesuiti «terribili», sin dai tempi del centro «Pedro Arrupe», voluto dai gesuiti per formare una nuova classe dirigente siciliana e per combattere la mafia. Istituto diretto da padre Sorge e dal quale Pintacuda alla fine fu allontanato. Sempre divisi, anche oggi, dieci anni dopo. «È grazioso questo fatto - sorride Pintacuda - È capitato, c' è del dissenso, come altre volte, ma a prescindere dalle persone». «Che ci dobbiamo fare - allarga le braccia padre Sorge - ma non vorrei polemizzare con un confratello». Su una sola cosa sembrano d’accordo. Nel non perdersi nella polemica personale, nel cercare invece di spiegare le proprie ragioni. «Il muro contro muro serve solo a irrigidire il confronto», sostiene padre Sorge. Che difende lo sciopero generale: «Si lotta per difendere la dignità del lavoro umano e dei lavoratori, minacciata dal debordare di una cultura economica politica neoliberista che considera il lavoro umano come una merce qualsiasi». Al contrario padre Pintacuda vede una «situazione di destabilizzazione paurosa» e ne rintraccia le cause «nel sindacato-partito che sta facendo la vera opposizione». Certo, non risparmia appunti al governo («Finora per il Mezzogiorno solo promesse») o critiche ai ministri («alcuni farebbero bene a mettersi la museruola»), ma alla maggioranza chiede di non perdere l'occasione per «un accordo riformatore dell'articolo 18 come momento educativo». E se padre Sorge teme che la nuova flessibilità possa «rilevarsi una trappola» e che «la possibilità di essere licenziati senza giusta causa e senza diritto alla reintegrazione penderebbe come una spada di Damocle sulla testa dei lavoratori», il «collega» Pintacuda è semmai preoccupato per le «sentenze pretorili che hanno favorito una sorta di illicenziabilità». Risultato: anche tra gesuiti l'intesa sembra lontanissima.

di Riccardo Bruno - Corriere della Sera pag. 8

 

225.        28 marzo 2002 - giovedì

MA CHE "VASA VASA ": SONO ROBIN HOOD

Intervista           Panorama        65-66   CARMELO ABBATE

 

226.        12 aprile 2002 – martedì

DAL CIPE DA 50 MILIONI DI EURO PER GLI LSU

«Diego, guarda che ti ho portato». E il Cavaliere tira fuori dalla tasca un foglio per il sindaco Cammarata. È una delibera del Cipe da 50 milioni di euro, 100 dei vecchi miliardi di lire, già annunciata nei giorni scorsi. «Sono per i precari di Palermo», sorride soddisfatto il premier. Perché se è vero che qui Berlusconi è venuto ad annunciare l’impegno italiano per fornire aiuti tecnologici a cinque paesi del Terzo Mondo, non è che la Sicilia e il capoluogo se la passino bene. E allora ecco un bell' aiuto «concreto» anche per l’isola……………………………. E proprio nelle stanze della presidenza accade il secondo imprevisto: il minicorteo entra per caso nella stanza del capo di gabinetto Pasquale Hamel e lì si imbatte nel gesuita Ennio Pintacuda. «Che sorpresa presidente - dice il sacerdote - ho apprezzato molto il suo intervento. La prossima volta che verrà a Palermo spero di riceverla alla sede del Cerisdi». Un salto al gruppo di Forza Italia, poi a Villa Niscemi dove il sindaco ringrazia ancora: «Presidente, davvero grazie per quello che sta facendo per la nostra città».

di Carmelo Lopapa - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

 

227.        2 maggio 2002 - giovedì

I DIRITTI DEL FANCIULLO

Invito    SCUOLA MEDIA STATALE " V. PIPITONE "                 PROF. MATTEO ANASTASI

 

228.        6 maggio 2002 - lunedì

AMMINISTRATIVE, IN SICILIA SCOPPIA LA CRISI DELL' ULIVO

Il Giornale         Marianna Bartoccelli

 

229.        14 maggio 2002 - martedì

LA GLOBALIZZAZIONE: GENESI E PROSPETTIVE   

Invito    RETE DELLE SCUOLE       PROF. MATTEO ANASTASI

 

230.        21 maggio 2002 – martedì

Le polemiche suscitate dalle critiche fatte dall'on. Luciano Violante

contro la riforma in tema di giustizia predisposta dal secondo

Governo Berlusconi. Il decimo anniversario della morte di Giovanni

Falcone

Tratto da pagina web di Radio Radicale

 

231.        22 maggio 2002 – mercoledì

A PALERMO

Delusi e soli: ecco i personaggi di quella stagione

L’ex procuratore Giammanco si difende: ancora parole ingiuste. L’autista sopravvissuto: sono un signor Nessuno. E Montalbano si è dimesso. L’ex sindaco Orlando: lo attaccai per lanciare un allarme Carmine Mancuso: quel gruppo di toghe prese anche abbagli

È un anniversario vissuto con fibrillazione. Il vulcano delle ostilità, della rabbia, delle recriminazioni, delle contrapposizioni erutta forte, spaccando il mondo politico e la società civile alla vigilia delle manifestazioni in memoria di Giovanni Falcone. Nel suo nome tanti prendono la parola per fare l'elenco dei veri amici del magistrato, per negare il diritto di commemorazione agli avversari, com' è accaduto con Luciano Violante. Mentre altri, come Giuseppe Ayala, replicano ricordando i «torti» subiti da Falcone, non solo negli ultimi mesi di vita, anche da parte di chi poi è stato protagonista delle più tenaci battaglie antimafia. Così, la memoria rischia di essere stirata come un elastico in una città dove in 10 anni tanti personaggi hanno separato sogni, progetti, carriere. Basti pensare all' intesa ormai andata in frantumi fra un sindaco «ribelle» come Leoluca Orlando, il suo consigliere spirituale, padre Ennio Pintacuda, e tutto il gruppo del famoso e discusso Coordinamento antimafia guidato da Carmine Mancuso. Ognuno per la sua strada…….

di Felice Cavallaro - Corriere della Sera pag. 6

 

232.        24 maggio 2002 – venerdì

UNA CERNOBBIO IN FIERA CON ECONOMISTI E STUDIOSI

UN forum sui temi dell’economia per introdurre la Fiera del Mediterraneo. Oggi si apre la prima edizione di "Meditrend", una «due giorni» di incontri e dibattiti organizzata dall' ente Fiera insieme con il gruppo Ambrosetti, che organizza ogni anno il meeting di Cernobbio. "Meditrend" si apre oggi alle 14,30 al Castello Utveggio, sede del Cerisdi, dove si confronteranno sui temi del Mediterraneo il politologo statunitense Edward Luttwak, l’economista della Oxford University Andrea Boltho, Edward Burman, senior partner di Ambrosetti, e l’amministratore delegato di Sviluppo Italia, Massimo Caputi. All' incontro parteciperanno anche il commissario straordinario dell’ente Fiera Stapino Greco, il presidente dell’Ars Guido Lo Porto, il presidente della Provincia Francesco Musotto e il presidente del Cerisdi Ennio Pintacuda

La Repubblica sezione Palermo pag. 6

 

233.        28 maggio 2002 - martedì

SEMINAIRE SUR LES ENTREPISED DU BASSIN MEDITERRANEEN INTERVENTIONS POUR LA FORMATION ET INSTRUMENTS FINANCIERS

PROGRAMMA LE MATINE

 

234.        31 maggio 2002 - venerdì

SEMINAIRE SUR LES ENTREPISED DU BASSIN MEDITERRANEEN INTERVENTIONS POUR LA FORMATION ET INSTRUMENTS FINANCIERS       PROGRAMMA

L' ECONOMISTE       OFPPT- AMBASSADE D' ITALIE

 

235.        31 maggio 2002 - venerdì

LA SICILE A LA CONQUETE DU MAROC

LE MATINE

 

236.        1° giugno 2002 - sabato

Giallo chiuso, giallo risolto. Basta un ladro, un balordo di periferia a spiegare nove incursioni? «Noi - dice il questore Francesco Cirillo - continuiamo a lavorare». Si cerca il complice e si fa anche qualche distinguo scorrendo l’elenco dei colpi tentati e dei raid andati a segno. Il questore taglia fuori dal gruppo l’incursione di Borgo Vecchio: «Non è stata colpita una chiesa ma una attività collegata, e questo - dice - lascia pensare che la matrice possa essere diversa. Negli altri episodi invece c' è la costante del furto, anche di pochi spiccioli, che non ci fa immaginare altra matrice». Locali a soqquadro, paramenti per terra, disordine: per gli investigatori, più che a disprezzo per la Chiesa e a simbologie sataniche («visto che le ostie nessuno le ha toccate»), rimandano piuttosto allo scenario classico dei furti. «Accade - aggiunge Cirillo - che il ladro che non trova nulla si innervosisca e rovisti dappertutto». Nel marsupio di Vittorio Fiordaliso due pinze, un cacciavite, un cutter e un nastro isolante. L' occorrente per scardinare vecchie porte e far saltare lucchetti e serrature. Niente di più professionale. Esattamente quello che sembrano avere utilizzato gli autori di tutti i colpi. Che in qualche caso, come alla Magione, si sono accaniti sui portali che resistevano, sugli infissi che non riuscivano ad aprire. Ma le opinioni dei parroci e dei preti si dividono ancora. Se il cardinale Salvatore De Giorgi vede confermata la tesi della criminalità di strada, c' è chi come padre Ennio Pintacuda vede ancora «una regia unica» dietro le incursioni. «C' è una strategia - ribadisce - per colpire i sacerdoti più impegnati nelle realtà del territorio. I gruppi criminali hanno avuto la percezione di un abbandono delle posizioni da parte dello Stato, rialzando subito la testa». E una tesi vicina a quella di padre Giacomo Ribaudo, il parroco della Magione: «Da me sono entrati almeno in sei. Difficile pensare che abbiano potuto agire senza un avallo, un consenso. La gente di qui mi ripete che sono senz' altro venuti da fuori. Di certo quella pietra che ha mandato in frantumi il vetro del portale, la conservo. La lascio lì, anzi la metto sottovetro, come monito, come ricordo». Padre Antonio Garau, della parrocchia di via Decollati, la tesi della mafia non l’ha mai tirata fuori. Ma neppure l’arresto di Fiordaliso lo convince appieno. «In almeno tre casi il ladro è passato da una finestrella, fessure piccole, penso a un bambino. Da me hanno portato via 300 euro passando per la porta centrale. Ho pensato ovviamente a un furto. E poi la mafia non ha alcun interesse a sollevare tanta attenzione». Più sicurezza hanno invocato i preti all' incontro con il questore in Curia. E se Cirillo sottolinea l’esigenza anche di una sicurezza passiva, adesso si pensa a dotare tutte le chiese di un sistema di allarme. «Di certo - aggiunge padre Nino Fasullo, direttore della rivista Segno - non si può immaginare di blindare le chiese che sono per definizione luoghi aperti. Le incursioni e i furti sono segnali pessimi, ma che denunciano a quale livello di disperazione spinga la povertà e il disagio. Non credo affatto a una regia di mafia». L' idea che nell' elenco dei raid bisogna separare alcuni casi dagli altri, ritorna anche nelle parole del procuratore Pietro Grasso: «Ancora non siamo sicuri che siano avvertimenti di stampo mafioso. Sono atti diversi tra loro che potrebbero nascondere moventi differenti». «Mi auguro che non sia un disegno ordito dalla criminalità organizzata» gli ha fatto eco il presidente della Provincia Francesco Musotto, intervenuto con il procuratore a un convegno su alcol e droghe nei locali del commissariato di Bagheria. Intanto il segretario provinciale del Libero sindacato di Polizia Gianmario Collesano lancia un appello alla collaborazione: «È indispensabile che chi sa, chi è a conoscenza anche di un minimo particolare, fornisca anche un piccolo aiuto alle forze dell’ordine».

di e.b. - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

 

237.        1° giugno 2002 - sabato

LE IMPRESE NEL MEDITERRANEO: INTERVENTI FORMATIVI E STRUMENTI FINANZIARI

PROGRAMMA CASABLANCA

 

238.        2 giugno 2002 - domenica

UNE DELEGATION SICILIENNE ATTENDUE AU MAROC

L' ECONOMISTE

 

239.        5 giugno 2002 - mercoledì

DES ENTREPRENEURS ITALIENS PLAIDENT POUR UN PARTENARIAT COMPLET AVEC LEURS HOMOLOGUES MAROCAINS

  AL BAYANE (D' APRES MAP)

 

240.        5 giugno 2002 - mercoledì

DE LA MISE A NIVEAU PAR LA FORMATION

LE MATINE                LAHCEN OUDOUD

 

241.        11 giugno 2002 - martedì

IL FUTURO DELL' AFRICA HA OCCHI COLOR SICILIA

Giornale di Sicilia                      ALFONSO BUGEA

 

242.        15 giugno 2002 - sabato

IL SUO CULTO RIUNISCE TUTTE LE CLASSI SOCIALI

Il frate di Pietrelcina a pochi giorni dalla sua canonizzazione divide il mondo della chiesa. Ma la linea di demarcazione tra scettici e devoti traccia un perimetro dai confini incerti. E così, tra i grandi sostenitori di Padre Pio, c' è anche padre Ennio Pintacuda. Un gesuita ma prima di tutto un uomo di fede. È singolare che un gesuita sia tanto legato alla figura di Padre Pio. «Sì, è vero - dice padre Pintacuda - È singolare, ma anche se la mia formazione cattolica è molto diversa, non ho mai saputo resistere a un uomo di Dio come Padre Pio. Possedeva un carisma fuori dal comune, in grado di riunire attorno alla sua persona gente di tutte le età e le classi sociali. Sembra che non sia mai morto, perché è vivo nei cuori della gente». C' è anche chi però storce il naso davanti a tanta popolarità. «A queste persone rispondo che la disapprovazione è fuori posto. Padre Pio è un santo a furor di popolo. Non si può far finta di niente davanti a tanto amore e a tanta devozione. È vero ci sono dei pericoli legati a questo culto dell’immagine, potrebbe diventare fuorviante e vuoto. Ma in questo caso i rischi vanno corsi. Non si può essere perplessi davanti a questa santificazione». Qual è l’immagine di Padre Pio a cui è più legato? «Quella di un uomo, di un cristiano che è stato capace di realizzare qualcosa di concreto, come "La casa del sollievo". Ogni giorno mi rivolgo a lui nelle mie preghiere. Ho una sua immagine nella mia camera da letto. Gli parlo e gli chiedo di far rinsavire i nostri politici e tutti quelli che stanno "assaltando" la sanità. A Prizzi hanno chiuso un ambulatorio. E ora i ticket sui farmaci. Non è giusto. Spero che Padre Pio con la sua vita piena di amore e di opere concrete possa far capire a questa gente che esiste un modo per vivere nell' amore». Pensa che sia solo il carisma di Padre Pio il segreto della sua popolarità? O che la cultura dell’immagine di questo secolo abbia influito? «Certo che ha influito. Ma per una volta vorrei spezzare una lancia in favore di una certa cultura dell’immagine. La nostra società ha bisogno di una simbologia. E nel caso di Padre Pio mi sento di poter dire che il suo messaggio e la sua figura vanno oltre ogni tipo di polemica. È bello che proprio in un secolo come questo, pieno di dolore, guerre e odio, la gente abbia ancora voglia di credere in un piccolo uomo e nella sua grande vita colma d' amore per gli altri».

Intervista di Sara Scarafia - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

243.        18 giugno 2002 - martedì

POUR LE FINANCEMENT DES EQUIPEMENTS PRODUCTIFS

LA GAZZETTA 29     TANDIA ANTHIOUMANE

 

244.        18 giugno 2002 - martedì

SE METRE A NIVAEU OU DISPARAITRE

LA TRIBUNE   19        M.L.

 

245.        18 giugno 2002 - martedì

DES ENTREPRENEURS ITALIENS PLAIDENT POUR UN PARTENARIAT COMPLET AVEC LEURS HOMOLOGUES MAROCAINS

  NATIONAL   CASABLANCA(MAP)

 

246.        27 giugno 2002 - giovedì

IL VICERE'

L' ESPRESSO   60 e seg.          PETER GOMEZ- MARCO LILLO- STEFANO LIVADIOTTI

 

247.        11 luglio 2002 - giovedì

PINTACUDA: SIAMO PER UN MARE DI PACE

  Giornale di Sicilia

 

248.        1° agosto 2002 - giovedì

MEDITERRANEO, VERSO UNA COOPERAZIONE A TUTTO CAMPO

SICILIA TEMPO

 

249.        1° agosto 2002 - giovedì

"LA GASTRONOMIA DEI FIGLI DI ABRAMO" DI G.G. PUMILIA

  Padre Ennio Pintacuda

 

250.        31 agosto 2002 - sabato

CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI SULLA PACE      CONVEGNO

COORDINA AURELIO PES

 

251.        12 settembre 2002 - giovedì

IL PRESIDENTE PINTACUDA INCONTRA IL VESCOVO DI TUNISI

Giornale di Sicilia

 

252.        14 settembre 2002 - sabato

RUBATE ARMI AL FRATELLO DI PINTACUDA

La Repubblica

 

253.        15 settembre 2002 - domenica

AGENDA 2000, IL BUSINESS DEI CORSI

La Repubblica   3          Alberto Bonanno

 

254.        15 settembre 2002 - domenica

A SCUOLA CON AGENDA 2000

La Repubblica   Alberto Bonanno

 

255.16 settembre 2002 - lunedì

PRIZZI: RUBATE ARMI A CASA DEL FRATELLO DI PINTACUDA

  Giornale di Sicilia       

 

256.        19 settembre 2002 - giovedì

CHI C' ERA..CHI C' E'

  Giornale di Sicilia        PUBLIKOMPAS

 

257.        20 settembre 2002 - venerdì

RAID NELLA CHIESA DI PADRE GARAU

Nuova incursione in una chiesa. La notte scorsa, alcuni vandali hanno fatto irruzione nella chiesa di Maria Santissima del Carmelo, in via dei Decollati, la parrocchia di padre Antonio Garau, un sacerdote da anni impegnato sul fronte sociale e dell’antimafia. I vandali hanno danneggiato alcune suppellettili e rubato oggetti sacri che si trovavano sull' altare. Secondo la ricostruzione della polizia, i malviventi si sarebbero poi introdotti in un magazzino attiguo alla chiesa, dove hanno danneggiato una statua e trafugato altri paramenti sacri. A dare l’allarme, ieri mattina, è stata la donna addetta alle pulizie: in via Decollati, insieme agli agenti del commissariato Brancaccio, sono arrivati anche gli esperti della polizia scientifica, alla ricerca di eventuali tracce lasciate dai vandali. A don Garau è arrivata la solidarietà del senatore dei Ds Costantino Garraffa, che parla «di ennesimo episodio contro una chiesa di frontiera» e del capogruppo diessino in commissione antimafia, Giuseppe Lumia: «Padre Antonio Garau - ricorda - è da sempre impegnato in parrocchie di frontiera nella promozione umana e religiosa di territori difficili». Solidarietà al parroco di Maria Santissima anche da parte di padre Ennio Pintacuda: «Sono convinto - dice il gesuita - che don Antonio continuerà a svolgere con serena tenacia la sua opera pastorale sul territorio».

La Repubblica sezione Palermo pag. 6

 

258.        20 settembre 2002 - venerdì

VANDALI NELLA CHIESA DI PADRE GARAU

Giornale di Sicilia          P.S.

 

259.        24 settembre 2002 - martedì

ROTARY, DIBATTITO SUI GIOVANI

Giornale di Sicilia

 

260.        1° ottobre 2002 - martedì

E PACE SIA

Intervista           L' INCHIESTA          22-23   SANTI PINELLI

 

261.        6 ottobre 2002 - domenica

SOTTRAZIONE DI RISORSE

La Repubblica   MARIO CENTORRINO

 

262.        6 ottobre 2002 - domenica

UN SEGNALE NELLA CITTA' OSCURATA

La Repubblica   NINO ALONGI

 

263.        9 ottobre 2002 - mercoledì

IL CERISDI " SCONGIURARE LA CHIUSURA "

Giornale di Sicilia

 

264.        19 ottobre 2002 - sabato

UTILIZAREA SURSELOR NOI, REGENERABILE DE ENERGIE IN ZONELE RURALE

  CRISANA       16       

 

265.        19 ottobre 2002 - sabato

PINTACUDA: AVANTI TUTTA MA CON GIUDIZIO

Giornale di Sicilia                      CERISDI

 

266.        20 ottobre 2002 - domenica

LA RIFORMA DEGLI APPALTI DEI LAVORI PUBBLICI IN SICILIA

Invito    Giornale di Sicilia                   CERISDI- PROVINCIA REGIONALE DI PALERMO

 

267.        22 ottobre 2002 - martedì

" LE AVVENTURE DI PINOCCHIO " DI C. COLLODI- " IL PA- PINO DI PINOCCHIO" DI G. FERNANDEZ

PRESENTAZIONE LIBRO   Giornale di Sicilia                   UNICEF- ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA- FONDAZIONE NAZIONALE C. COLLODI

 

268.        1° novembre 2002 - venerdì

GUGLIELMO SERIO

di Giovanna Di Benedetto - CULT A PALERMO

 

269.        13 novembre 2002 - mercoledì

GLI OPERAI FIAT BLOCCANO PUNTA RAISI

di Enrico del Mercato - La Repubblica

 

270.        13 novembre 2002 - mercoledì

MICCICHE' CE L' HA FATTA, SI SMOBILITA

di Massimo Morello - La Repubblica

 

271.        20 novembre 2002 - mercoledì

ANALISI DEL RISCHIO CLINICO

Seminario

CERISDI- REGIONE SICILIANA

 

272.        20 novembre 2002 - mercoledì

COMUNE DI PALERMO. ECCO LA MAXIROTAZIONE DEGLI UFFICI

di Alessia Bivona - Giornale di Sicilia

 

273.        24 novembre 2002 - domenica

Libro" LA GASTRONOMIA DEI FIGLI DI ABRAMO "

di GIACINTA GIACOPELLO PUMILIA

Recensione di Padre Ennio Pintacuda - INSICILIA

 

274.        24 novembre 2002 - domenica

IL NOME DELLA LEGGE

I padri fondatori del nostro diritto pubblico sostenevano che una legge è degna di questo nome quando è universale, se vale cioè erga omnes. Invece il governo regionale riesce a varare atti di spesa che più che nomi propri hanno nomignoli e soprannomi affettuosi: tanto lontana è la possibilità di trovare per essi criteri generali che li applichino. Perché al Cerisdi e al Cseri i soldi sì, e a Cardfos ed Erripa no? Incomprensibile. Di fronte alle loro leggi, i membri dei governi dell’Ente Dannoso Regione, hanno lo stesso atteggiamento amoroso di quei genitori moderni che cercano il nome più carino per il bambino secondogenito: «E questo finanziamento, Totò, come lo chiamiamo, San Francesco di Sales o San Giovanni Bosco? Oppure Ennio Pintacuda, che per ora va tanto?».

di Maurizio Barbato - La Repubblica sezione Palermo pag. 14

 

275.        29 novembre 2002 - venerdì

LA REPLICA / L’ex guardasigilli tirato in ballo per i presunti rapporti tra i socialisti e i clan nel 1987: quella campagna elettorale fu all' insegna della lotta alle cosche

L’ex ministro psi: queste accuse sono spazzatura, sono già stato scagionato

«Il mio caso salta fuori ciclicamente. Perché non si parla dei voti a Orlando?»

Risponde con una battuta l’ex Guardasigilli socialista Claudio Martelli, chiamato in causa ancora una volta da un pentito per i presunti e mai provati accordi tra il Psi e Cosa Nostra in occasione delle elezioni del 1987: «La spazzatura bisogna riciclarla nei forni ma se uno la mette nel ventilatore finisce per inquinare un po' tutto». Cosa Nostra, sostiene Giuffrè, «perse la fiducia» in Martelli dopo l’episodio avvenuto all’aeroporto di Malindi, in Kenya, che la vide coinvolto nel fermo di una turista italiana trovata in possesso di un paio di spinelli. «L' unico fatto nuovo, quasi divertente, sarebbe questo sussulto moralistico di una mafia scandalizzata per lo spinello di Malindi. È abbastanza stupefacente e, se fosse vero, consentitemi la battuta: benedetto spinello! Ma questo vero non è perché tutto si concluse con una dichiarazione congiunta tra i responsabili della campagna giornalistica e i miei avvocati in cui si escludeva che ci fosse la prova che io fossi stato fermato con uno spinello». Giuffrè sostiene che «Martelli aveva dato ampie garanzie a Cosa Nostra». «Secondo questo schema, nell' 87 la Dc non dava più garanzie perché era iniziato il maxiprocesso. Invece, il Psi e i Radicali sembravano disponibili perché avevano promosso il referendum sulla giustizia giusta e sulla responsabilità civile dei magistrati. Nacque, così, un "equivoco". Fu scambiata la difesa dei diritti, anche degli imputati, con la tolleranza verso i delitti: e questo è diventato un luogo comune del pentitismo. Una volta Andreotti, molto gentilmente, mi mandò un prospetto del voto politico a Palermo nell' 87: la Dc non aveva perso e il Psi aveva guadagnato punti in linea con la media nazionale». Cosa Nostra cadde in un «equivoco», dunque. «Potrebbe essergli convenuto in quella fase politica». Cosa ricorda della campagna elettorale dell’87? «La condussi all' insegna dell’antimafia. E nonostante Marco Pannella mi invitasse a partecipare a una manifestazione politica all' Ucciardone, io non ci andai. Non lo feci per non creare dubbi anche se, poi, mi fu contestato al processo Musotto ma fu facile dimostrare che io non ero andato nel carcere di Palermo». Nell' 87, però, ci fu un’inchiesta della Procura di Palermo. «All' epoca, sulla base delle denunce di padre Pintacuda e di Leoluca Orlando Cascio sul voto che si sarebbe spostato dalla Dc al Psi, ci fu un’indagine del pm Garofalo che si concluse con l’esclusione di ogni contatto. Interrogarono anche la mia scorta. Tra l’altro, ne parlai con Falcone ed Ayala che mi rassicurarono». A tirare in ballo il suo nome fu Giovanni Brusca, nel 1996. Ora, dopo sei anni, lo fa Giuffrè. «Le dichiarazioni dei pentiti andrebbero sempre analizzate con enorme cura e pazienza. E non vorrei che questa fosse la conseguenza di quella divisione che c' è stata nella Procura di Palermo proprio in ordine alla gestione dei verbali Giuffrè: non vorrei che il compromesso, per cui tutti accedono ai verbali, generi questi effetti». È cambiato il clima rispetto alle dichiarazioni dei pentiti? «All’inizio Brusca e il suo avvocato coinvolsero Violante, con il famoso incontro in aereo. Poi, su quella vicenda, ci fu una veloce retromarcia. Il mio caso, invece, ciclicamente torna fuori. E come mai nessuno si interroga su certi voti plebiscitari, in Sicilia, per l’elezione del sindaco Orlando e per il consenso attribuito a Forza Italia? Non voglio fare polemiche ma dico che contro di me c' è una vendetta mafiosa per screditare il ministro della Giustizia che ha colpito Cosa Nostra». Cosa ha pensato quando hanno condannato Andreotti? «Povero Andreotti. Sinceramente, ho pensato questo».

di Dino Martirano - Corriere della Sera pag. 9

 

276.        Palermo, 16-17 dicembre

6° Christmas Workshop

 

277.        25 febbraio 2003 – martedì

TUMORI ALLA PELLE, COLPITI I GIOVANI LA PREVENZIONE COMINCIA IN CLASSE

È considerato tra i tumori più imprevedibili e cattivi. Il melanoma cutaneo un tempo colpiva maggiormente soggetti tra i 35 e i 50 anni, mentre oggi i dati dicono che il 6 per cento dei malati ha un’età al di sotto dei vent' anni, in particolare tra i quattordici ed i sedici. Ecco perché dal prossimo 6 marzo in ventidue scuole di Palermo partirà una campagna di prevenzione. Un progetto ideato dal Cerisdi, in collaborazione con il Civico, e con il Comune, e presentato ieri mattina a Castello Utveggio. La prima lezione si terrà nella scuola media "Piazzi", giovedì 6 marzo. La campagna di sensibilizzazione è curata da Enzo Guzzetta, chirurgo plastico dello staff del professore Michele Masellis. «Abbiamo scelto questo periodo per far partire questa campagna d' informazione - spiega Guzzetta - perché si avvicina l'estate. Vogliamo promuovere un modo più intelligente di esporsi al sole, di ottenere l'abbronzatura in orari particolari ed usando filtri secondo la propria pelle. La campagna parte dalle scuole, ma coinvolge anche le famiglie e da queste, si sposta all' esterno agli amici ed ai parenti. È un sistema che alla fine sensibilizza tutti». Oggi sono le donne i soggetti più colpiti dal melanoma cutaneo. La popolazione femminile lo riscontra negli arti inferiori, mentre gli uomini sono colpiti al tronco e agli arti superiori. «Da cinque anni il Cerisdi si occupa di formazione e di prevenzione nell' ambito della salute - afferma il presidente, Ennio Pintacuda -. è importante rilanciare il concetto di salute, conoscere ed informarsi perché spesso informazioni errate hanno prodotto ai giovani più problemi che vantaggi».

di Tiziana Lenzo - La Repubblica sezione Palermo pag. 4

 

278.        27 febbraio 2003 – giovedì

STATI GENERALI 'UNA INUTILE PASSERELLA'

Si aprono all' Albergo delle Povere di corso Calatafimi gli Stati generali della scuola, la conferenza di addetti ai lavori organizzata dalla Regione. Ma è già polemica. «Più che una discussione seria sarà una passerella», dice Giusto Catania, segretario regionale di Rifondazione comunista, che aggiunge: «Nessuno parlerà del disastro in cui versa buona parte della scuola siciliana. è un processo di autocelebrazione e di esaltazione di una scuola sempre più privatizzata e subalterna alla cultura d' impresa». Dello stesso parere Patrizia Mazzola, responsabile provinciale scuola dei Ds: «Sarà un incontro a numero chiuso che non consentirà alcun vero dibattito. L' assessore all' Istruzione, Fabio Granata, dovrebbe concentrarsi di più sui problemi legati all' edilizia e soprattutto dovrebbe spiegare i reali motivi che hanno portato al finanziamento delle scuole private mentre le scuole pubbliche sono sempre più abbandonate a sé stesse. I lavori si aprono alle 9,30 con i saluti del presidente Cuffaro e dell’assessore Granata e l’intervento in videoconferenza del ministro dell’Istruzione Letizia Moratti. Il primo tema di dibattito è "La scuola in Sicilia". Sull' argomento parleranno Marco Aurelio Lo Franco, dirigente generale del dipartimento istruzione della Regione, e il provveditore Guido Di Stefano. La mattinata prosegue con un occhio puntato sul diritto allo studio. Intervengono il capo dipartimento del Miur Pasquale Capo, il presidente del Cerisdi Ennio Pintacuda, il docente Giuseppe Savagnone. Nel pomeriggio dibattito su "L'orientamento scolastico e professionale" con l’intervento di Raffaele Stancanelli, assessore regionale al Lavoro. Ultimo appuntamento, "Educare alla legalità" con il presidente dell’Antimafia Carmelo Incardona.

di Sa.S. - La Repubblica sezione Palermo pag. 3

 

279.        3 marzo 2003 - lunedì

Cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico 2003 del Cerisdi (Centro Ricerche e Studi Direzionali) - (presso il Castello Utveggio, Centro Cerisdi, via Pietro Bonanno).

Interventi: Ennio Pintacuda, Pier Ferdinando Casini (UDC), Diego Cammarata (FI), Maurizio Pirillo (Assessore), Salvatore Cuffaro (UDC), Mohamed Bucalfa (Studente).

Tratto da pagina web di Radio Radicale

 

280.        4 marzo 2003 – martedì

CAPONNETTO APOSTOLO DI LEGALITÀ

La mafia «ha scelto di riorganizzarsi, di rendersi meno visibile», ma se oggi «è silente non è meno pericolosa di quella che ci aveva abituato alle azioni più spettacolari. Se lo Stato abbassasse la guardia, sarebbe un gravissimo errore». La voce del presidente della Camera Pierferdinando Casini è ferma quando poco prima delle 17 riecheggia nella sala consiliare di Palermo nel Giorno della Memoria del padre del pool antimafia. «Ad Antonino Caponnetto per aver contribuito con il suo straordinario impegno di magistrato, di attento e misurato presidente del consiglio comunale, e di instancabile testimone tra i giovani, alla crescita morale dei cittadini di Palermo», si legge nella targa di marmo che da ieri ricorda il giudice toscano. Suggestioni che danno a Casini l’occasione per aggiungere che «se non si lottasse la mafia, la Sicilia e il Sud non sarebbero credibili. Occorre uno sforzo ampio e senza sosta. Scuola e occupazione sono due grandi questioni per limitare il retroterra in cui la mafia opera efficacemente». Ad ascoltarlo ci sono fra gli altri il sindaco, Diego Cammarata, i presidenti della Regione, Salvatore Cuffaro, dell’Assemblea regionale, Guido Lo Porto, e della commissione parlamentare Antimafia, Roberto Centaro. Casini ricorda poi Caponnetto, «paladino instancabile di una guerra contro la mafia logorante, ma possibile e necessaria, animata da una volontà di riscatto», e ne rievoca «la straordinaria opera di apostolato civile tra i giovani per diffondere la cultura della legalità». «La lotta contro la mafia - sottolineato Casini - deve restare una priorità». Un impegno unitario. «C' è il invece il rischio - avvertito il presidente della commissione Antimafia - Roberto Centaro - che il legittimo conflitto politico possa dividere l’antimafia. Sarebbe un tragico errore». «Purtroppo - aggiunge il suo predecessore, il desino Giuseppe Lumia - le classi dirigenti spesso si accorgono della mafia solo nei momenti di emergenza e c' è anche chi pensa di potere convivere con i poteri criminali se tornano ad assumere un volto più rassicurante». Poi di corsa al Castello Utveggio, dove il presidente della Camera ha il compito di aprire l'anno accademico del Cerisdi. Le forme, innanzitutto: l'omaggio al presidente del centro studi, padre Ennio Pintacuda, raggiunto nel suo studio, e forse una capatina nella stanza in cui dormì papa Giovanni Paolo II, a conclusione del convegno delle chiese d' Italia, svoltosi nel capoluogo siciliano. L' incontro con i giornalisti e, infine, la cerimonia davanti ad una platea di circa 2 mila persone, fra i quali il questore Cirillo, il colonnello dei Carabinieri Riccardo Amato, fino al leader dei giovani industriali, Anna Maria Antoni. Si parla di Mediterraneo e dello sforzo che in questo senso «fa anche il Cerisdi», concede Casini che poco prima, aveva richiamato all' autentico impegno in politica: «Temo che finite le contrapposizioni ideologiche, i grandi scontri del passato, oggi la politica si riduca ad un pragmatismo senza ideali e senza valori, dove l'unico obiettivo è la lotta per il potere».

di Giuseppe Marinaro - La Repubblica sezione Palermo pag. 4

 

281.        14 marzo 2003 - venerdì

"Sviluppo delle legalità nell'ambito della gestione dei beni confiscati alla mafia" - promosso dal Centro Ricerche e Studi Direzionali (CERISDI), dal Comune di Palermo con il Patrocinio della Assemblea Regionale Siciliana (presso la Sala Gialla del Palazzo dei Normanni).

Convegno ""Sviluppo delle legalità nell'ambito della gestione dei beni confiscati alla mafia" - promosso dal Centro Ricerche e Studi Direzionali (CERISDI), dal Comune di Palermo con il Patrocinio della Assemblea Regionale Siciliana (presso la Sala gialla del Palazzo dei Normanni)",

Interventi: Pietro Luigi Matta (professore), Guido Lo Porto (AN), Ennio Pintacuda, Giuseppe Giordano (avvocato), Fulvio Sodano (Prefetto), Carmelo Incardona (AN), Michele Costa (avvocato), Roberto Helg (CONFCOMMERCIO), Giuseppe D'Angelo (Colonnello), Giuseppe Mignosi, Roberto Centaro (FI), Teresa Principato (magistrato), Carmelo Carrara (magistrato), Guglielmo Serio (magistrato), Giovanni Colussi (LIBERA), Giuseppe Costanzo (ASSINDUSTRIA), Pietro Grasso (magistrato), Fabio Sanfilippo (CISPEL), Clementina Lanna (Dirigente), Bengaled Amid, Rizzo.

 

282.        27 aprile 2003 - domenica

Sbarcherà a Palermo a bordo di un Piper Seneca Turbo all’aeroporto militare di Boccadifalco Emanuele Filiberto, alla sua prima visita, sia pure non in veste ufficiale, nel capoluogo siciliano. Il rampollo di casa Savoia, che è da giovedì in Sicilia …………………………………Pranzo a Castello Utveggio al Cerisdi con padre Ennio Pintacuda e poi in visita al santuario di Santa Rosalia ………………….

di Isabella Napoli - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

283.        30 aprile 2003 – mercoledì

OMAGGIO A SANTA ROSALIA POI LA CENA DEI GATTOPARDI

Il principe ha concluso la sua favola palermitana con una cena intima nel palazzo del «Gattopardo». Un party esclusivo per festeggiare il compleanno di un amico alla corte di Emanuele Filiberto, Luigi D' Urso, un miliardario parigino di origini palermitane, con casa anche in piazza Kalsa. E in barba all' etichetta, Emanuele Filiberto ieri pomeriggio, dopo un riposo necessario per smaltire i due giorni di passerella istituzionale con «acchianata» finale al santuario di santa Rosalia, si è concesso una passeggiata per le vie di Palermo, tra palazzo Abatellis, Spasimo e il Massimo. Da ieri il rampollo della real casa è cittadino onorario di Monreale, su decisione presa dalla giunta guidata da Salvino Caputo due anni fa. La più «commovente» delle tappe è stata l'incontro con padre Ennio Pintacuda al Cerisdi, che ha donato al principe le foto storiche dei suoi familiari ritratti all' ingresso di Castello Utveggio, l’albergo di Monte Pellegrino che ospitò l’allora principe Umberto e Maria Josè. E tra i due è scattata la promessa di un sodalizio: Emanuele Filiberto, presidente della Fondazione "Principe di Venezia", in memoria della nonna, ha accettato di collaborare a un progetto culturale col Cerisdi. ……………………………………………………

di A.R. - La Repubblica sezione Palermo pag. 6

 

284.        6 giugno 2003

Nuovi confini, nuove istituzioni per un'Italia leader nel Mediterraneo" - organizzato dai Giovani imprenditori di Confindustria (presso il Grand Hotel Miramare, via Milite Ignoto Santa Margherita Ligure.

Convegno ""Un mare d'Europa. Nuovi confini, nuove istituzioni per un'Italia leader nel Mediterraneo" - organizzato dai Giovani imprenditori di Confindustria (presso il Grand Hotel Miramare, via Milite Ignoto 30, 6 -7 giugno 2003)",

Interventi: Luigi Attanasio (Confindustria), Alberto Marenghi (Imprenditore), Anna Maria Artoni (Confindustria), Pier Ferdinando Casini (UDC), Robert Leonardi (professore), Giovanni Floris (giornalista), Adolfo Urso (AN), Francesco Rosario Averna (Confindustria), Khaled Fouad Allam (professore), Gianni De Michelis (NPSI), Ali Mohamad Mohamad, Walter Veltroni (DS), Gianfranco Miccichè (FI), Luigi Manconi (professore), Ennio Pintacuda, Roberto Maroni (LEGA NORD).

Tratto da pagina web di Radio Radicale

 

285.        12 giugno 2003 - giovedì

Palazzo delle Aquile, Sala delle Lapidi

Convegno internazionale: “La città futuribile. Sistemi di sviluppo integrato delle aree urbane euro-mediterranee Palermo, Barcellona, Oporto e Tunisi”

 

286.        18 giugno 2003 - mercoledì

PARTE LA SFIDA SULLA BANCA MEDITERRANEA

La Fiera del Mediterraneo rivendica per Palermo la sede della Banca Mediterranea. E' la risposta all' iniziativa di Bruno Ermolli, presidente dell’azienda speciale Promos della Camera di commercio milanese, che ha indicato Milano quale candidata ideale per l’istituzione finanziaria. Si prefigura così una disfida in piena regola e a lanciare il guanto ci pensa il commissario straordinario della Fiera, Stapino Greco: «Sarebbe assurdo uno scenario in cui la Sicilia resti fuori da questo progetto. Palermo ha il diritto-dovere di fare il possibile perché questo non accada», ha detto ieri nel corso della presentazione di Meditrend 2003, forum sullo scenario socioeconomico nell' area mediterranea previsto domani e venerdì. A sostegno di Palermo anche padre Ennio Pintacuda, presidente del Cerisdi: «Stiamo attenti, perché altre parti dell’Italia, non solo la Lombardia, hanno capito la posta in palio, l’importanza strategica ed economica dell’area mediterranea e si stanno attrezzando. Eppure, faccio fatica a tacere la mancanza di iniziativa del governo della Regione da cui finora sono giunte solo parole. Un' insensatezza che potrebbe costarci cara».

La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

287.        6 luglio 2003 – domenica

LOMBARDO, MESSAGGI DI PACE A CUFFARO

Solidarietà e apprezzamento per la «fiducia» dell'Ars incassata dal presidente Salvatore Cuffaro, indagato per mafia e corruzione. A Cagliari, dove si svolge il congresso regionale dell'Udc, il segretario nazionale del partito Marco Follini e il suo vice Sergio D' Antoni hanno aperto i lavori ribadendo la loro personale solidarietà al presidente. Anche il segretario regionale dell'Udc, Raffaele Lombardo, dopo la boutade sull' estensione del lodo Maccanico ai presidenti delle Regioni, che l'altro giorno ha rischiato di scatenare un incidente politico, afferma che «Cuffaro esce rafforzato dal confronto con l'Assemblea». «Sono rimasti isolati Forgione, Orlando e Lumia - dice Lombardo - apprezzo invece la posizione di responsabilità assunta da Ds e Margherita», che hanno scelto di uscire dall' aula al momento del voto dell'ordine del giorno. Fa sentire la sua voce uno dei demiurghi storici della Dc siciliana, Ennio Pintacuda, che afferma: «Ascoltando le dichiarazioni di Cuffaro ci si rassicura. Ma c' è anche il grande monito della correttezza. è finito il tempo in cui la magistratura era arbitro della politica. è finito il tempo delle grandi crociate inquisitorie, ma ci vuole anche da parte degli amministratori una grande attenzione ai valori e alla moralità». «La magistratura - aggiunge Pintacuda - deve rivolgere attenzione alla vita amministrativa con molta professionalità. Non è possibile che per l’affermazione della giustizia ci siano sentenze di condanna che poi vengono smantellate. Ci vuole un grande senso di responsabilità da parte di tutti». …………………………….

La Repubblica sezione Palermo pag. 4

 

288.        23 luglio 2003 - mercoledì

FORMAZIONE PROFESSIONALE: INCONTRO TRA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI CATANIA, RAFFAELE LOMBARDO, E IL PRESIDENTE DEL CERISDI, ENNIO PINTACUDA.

Formazione professionale, ricerca, consulenza: sono questi gli argomenti trattati nel corso dell’incontro tra il presidente della Provincia di Catania, Raffaele Lombardo, e il presidente del Cerisdi (Centro ricerche e studi direzionali), padre Ennio Pintacuda, nei locali della presidenza al Centro Nuovaluce. “Il Cerisdi propone un nuovo modello formativo, una nuova capacità di leggere la società odierna e i bisogni del mondo dell’impresa e del lavoro, ma anche la rivoluzione della Pubblica amministrazione, vista dalla parte dei cittadini, e le sfide della globalizzazione – ha detto padre Pintacuda -. Il Cerisdi ha una sua formula: la formazione per gestire il cambiamento ponendo al centro il “capitale intellettuale” Per il presidente Lombardo “bisogna investire nell’aggiornamento professionale. L’Italia è tra le ultime nazioni d’Europa per ore/annue riservate alla formazione: appena 7 per i dipendenti pubblici e privati. La Provincia di Catania rivolge una costante attenzione verso il proprio personale per stimolarlo, per prepararlo ai nuovi compiti, alle mutate esigenze della P.A. e dell’utenza, ad una gestione sempre più manageriale dell’Ente”. Il fiore all’occhiello del Cerisdi, che è ospitato al castello Utveggio di Palermo, sono i Master Euromediterranei, con specifici cicli formativi rivolti al personale della Pubblica amministrazione per formare la nuova classe dirigente affinché sappia guidare l’Europa ed i Paesi del Mediterraneo verso le nuove sfida del III millennio. Hanno già partecipato corsisti provenienti da Stati Uniti, Scozia, Algeria, Egitto, Tunisia e Turchia. Nel corso dell’incontro il presidente Raffaele Lombardo ha manifestato l’intenzione di aderire con la Provincia regionale di Catania al Cerisdi.

Comunicato Stampa dell’UFFICIO STAMPA - Centro Direzionale Nuovaluce - Via Nuovaluce, 67a - Tremestieri Etneo [CT]

 

289.        28 agosto 2003 - giovedì

Conferenza - Il programma prevede dibattiti sull' emigrazione, la pace in Terra Santa e Medio Oriente, il contributo delle religioni alla pace, il ruolo dell’Italia e della Sicilia nell' area mediterranea e della donna nel processo di pace. La conferenza, in particolare, si svolgerà nel patio del Castello dei Conti di Modica sabato sera, a partire dalle ore 20 circa per due ore. I relatori (fra cui spiccano i nomi di padre gesuita Ennio Pintacuda, presidente del Cerisdi, Faqredin Said, dell’ambasciata marocchina, il Rabbino Banbut Shalom di Roma, Ali Abu Ghanimeh della Giordania, Deena Kalimat della Jordan River Foundation) saranno una decina.

La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

290.        17 settembre 2003 - mercoledì

PEDOFILIA: DON PAOLO, SONO INNOCENTE

Commenta don Fortunato Di Noto, sono esterrefatto

Sono sereno perché' so di non aver commesso ciò di cui mi si accusa ed affronto questo calvario mettendomi nelle mani del buon Dio: così don Paolo Turturro. Commenta don Fortunato Di Noto: 'si resta esterrefatti dalla notizia relativa a don Turturro'. Da parte sua, padre Ennio Pintacuda esprime 'grande solidarietà al parroco indagato dalla Procura di Palermo con l'accusa di PEDOFILIA ed esprime inoltre 'sorpresa' per la misura cautelare del divieto di soggiorno imposta a padre Turturro.

ANSA

 

 

291.        18 settembre 2003 - giovedì

LA CURIA SI SCHIERA 'NON C' È UNA PROVA'

«Tristezza e dispiacere»: sono le due parole che la Curia di Palermo ha ribadito più volte nella lunga giornata di padre Turturro. Qualche ora dopo la notizia dell’indagine sul parroco del Borgo Vecchio è toccato al vicario del cardinale, monsignor Salvatore Di Cristina, comunicare il punto di vista della Chiesa. E si è subito compreso che dietro «tristezza e dispiacere» c’era una posizione decisa: «Ricordiamo che padre Turturro si professa innocente», dice il vicario del cardinale: «Anche se riponiamo tutta la nostra fiducia nelle autorità giudiziarie competenti, non è stato provato nulla». Parole ferme che preludono all' ipotesi della Curia sulla genesi di questo caso giudiziario: «L' impegno del sacerdote - dice Di Cristina - per un qualche interesse, potrebbe indirettamente essere la causa di queste accuse». Il comunicato ufficiale della Curia arriva qualche ora dopo. Ed è una difesa senza tentennamenti, seppur espressa in uno stile burocratico: «Poiché il sacerdote in questione, a cui in questo momento non devono essere disconosciuti i tanti meriti fin qui riconoscibili, si dichiara con fermezza innocente, mentre si esprime piena fiducia nell' operato della magistratura cui compete di fare luce sulla verità dei fatti, si manifesta nel contempo cristiana vicinanza al sacerdote insieme con l’assicurazione della preghiera». A solidarizzare subito con don Turturro sono i preti che hanno segnato la lunga stagione dell’antimafia. Padre Ennio Pintacuda si dice «sorpreso»: «Più volte - dice - padre Paolo aveva chiesto di essere ascoltato dai magistrati, ma non è stato possibile». Tuona da Siracusa, don Fortunato Di Noto, leader del movimento antipedofili: «Da confratello di Turturro e da persona in trincea contro certi tipi di reati sono autorizzato a domandare, ad alta voce, come mai, dopo decine e decine di denunce inoltrate all' autorità giudiziaria, nessuno degli autori della strategia di legittimazione della pedofilia è stato individuato? Si fa presto - conclude Di Noto - a infangare un’onorabilità, come quella di Paolo Turturro, della cui morigeratezza sono convinto». Dalla periferia dello Zen, dove don Paolo ha lavorato per anni, si alza la voce del parroco, Domenico Gallizzi: «Per fermare padre Puglisi è stato necessario ucciderlo. Oggi qualcuno usa mezzi più raffinati: si vendicano, infangando il nostro onore». Padre Antonio Garau conosce da anni Paolo Turturro: «Lui si è sempre occupato di minori, e con grandi risultati - dice - possibile che sia diventato pedofilo adesso che ha 57 anni? Non ci credo». «è un copione già visto - sussurra il parroco della Magione, Giacomo Ribaudo - avevano tentato di infangare anche padre Baldassare Meli e padre Roberto Dominici. Ma allora non ci riuscirono. Io sono fiducioso nell' operato della Procura di Pietro Grasso e di tutta la magistratura palermitana. Sono sicuro che anche in questo caso tutto sarà chiarito. Perché accanirsi contro coloro che sono dediti al bene della povera gente?».

di Salvo Palazzolo - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

292.        18 settembre 2003 - giovedì

«Pedofilia, via da Palermo il prete antimafia»

Indagato don Paolo Turturro. Le accuse dai suoi bambini. La Procura lo fa trasferire. Lui: bugie e infamie, sono sereno.

Le madri non volevano che parlassero. E dicevano ai figli di tacere sulle vergogne in sacrestia. Sono state le maestre del Borgo Vecchio a fare scattare l’inchiesta, quando hanno capito che qualcuno aveva strappato il candore a due dei loro bimbi. Anche contro la volontà delle famiglie di questo quartiere disastrato. …. E insieme firmarono nel 1993, subito dopo l'omicidio di don Pino Puglisi, l'appello contro i silenzi della Chiesa nella lotta alla mafia: «Qualcuno è smarrito e scoraggiato... anche perché continuano a esserci sacerdoti e vescovi che non sono testimoni autentici della liberazione che Cristo vuole per questa nostra isola». Una critica pesante sottoscritta allora anche dal gesuita Ennio Pintacuda, ieri pronto a manifestare «grande solidarietà», come altri preti, come don Fortunato Di Noto, il condottiero delle battaglie informatiche contro i pedofili. Rischio? Al vertice della Chiesa palermitana sembra evocarlo monsignor Salvatore Di Cristina, vicario del cardinale Salvatore De Giorgi: «L' impegno sociale del sacerdote, per un qualche interesse, potrebbe indirettamente essere la causa di queste accuse». Massima la fiducia nella magistratura, ma Di Cristina sferza: «Ricordiamo che finora non è stato provato nulla»  ……

di Felice Cavallaro - Corriere della Sera pag. 18

 

 

 

293.        25 settembre 2003 - giovedì

Imprese - Padre Pintacuda nel vertice del Ciem - Il presidente del Cerisdi, padre Ennio Pintacuda, è il nuovo componente del consiglio di amministrazione del Centro per l’internazionalizzazione dell’impresa e la promozione della piccola e media impresa nello spazio Euromediterraneo (Ciem). Lo ha annunciato, ieri, il presidente del Ciem, Stapino Greco.

La Repubblica sezione Palermo pag. 6

 

294.        4 ottobre 2003 - sabato

Quali imprese hanno usufruito dei servizi offerti dal Ciem? «Non glielo posso dire, è una questione di privacy ma le assicuro che ci sono». Così Stapino Greco, presidente del "Centro per l’internazionalizzazione dell’impresa e la promozione della Pmi nello spazio euromediterraneo" (Ciem, appunto), difende la struttura nata nel '99 e battezzata dall' allora ministro degli Esteri Lamberto Dini con l’obiettivo di aiutare le aziende locali a svilupparsi all' estero. ………………………………e il consiglio di amministrazione del Ciem accoglie il presidente del Cerisdi padre Ennio Pintacuda (dopo che Greco si è insediato nel cda dello stesso Cerisdi), resta in sospeso la domanda iniziale: chi ha potuto usufruire dei servizi della società? ………………………………………………………………………………………..

di Massimo Lorello - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

295.        11 novembre 2003 – martedì

CONVERSAZIONI SICILANE – INCONTRO CON PADRE PINTACUDA

«COL MORALISMO NON SI GOVERNA»

GLI ANNI DI TANGENTOPOLI E DELL'ANTIMAFIA RACCONTATI DA PADRE PINTACUDA, IL «GESUITA RIVOLUZIONARIO» OGGI PRESIDENTE DEL CERISDI.

«LE PROCURE ERANO TANTE CHIESE CON I LORO SANTI E I LORO MARTIRI. LA RETE ISSAVA LA BANDIERA DELLA QUESTIONE MORALE: COSÌ VINSE LE ELEZIONI MA NON SI GOVERNA COL MORALISMO»

Intervista di Giuseppe Fazio e Lillo Miceli – La Sicilia prima pagina

 

296.        11 novembre 2003 – martedì

«IL SISTEMA POLITICO ERA CEMENTIFICATO. NELLA DEBOLEZZA DELLE ALTRE ISTITUZIONI LA MAGISTRATURA HA OCCUPATO TOTALMENTE LO SPAZIO DEL CAMBIAMENTO. IL SUO RUOLO È STATO SACRALIZZATO: TUTTE LE PROCURE ERANO TANTE CHIESE CON SANTI E MARTIRI. I MAGISTRATI SI SENTIVANO LEGITTIMATI DAL SANGUE DEI COLLEGHI UCCISI»

 

«C'ERA UNA SIMBIOSI TRA MOVIMENTI E PM: SI ANDAVA A BRACCETTO. DALLE DENUNCE DEI MOVIMENTI SI EBBE UN BENEFICIO DI MORALIZZAZIONE DELLE ISTITUZIONI. LA RETE VINSE SULLA QUESTIONE MORALE, MA NON FU ADEGUATA A GESTIRE LE ISTITUZIONI: NON SI PUÒ GOVERNARE BRANDENDO IL MORALISMO E DIMENTICANDO LA CAPACITÀ GESTIONALE»

 

MAESTRO E DISCEPOLO. È STATO L'EMINENZA GRIGIA DELLA RETE DI ORLANDO. POI LA ROTTURA

 

DALLA RETE ALLA CDL. FI L’HA VOLUTO ALLA GUIDA DEL CERISDI. E CUFFARO L’HA RICONFERMATO

 

ANDREOTTI. IL GRANDE NEMICO ORA AMMETTE «IN LUI SI VOLEVA UCCIDERE IL PADRE»

 

PINTACUDA, IL GESUITA CONSIGLIERE DEL PRINCIPE

È passato il tempo in cui padre Ennio Pintacuda veniva dipinto come il «gesuita rivoluzionario» o come il «prete fanatico che crede di essere nel Paraguay del Seicento». Oggi, Pintacuda scruta le contraddizioni di Palermo dal suo studio di presidente del Cerisdi (il centro ricerche che la Regione usa come braccio operativo per i progetti e i corsi di formazione) al Castello Utveggio, sul monte Pellegrino. In questo castello-albergo che risale agli anni Trenta del 900, attrezzato con sale conferenze aule didattiche fornite di strumenti all’avanguardia, si formano i tecnici dell'amministrazione pubblica e privata provenienti da tutta la Regione e molti giovani dei Paesi dell'altra sponda del Mediterraneo.

Da questo ponte di comando, Pintacuda offre oggi i suoi servigi alla Regione guidata da Totò Cuffaro, che l'ha confermato in questa carica dopo la prima designazione fatta dall'ex presidente Giuseppe Provenzano. Le battaglie contro la vecchia Dc, così come la Primavera palermitana fanno parte ormai di una storia d'altri tempi. Chiuso anche il rapporto politico con Leoluca Orlando, che di Pintacuda è stato allievo, poi discepolo politico e braccio operativo.

Ma guai ad indicare Pintacuda come il consigliere della Casa delle libertà, egli ama definirsi «trasversale». Così il «gesuita-presidente» si dice amico di Prodi e di Veltroni, grande estimatore di Pierferdinando Casini e persino di Cuffaro che per essere stato allievo dei salesiani «ha una cultura più popolare» rispetto a quella del suo ex discepolo Leoluca.

 

La sentenza di assoluzione pronunciata dalla Cassazione su Andreotti mette un punto fermo su un caso giudiziario che si è protratto per un decennio, ma riapre un capitolo della nostra storia politica. Che effetti ha avuto, secondo lei, l'uso politico della giustizia nella vita del Paese?

«Per capire la rivoluzione italiana per via giudiziaria bisogna partire da un dato di fatto. Il potere in quegli anni era nelle mani dei partiti e degli uomini politici coinvolti nel grande “inquinamento istituzionale”. C'erano comportamenti di partiti e personaggi politici che cozzavano con l'etica. Lo stesso sistema appariva cementificato. Nella debolezza delle altre istituzioni, la magistratura sembrava essere l'unico strumento di cambiamento e, in effetti, ha avuto un ruolo determinante. Il fatto anomalo era l'identificazione della magistratura con le Procure, come se non esistessero più giudici civili e amministrativi o le corti di Assise e di Appello. Gli attori principali erano i magistrati delle Procure. Qui a Palermo ricordo nomi di grande rilievo come quelli di Costa, Chinnici, Borsellino e Falcone che hanno pagato con la vita. La magistratura appariva, ed era, l'unico soggetto moralizzatore. Gli altri soggetti, compresa la Chiesa (condizionata dalla presenza del partito dei cattolici), usavano molta prudenza nel combattere l'immoralità prevalente e la mafia».

Fin qui l'analisi. Ma ci sono stati effetti non desiderati?

«Per una conseguenza quasi ineluttabile la magistratura nella sua veste di unico soggetto moralizzatore ha perduto la sua terziarietà ed ha rivestito un alone di sacralità. In forza dei giudici assassinati dalla mafia, le Procure si trasformavano in Chiese con santi e martiri: i magistrati si sentivano legittimati nella loro azione moralizzatrice dal Sangue versato dai loro colleghi. Questo ha comportato, a volte, un uso e una gestione dei procedimenti giudiziari (dalle indagini alla sentenza) che non sempre è stato nella serenità, nella serietà professionale nei Confronti delle prove. Questa situazione ha avuto due poli determinanti: la mafia e la corruzione; a cui corrispondevano due Procure: Palermo e Milano. È accaduto allora che la magistratura sia stata investita del ruolo del cambiamento totale della società, attraverso l'uso della giustizia, attraverso le incriminazioni e le condanne. Tutto questo ha avuto aspetti positivi, ma quando l'azione giudiziaria è sfociata in azione politica la magistratura è andata oltre i suoi compiti. Purtroppo, fra i giudici - fra alcuni di loro, almeno - sono prevalse le simpatie politiche; molti hanno fatto riferimento a uomini e partiti che non erano quelli sotto processo, così non sempre è stata garantita l'imparzialità. Nel caso Andreotti, in particolare, si voleva 'uccidere il padre'».

Cosa è mancato nel rapporto fra giudici e società civile?

«La possibilità della critica da parte di chiunque. C'è stata una ubriacatura collettiva; per i magistrati santificati si facevano i sit-in. Ma non tutti i pm erano 'santi'».

E poi c'erano i movimenti. Lei è stato uno degli ispiratori della Rete di Orlando e della Primavera palermitana.

«C'era una simbiosi fra movimenti e magistrati. La Rete, i Verdi, Rifondazione e parte della sinistra dc - per non parlare dei diessini - andavano a braccetto coi giudici. Ci fu un sostegno vicendevole. Le denunzie di allora hanno avuto un beneficio nella moralizzazione delle istituzioni. La Rete, non dimentichiamolo, nel 1992 vinse sulla questione morale. In quel periodo, inoltre, c’era una forte tensione a coniugare etica e politica, che favorì la nascita di tante scuole di formazione politica che furono laboratori di novità».

Eppure, la rivoluzione palermitana ha lasciato dietro di sé molte macerie.

«La nuova classe politica nata dai movimenti di base non è stata adeguata a gestire le situazioni. Non si può governare brandendo la questione morale; la politica è fatta di competenze, scelte, decisioni e anche di compromessi. Si è pensato di governare col moralismo e qualcuno ne ha fatto anzi strumento di potere. Insomma, non sono state date le risposte politiche ai problemi della gente».

Ed è così che grazie alle riforme elettorali si è preparato il terreno a Forza Italia alla Lega

«È stata data la possibilità a Berlusconi di impadronirsi dei lati positivi dell'azione dei movimenti e della magistratura, in una parola del messaggio precedente. Berlusconi è stato come Napoleone che raccolse le istanze della Rivoluzione francese e fece convergere aspettative carismatiche e fase realizzativa. Il Cavaliere ha raccolto i frutti della decapitazione dei partiti corrotti e ha vinto presentandosi come colui che poteva dare risposte concrete ai problemi del Paese. Il dato grave del presente non è tanto il fatto che sono scomparsi i partiti tradizionali, ma il fatto che sono morte le scuole di formazione politica».

Come si trova nelle vesti di stimato consigliere del governo Cuffaro, dopo essere stato il maestro di Orlando?

«Rispetto al passato per me è cambiato poco. Ho cercato di rivitalizzare questo centro di formazione e ricerca (il Cerisdi, ndr) con dimensione mediterranea che molti davano già per spacciato. Mi è stata offerta la possibilità di permanere a Palermo come studioso e formatore. Il tentativo che sto portando avanti è capire l'attualità, recuperando il meglio del passato in una prospettiva mediterranea».

Qual è il suo giudizio politico sull'operato della Giunta Cuffaro e, in particolare, sulle leggi di riforma del welfare?

«Gli interventi sulla socialità del governo siciliano sono pregevoli, ma di scarsa efficacia a motivo delle trasformazioni della società siciliana e della situazione economica. Le infrastrutture, per esempio, sono ancora penose. Inoltre, rilevo troppa litigiosità in Giunta: bisogna avere il coraggio di dire cosa realmente si vuole».

La politica economica del governo è determinata dall'asse Lega-Tremonti. Quanto pesa il Sud, che pure è il serbatoio di voti della Cdl, nelle decisioni del governo nazionale?

«L'asse Tremonti-Bossi pesa in modo negativo sulla politica italiana e soprattutto sul Mezzogiorno. Non basta l’aggressività di Miccichè a mitigare i danni di una politica che penalizza il Sud».

In questi giorni è tornata l'ombra della mafia sulle istituzioni. Le talpe erano fin dentro il Palazzo di giustizia. Se l’aspettava?

«Sembra strano che tutto ciò possa avvenire dopo l'uccisione di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E dopo quello che è accaduto ai collaboratori dello stesso Borsellino. Ho più volte avvertito che è necessaria una piu’ attenta professionalità dei magistrati nel verificare costantemente i collaboratori, non di giustizia, ma della giustizia. Non si finisce mai di stupire».

Intervista di Giuseppe Fazio e Lillo Miceli – La Sicilia pag. 9

 

 

297.        16 novembre 2003 - domenica

APPUNTAMENTI

Domani alle 10 a Castello Utveggio si terrà un convegno dedicato al tema formazione, istruzione e mercato del lavoro. Interverranno Ennio Pintacuda, Luciano Galliani e Pietro Luigi Giacomon.

La Repubblica sezione Palermo pag. 10

 

298.        16-17 dicembre 2003

7° Christmas Workshop

 

299.        16 gennaio 2004 – venerdì

ORLANDO LANCIA LA NUOVA SFIDA 'È TEMPO DI TORNARE A SCUOLA'

Leoluca Orlando, perché ha convocato per domani a Resuttano centinaia di amici ed esponenti politici di varia estrazione? Che intende fare? «Partiamo da un presupposto. C' è un grande bisogno nel nostro paese di confronto, di dibattito politico. C' è grande carenza di cultura politica. Dopo la prima Repubblica non abbiamo avuto l’avvento della seconda. Assistiamo a una transizione senza cultura. In un Paese come il nostro qualcuno vorrebbe che non ci fossero più luoghi in cui ci si confronta. Vorrebbero sindacalisti senza sindacati, accademici senza accademie, parroci senza popolo di Dio». Per questo dà vita a una scuola di formazione politica? «Chiamiamolo centro, scuola è forse troppo presuntuoso. L' esigenza è nata casualmente in un incontro avuto a ottobre a Crema, con amici del Nord Italia: si sono presentati in 40. L’ho ripetuta in Umbria e sono arrivati altri 60. Allora abbiamo pensato di dar vita a una sorta di centro di formazione politica nazionale. Si chiamerà scuoladiformazionepolitica.it, come il sito che già è consultabile in rete. La sede è ad Acquasparta nel cuore dell’Umbria. Faremo una iniziativa nazionale ad aprile. E intanto lancio il progetto in Sicilia». Chi ha invitato? «L' iniziativa non è legata a un partito, a una sigla. Si parte da lontano: dai principi di libertà, uguaglianza e solidarietà. Chi vi si riconosce può far parte del progetto». La coincidenza temporale con il dibattito sulla lista unitaria dell’Ulivo, con l’appello all' unità di Romano Prodi non sarà casuale. «Diciamo che questo è un modo per dare sostanza culturale all' impegno politico. La scuola copre una lacuna, una mancanza». Lei ha vissuto l’esperienza di un’altra scuola di formazione politica, quella di padre Pintacuda negli anni Novanta. «C' è un tempo per ogni cosa. L' importante è restare fedeli ai propri principi». Dopo il suo strappo con la Margherita regionale, il nuovo segretario Cardinale ha sostenuto che lei è una risorsa e che conta di recuperare il suo contributo al partito siciliano. Lei come si muoverà? «Ci siamo sentiti nei giorni scorsi. Inviterò anche lui all' appuntamento di domani. Che, ripeto, non è una cosa di corrente. Se noi vogliamo proporci per un governo del Paese dobbiamo fare sintesi politica attorno a progetti comuni. Bisogna proporre contenuti». Qualcuno potrebbe pensare a un lancio della candidatura alle Europee. «Non c' entra niente. Una candidatura ha un senso se esprime un progetto. Il mio progetto è, in Italia, sottolineo in Italia, dare un contributo a questa nuova cultura politica. Partendo dalla Sicilia. Noi abbiamo fatto formazione politica nei sei mesi di campagna elettorale nel 2001. Adesso ricominciamo».

di C. L. - La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

300.        28 gennaio 2004 – mercoledì

La proposta di recente avanzata da Leoluca Orlando di dare vita a Resuttano a una scuola di formazione politica non è, nell' area del centrosinistra siciliano, un fatto inedito, tant' è che circa un decennio fa, negli anni dell’espansione egemonica della Rete, iniziative analoghe vennero organizzate dall' ex sindaco di Palermo e da padre Pintacuda a Filaga. In tempi più recenti anche i Ds, con la sponsorizzazione di Luciano Violante, allora presidente della Camera, diedero vita a iniziative formative che coinvolsero loro militanti e simpatizzanti. C' è, dunque, nella sinistra siciliana, per così dire, una sorta di vocazione pedagogica che riaffiora a fasi alterne e che, se da un lato ha il merito di offrire, soprattutto ai giovani, occasioni di crescita culturale e civile, dall' altro lato, forse, serve a colmare vuoti programmatici e progettuali, legati all' assenza di una ben definita prospettiva politica. L' impressione che si ha, infatti, è che la perdurante impasse strategica che impedisce alle forze riformiste di conquistare consensi più ampi nella società civile dell’isola, nelle due più importanti città, Palermo e Catania, sia dovuta alla mancanza di politiche concrete rivolte alla gente, ed è questo un limite che il semplice ricorso alla pedagogia politica, all' organizzazione di convegni e seminari, non può colmare. Il problema semmai è quello di riuscire a incunearsi nel vissuto della gente, assumendo la concretezza dei problemi come orizzonte principale del fare politica, entro contesti urbani in cui i governi della destra producono contraddizioni a catena. Ma esse non hanno portato, sino a ora, a forme organizzate di mobilitazione e di protesta, e perciò i conflitti si sono manifestati solo in ambito istituzionale, nei consigli comunali e all' Ars. Una preoccupante cesura, dunque, tra società e politica, tra la gente e i partiti del centrosinistra, che non riescono ancora a trovare una soluzione al problema cruciale del loro radicamento sul territorio e nei gangli vitali della società civile. Credo sia questo il nodo principale che i leader riformisti, e tra essi Orlando è certamente tra i più autorevoli, dovrebbero sciogliere in via prioritaria. Le scuole di formazione hanno un senso solo quando la politica, dopo avere sprigionato nel sociale le sue potenzialità, ha bisogno di elevare il livello culturale della propria proposta progettuale. La teoria senza prassi non serve.

di Nuccio Vara - La Repubblica sezione Palermo pag. 15

 

301.        6 marzo 2004 - sabato

"La nuova strada. Occidente e libertà dopo il Novecento. Per non essere più né ex né post" - presentazione del libro di Ferdinando Adornato (Ed. Arnoldo Mondadori), organizzato da Forza Italia

(presso villa Malfitano, via Dante 167)

Tratto da pagina web di Radio Radicale

302.        16 marzo 2004 - martedì

APPUNTAMENTI - Alle 17,30 al centro Biotos di via XII Gennaio 2 si presenta il libro "Il sogno possibile" di Franca Giannola, edizioni Thule. Intervengono padre Ennio Pintacuda, Elio Giunta, Maria Rosa Marsala e Tommaso Romano. Valeria Torta leggerà alcuni brani.

La Repubblica sezione Palermo pag. 10

 

303.        26 marzo 2004 - venerdì

Palermo, allarme di Prefetto e pm sulle «schegge impazzite»

«Mafia, istituzioni nel mirino. Temiamo omicidi eccellenti»

La quiete apparente del magma mafioso potrebbe essere devastata da un nuovo grande botto di Cosa Nostra. O meglio di alcune «schegge impazzite» della mafia. Con «attacchi alle istituzioni» o con «omicidi eccellenti». Una repentina svolta controcorrente rispetto alla strategia attribuita dopo le stragi del ' 92 al più carismatico dei boss «inabissatisi», Bernardo Provenzano, il grande vecchio che lo Stato non riesce a scovare dopo 41 anni di latitanza. Sarebbero quindi a rischio attentato in Sicilia magistrati, uomini politici, esponenti della vita pubblica. Possibili bersagli di una lotta interna alle cosche rose da «un irrisolto conflitto di interessi tra chi sta in carcere, in povertà, e chi sta fuori e continua tranquillamente ad arricchirsi e curare gli affari...». Un allarme esplicito lanciato alla vigilia di un’attesa trasferta della commissione Antimafia a Palermo, da lunedì impegnata per 4 giorni in decine di audizioni. Un allarme condensato in un centinaio di pagine rilegate con anelli verdi e trasparente copertina di plastica. Un dossier con indicazioni del procuratore Piero Grasso. Il tutto raccolto e inviato dal prefetto Giosuè Marino al presidente dell’Antimafia, Roberto Centaro. Asti antichi contro chi combatte la mafia ed eventuali regolamenti di conti contro chi non avrebbe mantenuto delle «promesse» si trasformerebbero nella micidiale miscela della temuta svolta. Temuta già da un paio di anni, da quando Leoluca Bagarella si cimentò dal carcere in un proclama contro gli «amici» che dimenticano. Di qui il richiamo al fallimento di alcune iniziative legislative sulle quali Cosa Nostra riponeva forti aspettative: dall' abolizione dell’ergastolo alla dissociazione, dalla revisione dei processi alla fine del «41 bis», il regime del «carcere duro». Questi e altri i nodi esaminati nel plico trasmesso ai commissari di Palazzo San Macuto, a Roma, con un vistoso «top secret» in copertina, un bollo scioltosi ieri in un baleno provocando polemiche e rimproveri. Come quelli dello stesso Centaro, magistrato e senatore di Forza Italia, irritato dalla fuga di notizie perché già a mezzogiorno le agenzie di stampa rilanciavano i virgolettati: «Chi li fa uscire forse si sente orfano di un periodo di tensioni continue, ma così fa allarmismo, terrorismo inutile. Anche perché siamo davanti ad un collage di valutazioni datate e mancano elementi concreti in grado di avvalorare il ritorno alla tattica stragista». In qualche modo prova a ridimensionare la questione anche il procuratore Grasso: «Il timore delle "schegge impazzite" con qualche mafioso che potrebbe ribellarsi alla strategia dell’inabissamento, lo abbiamo espresso tante volte in passato. Ma, come per i kamikaze, non puoi controllare né prevedere. Non è un’analisi. È solo un’ipotesi che non si può escludere. D' altronde, anche nel 1980, quando fu ucciso il procuratore Costa, fra i vari moventi, venne fuori quello di una "famiglia" decisa a dimostrare la sua "potenza" agli altri clan...». Come dire che un eventuale replay sarebbe comunque fuori dalla rotta imposta dai boss al timone e ritenuta da Grasso ancor più insidiosa per il tessuto economico e sociale: «Permane uno scenario di basso profilo per potere continuare a coltivare affari, affari, affari». Siamo al tema delle inchieste su mafia e politica, quelle che vedono insieme boss e medici, boss e uomini politici, boss e marescialli al centro di una trama con «talpe» annidate perfino all' interno del Palazzo di giustizia. Anche questo è tema obbligato di approfondimento per l’Antimafia di Centaro, pronto invece a frenare la corsa all' ansia collettiva: «Evitiamo di cadere in vecchi errori, pur dovendo tenere la guardia alta, anzi altissima». Suggerimento che rimbalza mentre sono in arrivo a Palermo stasera il ministro dell’Interno Pisanu per inaugurare l’anno accademico del Centro ricerche e studi di padre Pintacuda e, domani, il presidente del Consiglio Berlusconi per il decennale di Forza Italia. Una festa nella terra insidiata dall' ennesimo allarme

di Felice Cavallaro - Corriere della Sera pag. 16

 

304.        26 marzo 2004 - venerdì

Il ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, sarà oggi a Palermo per inaugurare l’anno accademico del Cerisdi. Il presidente del centro studi, padre Ennio Pintacuda, ha invitato il titolare del Viminale a parlare di un tema di particolare attualità: "Problemi e soluzioni della sicurezza in Italia e nel Mediterraneo di fronte al terrorismo e al fondamentalismo". La cerimonia, in programma alle 18 al Castello Utveggio, prevede la prolusione di Pisanu e la consegna dei diplomi ai giovani laureati del master euromediterraneo in business internazionale e politiche pubbliche. Un corso progettato e organizzato dal Cerisdi, giunto alla quarta edizione, e che vede al suo interno la partecipazione comune di futuri manager espressione della cultura occidentale e di quella islamica, che analizzano anche le diversità delle proprie origini al fine di trovare percorsi comuni di dialogo e di convivenza. «Dialogo, dialogo, dialogo - dice padre Pintacuda - questo oggi è l’imperativo categorico che dobbiamo assolvere per tentare di consegnare alle future generazioni un mondo pacificato e meno ingiusto».

La Repubblica sezione Palermo pag. 5

 

305.        26 marzo 2004 - venerdì

Incontro con i giornalisti prima della cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico 2004 del Cerisdi (Centro Ricerche e Studi Direzionali) - (presso il Castello Utveggio, Centro Cerisdi, via Pietro Bonanno). Con Ennio Pintacuda, Giuseppe Pisanu (FI).

Tratto da pagina web di Radio Radicale

 

Cerimonia di inaugurazione dell'Anno Accademico 2004 del Cerisdi (Centro Ricerche e Studi Direzionali) - (presso il Castello Utveggio, Centro Cerisdi, via Pietro Bonanno).

Interventi: Ennio Pintacuda, Giuseppe Pisanu (FI), Diego Cammarata (FI), Francesco Musotto (FI), Salvatore Cuffaro (UDC).

Tratto da pagina web di Radio Radicale

 

306.        27 marzo 2004 - sabato

La panoramica di Montepellegrino è inaccessibile, i tombini cementati, i cestini dell’immondizia sigillati, pattuglie di polizia e carabinieri ogni venti metri, elicotteri in cielo. Castello Utveggio sembra un fortino blindato per la presenza del ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Che arriva a inaugurare l’anno accademico del Cerisdi parlando del tema caldissimo del terrorismo ma dice subito ai giornalisti che non intende rispondere ad alcuna domanda per rispettare la «necessaria prudenza e oculatezza» del ministro dell’Interno. E allora niente allarme, niente terrorismo, e niente allarme mafia. Ma neanche Palermo, così come ogni altra città d' Italia e d' Europa, dice il ministro, «può dirsi al sicuro. Nonostante tutte le misure di sicurezza che il governo possa prendere con tutte le risorse dell’intelligence e, se necessario, anche altro». Pisanu parla di «incombente minaccia del terrorismo» e di «attacco al cuore dell’alleanza crociata». E plaude a iniziative come quella del Cerisdi che, per bocca del suo presidente padre Ennio Pintacuda, si propone come centro di dialogo per l’integrazione tra le diverse aree geografiche, a cominciare da quelle dalle quali proviene la minaccia. In sala ci sono il presidente della Regione Cuffaro, il sindaco Cammarata, il presidente della Provincia Musotto, il prefetto Marino, il questore Cirillo. Pisanu sposa la strada del dialogo e lancia una proposta e dalla Sicilia, sponda di approdo di migliaia di extracomunitari clandestini e incontrollata porta di ingresso in Europa per esponenti delle cellule del terrorismo islamico, propone un "patto civile" con gli immigrati onesti per favorire l’integrazione contro il fanatismo religioso. Pisanu ricorda come l’immigrazione, clandestina e regolare, abbia condotto all' insediamento in Europa di almeno diciassette milioni di musulmani, «tra i quali si annidano gruppi estremisti numericamente marginali ma di eccezionale pericolosità. A quanti chiedono di poter lavorare in pace per costruirsi un futuro migliore - ha detto il ministro - noi dobbiamo saper offrire un patto civile. Un patto chiaro e leale, fondato sull' equilibrio di diritti e doveri, perché l’integrazione è una delle più efficaci forme di prevenzione nei confronti del fanatismo religioso: il quale, come è noto, alligna proprio nell' emarginazione sociale e nell' isolamento culturale. Vi è la possibilità che il fiorente terziario illecito sviluppatosi attorno ai flussi migratori illegali, venga utilizzato dalle reti del terrorismo internazionale per garantire ai propri militanti accesso e permanenza in Europa». «In questa situazione - ha concluso Pisanu - il futuro del nostro continente dipende in misura rilevante dalle soluzioni che sapremo trovare ai seguenti problemi: il governo dei flussi migratori regolari; la lotta allo sfruttamento dell’immigrazione clandestina; la cooperazione contro il terrorismo; l’integrazione nelle nostre società di tutti gli immigrati che sono disposti a rispettare le nostre leggi e i nostri valori». Al ministro dell’Interno ha risposto il presidente della Regione Cuffaro: «La Sicilia nel corso dei secoli ha offerto una concreta testimonianza di come sia possibile organizzare la convivenza. Tutto ciò parte dalla constatazione che c' è un dato culturale e antropologico consolidatosi nei millenni trascorsi». Il ministro dell’Interno, arrivato a Palermo insieme alla moglie, rimarrà in città anche oggi. Un rapido giro per monumenti in mattinata e poi nel pomeriggio, la partecipazione alla grande kermesse di Forza Italia con Silvio Berlusconi.

di Alessandra Ziniti - La Repubblica pag. 4

 

307.        19 giugno 2004 - sabato

Conferenze "Genti in movimento. Scontro o integrazione"? Il dibattito inizierà alle 16,30 nei locali del Castello Utveggio. Interverranno Ennio Pintacuda, Giacomo Maggi, Gianni Notari, Giuseppe Di Gesù, Salvatore Fodale e Francesco De Luccia.

La Repubblica sezione Palermo pag. 10

 

308.        3 novembre 2004 - mercoledì

CUFFARO A GIUDIZIO

Il rinvio a giudizio del governatore piomba sulla scena politica come un macigno nella lava incandescente. L' atmosfera, in questi giorni già agitata per lo scontro sulle Eolie e sulla manovra falcidiata dal commissario dello Stato, diventa quella di una guerra senza quartiere: l’opposizione si scontra sulla sfiducia al presidente, mentre il Polo insorge compatto in difesa di Cuffaro, parlando di una «accusa stupida» e imputando agli avversari strumentalizzazioni e comportamenti «forcaioli» e da «hooligans della politica». ……………………………………Fiducia a Cuffaro anche da padre Ennio Pintacuda. Da An la solidarietà arriva dall' eurodeputato Nello Musumeci, sebbene osservi che «la questione morale resta prioritaria per tutta la galassia dirigente siciliana della Cdl».

di Alberto Bonanno - La Repubblica pag. 4

 

309.        3 novembre 2004 - mercoledì

E NEL PARTITO DEL PRESIDENTE, PARTE L’ATTACCO DEI QUARANTENNI.

LA SINISTRA INVOCA LE DIMISSIONI MA IL POLO FA QUADRATO:

“PENSATE AD ANDREOTTI”.

Resta al suo posto Totò Cuffaro, ma nel giorno delle elezioni americane, ci resta come un’anatra zoppa, per usare un’immagine d' Oltreoceano. E non solo perché il governatore della Sicilia deve prepararsi al processo già fissato per febbraio. Ma perché, al di là delle solidarietà espresse dai suoi amici e dalla maggioranza di centrodestra, proprio nel suo partito, l’Udc, è scattato un sotterraneo attacco. Sarà una coincidenza, eppure nel partito clonato dalla vecchia Democrazia cristiana di «ribelli», prima della richiesta di rinvio a giudizio di Cuffaro, non s' era mai parlato. Fenomeno invece montato via via in questi mesi e soprattutto nelle ultime settimane con uno stuolo di cosiddetti «quarantenni» che chiama in causa direttamente Marco Follini per contare di più e ridimensionare tanto il segretario regionale Raffaele Lombardo quanto lo stesso Cuffaro. Così, adesso è come stare tra due fuochi. Perché alla crisi politica interna all' Udc che qui prende il 15% dei voti (contro il 5 per cento nazionale) si somma l’onda d' urto di chi suggerisce o pretende le dimissioni dalla carica di presidente della Regione. Non sembra più tempo di «vasa vasa», di baci a destra e manca perché come nelle migliori famiglie fanno rima fratelli e coltelli. E oltre a chi insidia il potere dall’interno ecco, a sinistra, la levata di scudi per difendere le istituzioni e salvare la faccia a questa terra infelice. Come fanno il segretario regionale della Quercia Antonello Cracolici, l’eurodeputato Claudio Fava, Nando Dalla Chiesa, Antonio Di Pietro, Giuseppe Lumia, esponenti di Rifondazione comunista e Margherita, tutti criticati dal forzista Carlo Vizzini, presidente della Commissione bicamerale per le questioni regionali: «Non trasformate Cuffaro nel "presunto colpevole", prima che si celebri un processo, al solo scopo di trarne vantaggio politico». È il tono che piace a Francesco D' Onofrio, presidente dei senatori Udc, al mancato commissario europeo Buttiglione, a padre Ennio Pintacuda e a tanti sostenitori del governatore pronto ad escludere ogni ipotesi di dimissioni dalla poltrona che avrebbe potuto lasciare qualche mese fa optando per il seggio di Strasburgo. E molti avversari prevedevano una «fuga» dalla Sicilia per evitare il processo con ’immunità europea. Invece è rimasto. E rimarrà. Anche zoppicando.

PRO E CONTRO SITUAZIONE. Cuffaro resta Totò Cuffaro resta al suo posto. Ma nel suo partito, l’Udc, è scattato un sotterraneo attacco. Così alla crisi politica interna all' Udc, che in Sicilia prende il 15% dei voti (contro il 5% nazionale) si somma l’onda d' urto di chi pretende le dimissioni dalla carica di presidente della Regione

CRITICHE. Le voci A difesa delle istituzioni si sono espressi il segretario regionale della Quercia Antonello Cracolici, l’eurodeputato Claudio Fava, Nando Dalla Chiesa, Antonio Di Pietro. Giuseppe Lumia, esponenti di Rifondazione comunista e Margherita. SOSTEGNO A favore Francesco D' Onofrio, presidente dei senatori Udc, il mancato commissario europeo Buttiglione, padre Ennio Pintacuda e tanti sostenitori del governatore si sono invece detti pronti a escludere ogni ipotesi di dimissioni.

di Felice Cavallaro - Corriere della Sera pag. 18

 

 

310.        25 novembre 2004 - giovedì

A Palazzo d' Orleans parte il confronto del governo con Cgil, Cisl e Uil, ………………Intanto, nella giunta tenuta ieri, il governo Cuffaro ha confermato padre Ennio Pintacuda alla guida del Cerisdi…………

La Repubblica sezione Palermo pag. 2

 

311.        2004

giornata di studi in corso nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni sul tema della "cooperazione culturale tra le due sponde del Mediterraneo", organizzata dal Ciss (Cooperazione internazionale Sud-Sud) e dal Cerisdi, nell'ambito delle "Giornate della Cooperazione allo sviluppo" a cura del Ministero degli Affari Esteri.

"Cultura e monumenti nello scacchiere mediterraneo non devono - ha aggiunto davanti un numeroso gruppo di giovani diplomatici di Marocco e Tunisia - trasformare l'area in un immenso museo, ma devono divenire una nuova materia prima che possa fornire conoscenza e tecnologia per il progredire delle condizioni economiche e sociali dei paesi magrebini. La Sicilia - ha concluso Lo Porto - miscuglio di culture arabe ed europee, oltre al suo tradizionale ruolo di ponte tra i due continenti, anche in questo campo deve essere protagonista, e la creazione in Sicilia di un Politecnico del Mediterraneo va in questa direzione".

Presenti, tra gli altri, padre Ennio Pintacuda, direttore del Cerisdi, Sergio Cipolla presidente del Ciss, Francesco Barbaro, Consigliere del Ministero degli Esteri e il direttore del Dipartimento Antichità della Giordania Catreena Hamarneh.

 

312.        2004

Palermo - Palazzo dei Normanni, Sala Gialla

Convegno:” Usura: una battaglia possibile”

 

 

313.        16 dicembre

8° Christmas Workshop

 

314.        3 gennaio 2005 - lunedì

Roma: 3ª GIORNATA DELLA FORMAZIONE MANAGERIALE ASFOR:

” La Formazione Manageriale: Risorsa per il Paese" Sala Biblioteca del CNEL Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro.

Partecipazione di P. Pintacuda.

 

315.        21 gennaio 2005 - venerdì

DESTRA, SINISTRA, CENTRO, NO-GLOBAL QUELLA FOLLA DI PRETI VICINI ALLA POLITICA

ROMA - Don Pierino Gelmini festeggiato ieri da Berlusconi e da una pattuglia di ministri: è un prete di destra? E il gesuita padre Bartolomeo Sorge, notoriamente vicino all' Ulivo di Prodi, è di centrosinistra? E don Vitaliano Della Sala è prete no-global? La Chiesa, si sa, non è un partito. Tuttavia, è sempre stata forte la tentazione di classificare preti, suore, vescovi e cardinali per categorie politiche. Lo è stato ieri. Lo è ancora di più oggi, specialmente dopo la fine dell’unità politica dei cattolici incarnata nell' ex Dc. Proviamo a vederle un po' più da vicino queste categorie clerical-politiche, partendo proprio da don Gelmini, prete considerato vicino alla destra, pur avendo amicizie «trasversali» in più partiti: è amico di Ferdinando Imposimato, ex senatore del Pci-Ds, ministri dei passati governi di centro-sinistra sono stati ospiti nella sua sede di Amelia; dove ci è stato anche il socialista Bettino Craxi quando era presidente del Consiglio. Nella stessa area di centro-destra - oltre a don Gianni Baget Bozzo, consigliere di Berlusconi - possono essere collocati don Luigi Verzè, fondatore dell’ospedale S. Raffaele, don Luigi Giussani, padre di Cl; ma anche il vescovo di Como Alessandro Maggiolini: ha molti fan leghisti specialmente per i suoi preoccupati interventi sull' identità cristiana dell’Occidente «minacciata» dall' Islam; di destra è anche Gerolamo Grillo, vescovo di Civitavecchia e qualche cardinale di curia. Tra le «new entry» nel centro-destra, padre Mario Gulisano, parroco di Brancaccio a Palermo e successore di don Pino Puglisi, il prete assassinato dalla mafia: Gulisano da qualche tempo è consulente del presidente della Regione Sicilia Cuffaro (Udc). Vicino al Polo, a sorpresa, padre Ennio Pintacuda, il fidato consigliere che negli Ottanta portò alla guida della città Leoluca Orlando, a capo di una giunta di sinistra. Nel centro-sinistra, tra i più attivi, i preti antimafia e anticamorra: don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera; padre Massimo Rastrelli, il gesuita napoletano impegnato sul fronte della lotta all' usura; padre Nino Fasullo, seguace di don Puglisi a Palermo. Ma anche i tanti preti impegnati nel sociale, da don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, a don Virginio Colmegna, direttore della Caritas di Milano, da don Franco Monterubbianesi e Vinicio Albanesi, fondatore e anima della comunità di Capodarco, a Giulio Albanesi, ex direttore dell’agenzia Misna; don Enzo Mazzi, della comunità Isolotto di Firenze. Tra i più impegnati nel centro-sinistra, il gesuita Sorge. Anche l’ultrasinistra ha i suoi preti. Il più conosciuto, don Vitaliano Della Sala, da qualche mese nel mirino delle autorità ecclesiastiche; non meno noto, don Andrea Gallo, figura di spicco nell' assistenza agli emarginati di Genova. In quest' area, da qualche tempo gravita anche padre Baldassarre Meli, religioso antimafia di Palermo.

di Orazio La Rocca - La Repubblica pag. 13

 

 

316.        3 aprile 2005 - mercoledì

Intervento di P. Pintacuda a GR Parlamento.

 

317.        6 aprile 2005

IL POLO E IL VENTO CHE CAMBIA

Il 28 dicembre del 2001, quando il Polo aveva completato il filotto del 61 a zero insediando Diego Cammarata sulla poltrona di sindaco di Palermo che era stata di Leoluca Orlando, il gesuita padre Ennio Pintacuda spiegò perché la Sicilia aveva votato in massa per il centrodestra: «Perché sente molto il messianismo. La Sicilia ha una tendenza alla salvezza, però è apocalittica: come esalta, così spazza via. è già successo con la Rete». A guardare i risultati delle elezioni regionali nel resto del Paese c' è da credere che il gesuita che accompagnò prima Orlando e poi il Polo, rischia di indossare i panni del profeta. È vero, infatti, che in Sicilia non si è ancora votato, e che qui la Cdl ha una macchina acchiappavoti (che comprende anche l’esercito dei precari e altri addentellati di natura clientelare) di rara efficacia, ma è altrettanto vero che il week end elettorale ha detto chiaro e tondo che la vera inversione di tendenza - voti in transito dal Polo al centrosinistra - è andata in scena nel Sud d' Italia. E con andamento per l’appunto messianico. Basta dare un’occhiata a quello che è accaduto in Puglia per rendersene conto: …………………………………………………………

di Enrico Del Mercato - La Repubblica sezione Palermo prima pagina

 

318.        27 aprile 2005 - mercoledì

Gli ex compagni della Svolta: Achille, stavolta la strada è sbagliata.

Migone: però capisco il suo disagio. De Giovanni non rifondiamo il comunismo.

Questa storia che Achille Occhetto è tentato da Rifondazione, questo suo disagio, la necessità di trovare un percorso diverso nella sinistra italiana, coglie di sorpresa i compagni del vecchio Pci, gli intellettuali, gli amici che, quindici anni fa, gli andarono dietro, sostenendolo lungo un cammino storicamente complesso, faticoso e lacerante: in fondo al quale trovarono la fine del grande partito con la falce e il martello, la nascita della Quercia, del Pds e la diaspora di quelli che invece se ne andarono e che adesso, appunto, stanno dentro Rifondazione, dentro il partito della Rifondazione comunista. «E ora lui, Achille, proprio verso Rifondazione, verso quelle atmosfere politiche che prosperano intorno a Rifondazione, sembra essersi incamminato: beh, cosa volete sapere? Se mi senta tradito? ...», s' interroga - senza cedere ai toni del fastidio - Biagio De Giovanni, il filosofo napoletano che frequenta, da sempre, e da vicino, la politica e la sinistra italiana. Ecco, infatti: si sente tradito, professore? «No, tradito no. Però trovo del tutto incomprensibile questo suo cammino. Incomprensibile e comunque contraddittorio con lo spirito, con il senso profondo che doveva avere quella svolta. Noi speravamo di aver intrapreso un cammino che ci portasse, tutti insieme, verso un partito riformista forte e largamente condiviso... Non credevamo, davvero, di doverci più trovare a rifondare il comunismo... Mi spiace: ma Achille, davvero, non riesco a capirlo». Non ce ne è uno che non lo chiami per nome e s' intuisce affetto, familiarità, si capisce che, quindici anni fa, dalla «Bolognina» in poi, il tormento e il senso di condivisione fu lungo e così adesso c' è pure chi prova, come il professor Gian Giacomo Migone, a capirlo «il disagio di Achille». Migone insieme ad altri sei - il gesuita padre Ennio Pintacuda, l’ex direttore del Corriere della Sera Alberto Cavallari, il segretario confederale della Cgil Antonio Lettieri, il condirettore di MicroMega Paolo Flores D' Arcais, il socialista Fernando Bandini e l' esperto di comunicazione Tony Muzi Falconi - sottoscrisse un primissimo documento, un appello per la nascita di « una formazione riformista aperta alla sinistra sommersa » , vale a dire ai progressisti che non avevano mai fatto politica o che l' avevano sostituita con l' impegno civile. Fu convocata un'assemblea nazionale nel cinema romano Capranica ma subito, nel volgere di pochi giorni, il manifesto trovò altre firme, «arrivammo a duecento, tra economisti e docenti, registi, cantanti e architetti». E quale sarebbe, in questa fase, professor Migone, il disagio di Occhetto? «Nell’ambito dell’Unione è chiaro che egli avverte la tendenza a distinguere un’ala riformista, tendenzialmente moderata, da un'ala più radicale... Si tratta d' una tendenza che non piace neppure a me, anche perché di spirito opposto a quello che ci portò, per capirci, a fondare un partito che fosse aperto e grande... Per questo...». Per questo, professore? «Ad Achille sento di dover fare un appello: spero che davvero non voglia incamminarsi verso l'ala più radicale, spero che lavori, che continui a fare politica per tenere unita, mi si perdoni il gioco di parole, l’Unione». Ma poi c' è anche chi non indaga sui disagi dell'ex segretario di partito. «Sarebbe un lavoro troppo complicato, non avendo io più condiviso molte delle ultime scelte politiche di Achille»: Tony Muzi Falcone con parole taglienti: «Quella di Occhetto mi sembra una deriva del tutto verosimile... e, in ogni caso, detto con franchezza, preferisco sempre vedere Achille accanto a Bertinotti, piuttosto che a Di Pietro...». C' è uno stupore, in molti discorsi, che non appartiene però a Emanuele Macaluso, ex direttore dell'Unità, ex alto dirigente del Pci, che «insieme a tanti altri, a Napolitano e Bufalini, a Lama e Chiaromonte», sostenne le decisioni di Occhetto, la svolta, la fine del Partito comunista. «Non provo stupore, perché io, ecco, Achille lo conosco bene e, soprattutto, conosco il suo gusto per la politica teatrale. Per questo...». Per questo? «Beh, penso due cose: che fu sbagliato nominarlo segretario di un partito com' era quello comunista e che, però, nello stesso tempo, non poteva che essere lui il dirigente in grado di realizzare un colpo a effetto come fu, in effetti, la svolta del Pds». «Aggiungo che Achille non è in malafede e non è opportunista. È solo un politico che adora fiutare l'aria, sentire il vento... e il vento, nella sinistra italiana, in questo momento, porta diritti a Rifondazione». MACALUSO. Non sono stupito, ha il gusto per la politica teatrale ed è uno che fiuta il vento MIGONE Spero che non si lasci tentare dall' ala più radicale e che lavori ancora per l'unità MUZI FALCONE Mi sembra una deriva verosimile E comunque meglio con Fausto che con Di Pietro DE GIOVANNI. Non mi sento tradito, ma trovo del tutto incomprensibile e contraddittorio questo suo cammino.

di Fabrizio Roncone – Corriere della Sera pag. 13

 

319.        17 maggio 2005 - martedì

Palermo - Palazzo Palagonia, ore 9,00

Prolusione al “Master in Turismo Sostenibile”

Saluto del Presidente Prof. Ennio Pintacuda

Prof. Sebastiano Bavetta: aspetti economici del turismo

Interventi:

Prof. Giovanni Leone: aspetti sociologici del turismo

Avv. Gianfranco Barbagallo: aspetti giuridici del turismo

Presentazione del corso: prof. Pietro Luigi Matta

 

320.        26 maggio 2005 – giovedì

Palermo – Castello Utveggio – ore 18,30

Inaugurazione dell’anno Accademico del CERISDI

Tema - Sicurezza e libertà nel Mediterraneo

Interventi: Ennio Pintacuda (Presidente CERISDI), Raffaele Stancanelli (Assessore alla Regione Siciliana), Salvo Fleres (Vicepresidente dell'Assemblea Regionale Siciliana), Marcello Caruso (Assessore alla Provincia di Palermo), Antonio Martino (Ministro della Difesa), Kassen Rain (CERISDI)

Tratto da pagina web di Radio Radicale

 

321.        24 giugno 2005 - venerdì

Convegno "Cooperazione giudiziaria transnazionale e mandato di arresto europeo", Palermo venerdì 24 giugno 2005 alle 10:24.

Evento organizzato da CERISDI e Procura della Repubblica di Palermo e Procura Nazionale Antimafia e Rappresentanza italiana di Eurojust.

Intervenuti: Giovanni Ilarda (Sostituto Procuratore Generale della Repubblica), Carmine De Robbio (Vicedirettore Generale di Capitalia), Ennio Pintacuda (Presidente del Centro studi e ricerche istituzionali), Marcello Caruso (Assessore alla Provincia di Palermo, Forza Italia), Francesco Scoma (Assessore della Regione Sicilia al Lavoro. Previdenza Sociale, Formazione. Professionale ed Emigrazione), Carlo Secchi (ordinario di Politica Economica Europea Università Bocconi di Milano), Carmine Lamanda (direttore generale di Capitalia), Lorenzo Salazar (Magistrato del Gabinetto del Vice-Presidente della Commissione Europea), Cesare Martellino (Magistrato Rappresentante dello Stato italiano di Eurojust - L'Aja), Gabriele Iuzzolino (Magistrato della Direzione Generale della Giustizia Penale), Alessandro Pansa (Direzione Centrale Immigrazione e Polizia di Frontiera).

Tratto da pagina web di Radio Radicale

 

322.        14 luglio 2005

Cerisdi: Progetto Nebrodi

 

323.        4 agosto 2005 - giovedì

ANCHE CARMELO CONTE HA COMMESSO DUE ERRORI

Caro direttore, Marco Travaglio, al quale non ho affatto attribuito di avere agito su mandato di Bassolino (che, ne sono certo, non fa cosa del genere), in una delle sue repliche, con la "excusatio non petita" si è voluto, forse, giustificare per aver preventivamente concionato sugli argomenti del suo articolo in un agriturismo di Santa Maria di Castellabate. Niente di male, beninteso, che si serva dei suoi amici per informarsi (ma gli informatori non sempre sono dei galantuomini); tutto di male, invece, per avere usato le false informazioni a loro sostegno e per colpirmi, perché discuto di riformismo con i Ds e De Luca, cosa che tra alterne vicende avviene da anni e con qualche risultato. ……………………………………………….Secondo errore. Ho lottato la camorra con atti concreti: presentando, primo firmatario, la proposta di legge per la istituzione della commissione di indagine contro la mafia in Campania, poi confluita nelle legge La Torre; chiedendo e ottenendo lo scioglimento dei Consigli di Comuni come Quindici, Nocera Inferiore e Pagani; partecipando, insieme a padre Pintacuda, a Francesco De Martino e Orlando, alla manifestazione in ricordo di Marcello Torre, ucciso dalla camorra; concorrendo alla istituzione della scuola di giornalismo anticamorra intestata al caro Giuseppe Marrazzo; ………………………..

 

CARMELO CONTE